L’8 marzo abusivo dell’artista Alterales

“Ricordati, la luce di cui hai bisogno è dentro di te”. Oppure “Ascolta i tuoi desideri”. O ancora “Una donna dovrebbe essere due cose: chi e cosa vuole”. Questi sono solo alcuni dei messaggi illustrati che ogni 8 marzo, ormai da cinque anni, compaiono su muri, pali della luce e fermate del bus di diverse città italiane (e, in qualche caso, anche europee). Questi bigliettini – creati da una squadra di 30 artiste – assomigliano a quelli che gli studenti appendono sulle bacheche di scuole o biblioteche per trovare clienti per le ripetizioni. Negli inserti staccabili però, al posto dei numeri di telefono da chiamare per qualche carenza in fisica o latino, ci sono una serie di disegni e frasi. Le istruzioni sono semplici: se non sei interessato, lasciali al loro posto. Altrimenti, puoi staccare un disegno e regalarlo a qualcuno che desideri stupire o ispirare. Questo progetto, racconta la sua ideatrice, l’illustratrice e attivista climatica Alessia Iotti (Alterales), si chiama “8 marzo abusivo”. Il suo obiettivo è “risvegliare la meraviglia e attivare le persone”. Infatti, come recita, una delle illustrazioni, “la cura – per sé stessi e per gli altri – è un atto politico”.

Cura, rispetto e inclusione nei disegni per l’8 marzo

L’idea è venuta a Iotti nel 2018, “vedendo dell’edera che si arrampicava sul muro su cui qualcuno aveva lasciato una poesia – spiega – Quell’immagine mi ha meravigliato così tanto che ho voluto fare lo stesso con le persone intorno a me”. Per raggiungere questo obiettivo, Alessia – che gestisce da diversi anni una pagina Instagram “Alterales”, dove sensibilizza su clima e temi sociali con le sue vignette, e nel 2023 ha pubblicato il libro “La crisi climatica esiste, non è un unicorno ” – ha deciso di fare quello che le riesce meglio: disegnare. “Ho scelto l’8 marzo – la Giornata internazionale della donna – perché mi è sempre piaciuta. È una data che porta le persone ad attivarsi, a regalarsi fuori, ma a volte anche occasioni di confronto – afferma – Io ho deciso che avrei regalato disegni, ma anche spunti di discussione” sulla parità di genere, sul femminismo, sull’inclusione, ma anche sulla cura e sul rispetto reciproci.

“Distribuzione abusiva di meraviglia”

Così, alle 5:00 di mattina dell’8 marzo 2018 indossa l’impermeabile, inforca la bici e parte per “distribuire abusivamente meraviglia”, attaccando i bigliettini con le sue illustrazioni in giro per il suo paesino, in Emilia Romagna. “C’era solo un grosso problema: la nebbia, così fitta che dovevi quasi chiedere ‘permesso, mi lasci vedere qualcosa’ – racconta Iotti – I fogli di carta erano umidi e non riuscivo ad attaccarli con il nastro adesivo tanto le superfici erano bagnate”. Dopo essersi arrabattata, con puntine e altri mezzi di fortuna, Alessia torna a casa “stanca e in ritardo per il lavoro. Mi sono chiesta ne è valsa la pena?”.

La risposta alla domanda arriva la sera stessa, quando Iotti aprendo i social vede le immagini dei suoi bigliettini e l’entusiasmo di chi le ha trovate. “Qualcuno mi ha detto è proprio la frase di cui avevo bisogno oggi – racconta – La cosa più bella è che però, oltre a portare io meraviglia, le persone l’avevano portata a me”. L’anno successivo Alessia ha deciso così di espandere il progetto, portare tramite “L’8marzo abusivo” in altre città. “All’inizio ho chiesto aiuto alla mia community sui social, ma senza dare un link per scaricare le illustrazioni – spiega – Questo progetto richiede infatti un piccolo atto di coraggio, quello di chiedere a chi già è coinvolto, come posso partecipare?”.

Nel 2022 “L’8 marzo abusivo” ha attivato quasi 200 persone in tutta Italia, raggiungendone un numero ancora maggiore. “Ha anche attraversato i confini: mi hanno mandato i biglietti tradotti in francese e in spagnolo – afferma Iotti – È un atto anomalo che consiste nel dare, per non ricevere nulla in cambio, salvo creare una piccola comunità di persone che vogliono attivarsi per creare un atto di meraviglia”. Per partecipare, anche quest’anno, basta contattare Alessia sui suoi canali social.

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