Comunque la si metta, oggi è una giornata in cui le donne italiane faranno meglio degli uomini. Le donne del rugby, intendo. Stasera si chiude il Sei Nazioni maschile, e per l’Italia è arrivato il Cucchiaio di legno, quello che si dà all’ultimo classificato. Per le nostre ragazze del rugby il torneo invece finirà domani, con nessun pericolo di maglia nera e in più il trofeo della qualificazione ai Mondiali del 2017. Se questo non è gioco di squadra femminile…
“Sia chiaro, con gli uomini non abbiamo alcuna rivalità. Gioiamo e soffriamo con loro”, si affretta a specificare Maria Magatti, giocatrice della nazionale e capitana dell’ASD Rugby Monza, a oggi in testa alla classifica della Serie A femminile di rugby. Proprio ieri si è laureata in Scienze motorie, e oggi è già in ritiro nel Galles, per l’ultima partita del Sei Nazioni rosa. Quando si dice multitasking.. Il rugby le avrà insegnato come affrontare ogni questione di petto… “Macché – confessa – piuttosto che discutere la tesi, avrei preferito giocare una partita, anche di quelle importanti!”.
Ringhio sul campo – come le chiamano i fan del Monza – donne come le altre nella vita? Non del tutto. Cecilia Barazzetta la vede diversamente. Pilone dell’ASD Rugby Monza in campo – “l’equivalente femminile di Castrogiovanni, per intenderci” – analista del Centro di ricerca di Banca Intesa Sanpaolo nella vita. “Il rugby? Sono dieci anni che influenza il modo in cui mi relaziono con il prossimo – racconta – e credo che abbia anche avuto un peso nel colloquio per la mia assunzione”. Cecilia si laurea in Economia alla Cattolica di Milano e subito arriva il colloquio per uno stage a Intesa. Non vuole parlare del rugby, durante quell’incontro, “per chi aspira a un ruolo di rappresentanza, ammettere che un giorno o l’altro potrebbe arrivare in ufficio con un occhio nero non è il massimo”. Poi però, di fronte alla domanda della commissione sugli hobby, cambia idea e confessa la passione per la palla ovale. “Si sono subito incuriositi, e secondo me di questo hanno tenuto conto. Di tutta quella tornata di stagisti, sono l’unica a essere stata riconfermata”.
Il rugby come passione, ma anche come disciplina della mente. Come impronta che forgia il carattere. Sarà anche per questo che una società di consulenza come la PricewaterhouseCoopers ha scelto di fare da sponsor alle ragazze del Monza. “Il rugby – spiega Cecilia – mi ha insegnato a essere determinata. Ad avere fiducia in me stessa. A mettermi alla prova per superare i miei limiti. E a giocare in gruppo: la palla, nel rugby, va passata per forza”. Per raccontare tutto questo, ma in soli 3 minuti, le ragazze del Monza hanno appena girato un video. Sicurezza in noi stesse, gioco di squadra: scolpiamo queste frasi nel marmo. Sono proprio due delle qualità più importanti che mancano a noi donne per raggiungere gli uomini, sfondare il tetto di cristallo. Prenderci il nostro posto, qualunque sia il posto che ciascuna di noi vuole raggiungere.
Come promemoria, da oggi, ci vuole una palla ovale sull’angolo in fondo del comodino. Quello vicino alla sveglia.