Ha raccolto quasi 700mila dollari, il 1.340% della cifra richiesta per realizzare il suo progetto. Livia non è il nome di una donna, ma di un progetto premiato dal crowdfunding (la racconta fondi collettiva) sulla piattaforma Indiegogo. Un apparecchietto che sta nel palmo di una mano, “vestito” di cover colorate e intercambiabili, capace di “spegnere” i dolori mestruali. E sono 71 gli ordini partiti dall’Italia.
Merito di un uomo: Chen Nachumdi Dover, United States, oggi ceo della compagnia produttrice, ingegnere e imprenditore che ha ripreso in mano molti dei progetti mai realizzati dal padre. Nel team anche un medico che è il “cervello” alla base della tecnologia messa a punto, un’artista e una creativa per rendere accattivante e modaiolo l’apparecchio, il responsabile di un centro clinico di Tel Aviv per il test.
La ricerca è iniziata a febbraio 2013, i primi test a maggio 2014 su 50 donne. Poi si è arrivati al prototipo e infine alla campagna di lancio, che ha superato ogni attesa. Il prossimo ottobre saranno consegnati i primi pezzi a chi li ha ordinati. Considerando che, in media, l’appuntamento con il ciclo inizia a 12 anni e finisce a 52, ogni donna ha 480 volte nella vita il ciclo, per cinque giorni (sempre in media).
Chi usa Livia prova una sensazione di “leggera vibrazione”: in caso di crampi – capita al 50% circa delle donne – basta collegare due piccole placche (elettrodi) al basso addome, collegate all’apparecchio che si può ancorare ad esempio alla cintura dei pantaloni. Così, senza pastiglie o farmaci di altro genere, viene sostanzialmente fermato il viaggio del segnale doloroso. Nessun effetto collaterale, effetto immediato, nessuna possibilità di assuefazione nè interferenza con l’assetto ormonale o la fertilità. E per ricaricarlo basta collegare a una presa Usb.
In caso di “dolore severo”, il dispositivo abbatte il dolore dell’80%, “ecco perché può aiutare anche in caso di patologie come l’endometriosi“, si legge nel sito, mentre nella pagina Facebook in molte hanno condiviso la propria storia di una difficile convivenza con l’appuntamento mensile. Livia è “fatto per essere indossato e dimenticato”, assicura Chen Nachum, al vertice di iPulse Medical, la compagnia che produce l’apparecchio, fondata in aprile 2015. La campagna di raccolta fondi ha avuto un tale successo che gli ordini sono ancora aperti: costa 85 dollari, a regime invece ne serviranno 149.