Camminare di notte in città, il 57% delle donne non si sente al sicuro a Milano

Maggiore illuminazione, negozi aperti e più mezzi pubblici: sono questi i fattori che migliorano la percezione della sicurezza in strada nelle ore notturne in città. Una percezione che pesa soprattutto sulle donne e che ne limita la liberà di movimento. Fondazione Transform Transport Ets, Sex & the City Aps, TeMA Lab – Università degli Studi di Napoli Federico II – e Walk21 Foundation, integrando competenze, esperienze e strumenti tecnologici, hanno dato vita al progetto “Step Up – Walkability for Women in Milan”, vincitore del bando “Inequalities Research – Generating new knowledge to reduce inequalities 2022” e finanziato da Fondazione Cariplo. Step Up che ha come tema la camminabilità a Milano e analizza la percezione della sicurezza nella città da parte delle donne e delle minoranze di genere. La walkability è infatti un parametro essenziale per rilevare quanto l’ambiente urbano sia accogliente e inclusivo, adatto agli spostamenti a piedi, in termini di disponibilità di servizi di prossimità, connettività delle strade, comfort degli spazi pubblici e sicurezza stradale.

La differenza di genere cambia la percezione di sicurezza

È necessario però sottolineare che la percezione di walkability cambia sensibilmente a seconda delle caratteristiche individuali delle persone. Le donne, per esempio, vivono la città in modo diverso dagli uomini: spesso si sentono meno sicure, temono aggressioni o molestie e per questo sono portate a cambiare percorso, a studiare la direzione che pensano essere meno pericolosa prima di incamminarsi verso il luogo di destinazione, soprattutto di notte, quando aumenta la preoccupazione per la sicurezza personale. Per questo motivo, Step Up ha valutato il livello di camminabilità notturna di Milano, focalizzandosi su fattori legati all’ambiente urbano (caratteristiche spaziali e uso della città) e all’identità delle persone come il genere, l’età e lo status economico. Una ricerca scientifica durata un anno, da marzo 2023 a febbraio 2024, che ha sottolineato come i fattori che maggiormente influenzano la percezione di sicurezza di notte sono la conformazione spaziale della città (ovvero le caratteristiche geometriche e morfologiche dello spazio), il suo uso (la presenza di persone), gli hotspot (ossia spazi puntuali e riconoscibili come sicuri o pericolosi).

Questi fattori sono stati analizzati attraverso un questionario online, dei focus group e l’analisi di circa 70 mila segnalazioni delle utenti di Wher, un’applicazione che raccoglie le valutazioni sulla percezione della sicurezza delle donne che frequentano la città. Questi dati sono stati poi elaborati attraverso una serie di mappature Gis (sistemi informativi computerizzati che integrano informazioni e contesto geografico) per indagare come i diversi fattori si manifestino nello spazio urbano. I numeri evidenziano come, se di giorno la percezione di sicurezza delle strade milanesi non è poi così diversa tra uomini e donne, di notte la situazione cambia drasticamente. Il 91,73% degli uomini e l’81,64% delle donne hanno affermato che si sentono sicuri nel camminare per strada durante la giornata. Gli uomini che invece si sentono insicuri durante la notte sono solo l’8,27% contro ben il 57,05% delle donne. Questa percezione di insicurezza, che inevitabilmente si trasforma in paura di camminare da sole nello spazio pubblico di notte, incide sulla scelta di non lasciare la propria casa durante le ore notturne: il 20,15% delle donne ha affermato di non uscire la notte contro il 3,8% degli uomini.

I fattori che rendono “sicure” le strade

Con l’ausilio dell’app Wher si è potuto poi valutare il 67% delle strade di Milano. Esistono comunque delle “zone grigie”, ovvero aree prive di segnalazioni, in particolare ai margini della città: ciò suggerisce un basso tasso di frequentazione notturna di quelle aree da parte delle utenti della app (per lo più ragazze tra i 18 e i 25 anni). Grazie al modello Gis proposto da Step Up, si sono individuati tre fattori statisticamente significativi per aumentare il senso di sicurezza delle donne o delle minoranze di genere durante la notte: innanzitutto la presenza di impianti di illuminazione stradale. La progettazione di strade e spazi pubblici dovrebbe infatti prevedere la presenza e la manutenzione di adeguati impianti di illuminazione per garantire una maggiore consapevolezza dell’ambiente circostante e di conseguenza una maggiore percezione di sicurezza delle donne durante la camminata notturna.

In secondo luogo, la presenza di attività aggregative: gli esercizi aperti nelle ore notturne attirano la presenza di persone e questo aumenta la percezione di sicurezza delle donne legata alla possibilità di ricevere sostegno sociale, anche se da parte di estranei, piuttosto che una sensazione di desolazione e isolamento. Infine, la frequenza di mezzi pubblici: il potenziamento del trasporto pubblico notturno renderebbe le fermate di autobus e tram più frequentate e di conseguenza percepite come luoghi più sicuri. Il modello proposto da Step Up valuta questi tre fattori in relazione alla posizione nella città, in questo modo è possibile individuare zone con un basso punteggio di sicurezza dove sarebbe necessario intervenire per apportare dei miglioramenti. Secondo lo studio, il 54,2% delle strade milanesi trarrebbe beneficio da un aumento di luoghi aggregativi aperti la notte (in particolare ai margini della città), il 28,1% da un miglioramento del livello dell’illuminazione pubblica (per esempio a Quarto Oggiaro, ma anche Certosa/via Gallarate), il 25,8% attraverso il rafforzamento del trasporto pubblico di superficie durante le ore notturne (in varie zone, tra cui a sud, nell’area di Stadera).

Applicare il gender mainstreaming a tutta la macchina amministrativa

I risultati di questo progetto evidenziano in maniera inequivocabile come la percezione dello spazio pubblico sia diversa a seconda del genere. Un’evidenza che dovrebbe essere valutata anche nell’ambito dello sviluppo delle politiche pubbliche, che per questo motivo dovrebbero includere maggiormente le donne e le minoranze di genere nei processi partecipativi e nella raccolta dati. Per rendere più sicure le strade occorrerebbe dunque applicare il gender mainstreaming, ovvero l’integrazione della prospettiva di genere in ogni fase dei processi decisionali, a tutta la macchina amministrativa, e individuare soluzioni pianificate e graduali supportate da strumenti digitali e ricerca scientifica. Dalla ricerca emerge inoltre che un’equilibrata compresenza di aree pubbliche, attività produttive e zone residenziali garantisce un presidio spontaneo delle strade da parte dei cittadini e, di conseguenza, innesca opportunità di contatto e mutuo supporto.

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