«Il gruppo genera il cambiamento. La rete è la risposta a tutte le fragilità». Chiara Ceretti, presidente di Spazio 3R, atelier di sartoria artigianale sostenibile, è emozionata: ha appena inaugurato il secondo laboratorio dedicato alla formazione sartoriale a Milano. Uno spazio in via Ascanio Sforza 75 (Naviglio Pavese) in cui moltiplicare le occasioni di inserimento sociale e lavorativo per donne in situazioni di vulnerabilità e promuovere un nuovo concetto di moda sostenibile, a livello ambientale e sociale, utilizzando solo materiali tessili di recupero.
Fare impresa per rinascere
«Spazio 3R è nato nel 2016 per supportare donne con vissuti difficili e aiutarle a ricucire i tasselli della propria vita per un pieno inserimento sociale e lavorativo. Quando siamo partite con il primo corso di sartoria sempre a Milano, in viale Lazio, non avremmo mai immaginato che il progetto sarebbe potuto diventare un punto di riferimento per così tante donne che vedono nella sartoria un’opportunità per ricominciare e ripensarsi come esseri umani e come professioniste» – racconta Chiara.
Dalla nascita a oggi, la sartoria ha affiancato più di 200 donne da oltre 35 Paesi del mondo e dal 2023 è diventata un’impresa sociale con l’obiettivo di diventare un ponte con il mercato del lavoro nel settore della sartoria. L’associazione, infatti, era nata come una costola di Associazione IRENE, organizzazione per la promozione delle politiche sociali dell’Unione Europea, per portare a Milano le esperienze di progetti europei, ma dal 2020 ha iniziato a camminare sulle proprie gambe, grazie alla collaborazione di oltre 20 partner e al supporto di tante donne, come Cora, oggi vicepresidente di Spazio 3R, che ha scoperto il laboratorio inizialmente come cliente, per sviluppare i propri prodotti, per poi diventare parte attiva del progetto, o Rania e Halima, entrate come corsiste e oggi diventate tutor.
La forza della rete
«Abbiamo tante storie come le loro: alcune ragazze sono arrivate da noi senza sapere l’italiano o senza aver mai provato prima a cucire. Avevano semplicemente bisogno di uno spazio sicuro. Già solo varcare la porta del nostro laboratorio ha dato loro sicurezza: compiere quel gesto, tutt’altro che semplice, ha significato per ognuna di loro guardarsi con altri occhi e trovare la forza per affrontare turbamenti e difficoltà» racconta Chiara. E conclude: «Quando le donne si uniscono, accadono cose straordinarie. Scoprirsi “sorelle” è un modo potentissimo per rigenerarsi».
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