Sono ormai all’undicesimo giorno del mio viaggio in Danimarca. Alla ricerca del segreto danese della parità fra i sessi, tra una montagna russa vintage nel parco di Tivoli e un travestimento da elfo della montagna nella casa dei balocchi di Hans Christian Andersen a Odense. Sarà che ieri qui è ricominciata la scuola, ma questa pioggia settembrina che non ti lascia mai del tutto ha messo un po’ di uggia a me e alla mia famiglia. Così, dopo un pomeriggio passato tra i capisaldi del design di Aarhus e una passeggiata in riva al laghetto della fattoria che ci ospita, io e i ragazzi ci siamo dati a un sano zapping televisivo, rigorosamente sui canali danesi.
Ci sono film in lingua originale inglese, tg, cartoni animati. Ma quello che a noi piace di più è guardare la pubblicità. Delle merende per bambini, degli smartphone in offerta, del parco giochi di Legoland, delle assicurazioni online. E poi, all’ improvviso, ecco che ci si para davanti il miracolo del detersivo. Non credo ai miei occhi! C’è un padre, per niente goffo – anzi, direi parecchio pratico – che stira una camicia. Poi sistema la giacca a impeccabili figli e li accompagna a scuola in orario. Sale sul bus, va a lavoro e a pranzo fuori. E mentre torna a casa pensa: oddio, la mia camicia puzzerà di sudore? Ma no, perché al detersivo ho aggiunto (si può dire? Si, questa volta è per una buona causa, io credo che si può dire…) Vanish all’ossigeno attivo. E la telecamera sfuma sul flashback di lui che fa la lavatrice, sempre in maniera impeccabile.
Caccia allintruso: dov’è l’intruso? Se fossimo in Italia, diremmo che è l’uomo. Quante pubblicità ricordate sulla tv italiana di uomini che si stirano la camicia e fanno il bucato in maniera impeccabile e abitudinaria? Se un padre compare, nei nostri spot, è goffo per antonomasia: rovescia tutto il detersivo, porta a scuola i figli a portone già chiuso, cucina surgelati e fa stirare i panni all’anziana madre. Qui in Danimarca, invece, semplicemente fa la sua parte.
Alley Oop ha scritto tante volte, di stereotipi sessisti nella pubblicità. Troppe donne davanti alla lavatrice. Troppe ragazze seminude con in mano una bottiglia di birra. E nessun uomo che stira una camicia senza lasciarci sopra l’impronta bruciata del ferro. Ora, di tv danese ne ho vista davvero poca. Ma se nel quarto d’ora di ieri sera ho trovato almeno uno spot talmente politically correct da essere rivoluzionario, immagino che a guardarne un’ora ne avrei scovati parecchi di più. Così spengo, e vado soddisfatta a sedermi a tavola. La mia cena è pronta: sarà che l’aria di Danimarca fa bene, ma questa sera ha cucinato tutto lui.