Giovani e social media, quando il costo della bellezza può diventare pericoloso

Una proposta educativa specifica e approfondita sull’uso consapevole dei social media all’interno dei piani di offerta formativa delle scuole primarie e secondarie, dando piena attuazione alla legge n. 92/2019 sull’educazione civica nelle scuole (art. 5, educazione alla cittadinanza digitale). E’ questo l’obiettivo della campagna di sensibilizzazione “Il costo della bellezza”, presentato di recente a Roma dal brand Dove in collaborazione con Cittadinanzattiva (organizzazione che promuove l’attivismo dei cittadini per la tutela dei diritti e il sostegno alle persone più deboli) e Social Warning – Movimento Etico Digitale, no-profit nata 5 anni fa per sensibilizzare ragazzi e adulti sulle potenzialità e i rischi del web.

Ma c’è anche un altro obiettivo: mettere delle basi solide per rendere le piattaforme social un ambiente più sicuro per le future generazioni; un aspetto condiviso appieno dai tre promotori che hanno lanciato una petizione online su Change.org che nel primo mese ha raccolto quasi 35mila firme.

Madrina del progetto è Aurora Ramazzotti, da diversi anni in prima linea contro i leoni da tastiera che riempiono i social media con messaggi dannosi per la salute mentale: “Mi ha colpito molto sapere che ci sono tante persone che condividono lo stesso disagio. Iniziative come questa aiutano a non arrendersi e a non sentirsi sol* davanti ad atteggiamenti tossici subiti per anni con la convinzione di non poterli arginare in alcun modo. Ogni giorno sui social abbiamo a che fare con modelli di bellezza sbagliati e commenti intollerabili”.

I dati sulla dipendenza da social media

I ragazzi in età scolastica sono spesso sopraffatti dal mondo virtuale e sovraesposti quotidianamente a messaggi dannosi che propongono modelli di bellezza irreali, il cui unico risultato è quello di minarne l’autostima e il benessere mentale e fisico. Basti pensare che la maggior parte dei giovani di età compresa tra i 10 e i 17 anni viene esposta a 5 contenuti su 10 che incoraggiano la perdita di peso e a 6 su 10 che mostrano corpi perfetti e irrealistici (sondaggio online condotto da Edelman DXI nell’aprile 2023 su 2736 adolescenti, 2036 genitori e 207 specialisti della salute mentale giovanile).

Tutto questo ha un prezzo che in molti casi è davvero troppo alto da pagare. Secondo una recente ricerca condotta in Italia dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) per conto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, quasi 100mila studenti tra gli 11 e i 17 anni presentano caratteristiche comportamentali compatibili con una dipendenza da social media, con una maggiore probabilità di sviluppare ansia sociale; una condizione che porta a chiudersi in se stessi per paura di esporsi e ricevere giudizi negativi.

L’ansia sociale, inoltre, è un fattore di rischio per l’instaurarsi di bassa autostima, depressione o aggravamento di disturbi alimentari come l’anoressia. A peggiorare il quadro, poi, c’è il tempo passato dai giovani sui social media (da 2 a 4 ore al giorno nel 44% dei casi, no stop nel 40%) e la mancanza di controlli da parte della famiglia: per il 65,5% dei casi non esistono regole di utilizzo.

“In adolescenza il corpo è percepito soprattutto come oggetto degli sguardi altrui, ma in primo luogo di sé stessi – spiega Teresa Grimaldi, psicoterapeuta dell’IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma – perché è un corpo guardato. Pertanto, la valutazione e l’apprezzamento di sé comincia dal corpo e dal suo doppio ruolo, oggetto da attaccare e strumento personale. Nella clinica ospedaliera capita spesso di vedere corpi sotto attacco: mai troppo belli, mai troppo tonici, mai troppo all’altezza, corpi che deludono e tradiscono le aspettative di perfezionismo e idealizzazione indotte dal mondo esterno; e che si scontrano con una fragilità interna spesso dovuta anche ai cambiamenti fisiologici tipici dell’età adolescenziale”.

La campagna di sensibilizzazione di Dove

Come raccontare una campagna di sensibilizzazione su un tema delicato come la salute mentale giovanile? Con un video, che Dove ha ideato e realizzato per offrire uno sguardo sulle vite di quei giovani che hanno subito conseguenze negative reali provocate da contenuti social dannosi. E con un manifesto, che sintetizza l’impegno del brand a supporto della petizione. La protagonista si chiama Viola, ed è una ragazza di 15 anni che vive un percorso di crescita, trasformazione e di felicità ritrovata anche nella bellezza e nell’unicità dell’imperfezione.

Simbolo della campagna è il bracciale dell’autostima, ispirato a quello che indossano i giovani che lottano contro disturbi alimentari o con problemi legati alla salute mentale. La differenza è che il bracciale incarna un valore positivo di rinascita e forza che sradica il messaggio di bellezza irreale promosso sui social media, a favore dell’autostima e del rispetto verso le proprie unicità.

Un impegno concreto nelle scuole

Il mondo virtuale è uno dei luoghi dove i giovani si sentono apparentemente protetti, ma che invece li rende più facilmente esposti ai giudizi, soprattutto riguardo l’aspetto fisico. In particolare, le piattaforme social media ospitano un’altra percentuale di contenuti dove l’apparire conta più dell’essere. Un apparire fatto di modelli estetici irraggiungibili che spesso diventano fonte ulteriore di pressione sociale e senso di inadeguatezza.

Il progetto Autostima di Dove è attivo in tutto il mondo e nasce nel 2004 con la collaborazione di esperti nel campo della psicologia e della salute. Ad oggi, ha già raggiunto più di 94 milioni di ragazzi e ragazze in 153 Paesi. In Italia, dal 2019, ha coinvolto 40.000 classi per un totale di circa 880.000 studenti del 4° e 5° anno della scuola primaria e secondaria di I grado.

L’anno scolastico 2022/2023 ha visto anche il contributo della dottoressa Stefania Andreoli, tra le massime esperte italiane in materia di psicoterapia dell’età evolutiva, che ha realizzato il nuovo kit formativo “Al posto tuo“, offrendo vere e proprie lezioni di autostima agli studenti e sessioni di formazione agli insegnanti. Le scuole raggiunte sono state più di 15000, con oltre 330000 studenti e più di 2800 insegnanti coinvolti. Per l’anno scolastico 2023/2024 le risorse già messe a disposizione dei docenti e degli alunni si arricchiranno di nuovi contenuti, con percorso formativo ad hoc sull’uso consapevole dei social media, per offrire ai ragazzi gli strumenti utili per autotutelarsi e imparare a discernere ciò che è reale e perseguibile, ed evitare le insidie del mondo virtuale.

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