Da settembre in tutte le scuole russe di ordine e grado ogni lunedì deve iniziare con la lezione “Conversazioni su temi importanti”. Gli argomenti principali sono legati ad aspetti della tradizione del Paese, per stimolare negli studenti l’amore per la patria. Ogni scuola deve perciò avvalersi di un ricco programma didattico e di materiali da scaricare online.
Ogni lunedì viene trattato un argomento: la Russia, la festa del papà, della mamma, i simboli del Paese, la giornata della conoscenza e rigorosamente la lezione si apre con l’inno russo e la bandiera a vista. Il 10 ottobre per esempio è stato dedicato alla festa del papà. Per i ragazzi più grandi gli insegnanti si sono avvalsi di materiale specifico e direttive ben chiare su cosa dire e come dirlo. Un file spiega come raccontare la figura del padre:
“La paternità era originariamente associata nel nostro Paese al ruolo del marito, al ruolo del padre del bambino. Il modello familiare più diffuso era il modello patriarcale. In questo modello si attribuiva al padre il posto centrale della famiglia, si affermava la sua responsabilità per il benessere e la salute di tutti i suoi membri. (…) È un capofamiglia, un modello. Nel monumento della letteratura russa del XVI secolo Domostroj, che è una raccolta di regole per tutti i settori della vita familiare, viene dato un consiglio al padre per allevare i suoi figli: “La purezza dell’anima dovrebbe essere protetta …; alla presenza degli anziani – silenzio, davanti ai più saggi – obbedienza, agli eguali e ai più giovani – amore sincero; …, parla di meno e sii più intelligente, non audace con le parole, non indugiare nelle conversazioni, non recitare con una risata … “.
A scuola di patriottismo
Se per definire le caratteristiche del ruolo del padre il ministero suggerisce il Domostroj, un libro del XVI secolo, il 12 settembre per la lezione su ‘la Russia, il nostro Paese’ si ispira, tra gli altri, anche ai pensieri del maresciallo Georgij Konstantinovič Žukov che fu ai massimi vertici di comando dell’armata rossa. Estremamente determinato, tenace, in alcune circostanze anche brutale nella sua conduzione militare, Žukov divenne uno degli uomini chiave di Stalin e nell’esercito ebbe un ruolo fondamentale.
Tra i documenti offerti dal ministero si può leggere: “Non puoi diventare un patriota se ti limiti agli slogan. I veri patrioti sono pronti a difendere la loro patria con le armi in mano, ma questo non è l’unico modo per mostrare patriottismo. Il patriottismo si manifesta con piccoli gesti: conoscenza della storia del proprio paese, rispetto per la sua cultura e tradizioni, quindi un patriota è uno di noi che è pronto ad agire per il bene del suo paese, della sua patria”.
Il primo insegnante che si è messo in cattedra e ha dato il via alle ‘conversazioni su temi importanti’ è stato proprio il presidente Vladimir Putin, che il primo settembre ha tenuto a Kaliningrad una lezione ai ragazzi vincitori delle olimpiadi scolastiche di varie discipline (il video pubblicato su youtube non è riproducibile in altri siti). Durante la lezione il presidente ha parlato dell’operazione speciale, della necessità di difendersi dalla minaccia ucraina, sottolineando che ‘i ragazzi che vi combattono rischiano la salute e molti muoiono. Devono capire per cosa stanno dando la vita: per la Russia e per le persone che vivono in Donbass.’
Anche in Bielorussia l’anno scolastico è stato inaugurato da una lezione tenuta dal presidente Aljaksandr Ryhoravič Lukašėnka, che ha ringraziato Iosif Stalin e Lavrentij Pavlovič Berija per per aver guidato il processo di creazione di armi nucleari. Come il compagno Putin, Lukašėnka ha spiegato ai ragazzi il valore del patriottismo: ‘Non voglio che combattiate ora. Combatteremo solo in un caso, se la nostra sicurezza nazionale sarà minacciata. E questo accadrà quando saremo attaccati da altri stati. Allora ragazzi preparatevi. Io sarò avanti, voi sarete dietro di me”
Lezioni di disobbedienza
Il blog russo Glasnaya Media ha intervistato un’insegnante di San Pietroburgo: Olga Milovidova, che ha annunciato di opporsi alla nuova regola con “lezioni di disobbedienza”. Glasnaya ha registrato il suo monologo sul perché è importante che gli insegnanti mantengano la propria dignità e perché le “lezioni di patriottismo” siano pericolose : “Non considero queste lezioni innocue. L’educazione deve sempre portare il dubbio. Il patriota non ha dubbi! Tutto è già stato deciso per lui, tutto gli è stato detto e tutto ciò che non è permesso è proibito. Semplice e conveniente. Condurre un dialogo con una persona uguale e libera è al contrario difficile”.
Olga Milovidova ai tempi della perestrojka, caduta la cortina di ferro, ha sognato di creare una scuola che permettesse ai bambini russi di poter accedere alle università europee. “‘Ho sognato una scuola che unisse i paesi e rendesse il mondo non solo grande, ma anche vicino, insegnando loro a vivere in un mondo globale, diventando un ponte tra diversi paesi, culture e lingue’”
Questa scuola è nata il 1° settembre 1989: la scuola n. 204 in via Millionnaya a San Pietroburgo . Grazie alla collaborazione con delle scuole di Turku in Finlandia per la prima volta nella storia dell’URSS, tre scuole della Leningrado sovietica e tre scuole della Turku finlandese firmarono un accordo sull’amicizia reciproca. Nel 1986 gli studenti finlandesi andarono a Leningrado, volevano conoscere personalmente gli amici sovietici. Con l’inizio dell’ “operazione speciale” tutto è cambiato. Dal primo settembre a scuola sono obbligatorie le lezioni di patriottismo ma secondo Olga quello che manca non è il senso della patria ma ‘ il desiderio di imparare una lingua comune che unisca e non divida’.
“Ho lasciato la mia posizione nella direzione della scuola. – racconta con profonda tristezza a Glasnaja Media, che conclude: “Sì, insegnerò ancora ai bambini di prima elementare, non posso lasciarli. Ma come si può vivere liberamente quando lo stato impone la sua volontà?”
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