Perché alle bambine fa bene giocare a calcio

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Chi ha detto che il calcio non è uno sport per ragazze? A guardare i numeri sembrerebbe un dato di fatto: meno del 2% dei giocatori nelle giovanili in Italia sono bambine (1,9%, 9 mila in tutto il Paese), numeri decisamente sotto la media europea e mondiale. Eppure a loro correre dietro ad un pallone fa bene, e lo fanno bene. A raccontarci perché è Ben Goodridge, allenatore FICG che ha lavorato prima a Shangai come general manager della sport coaching company Shangai Ltd e poi in Australia per la federazione calcistica FA di Sydney. Ora è nel nostro Paese e in un anno con GAEA Football, il programma di calcio dedicato esclusivamente alle bambine dai 6 agli 11 anni ha già “fatto correre” più di 80 ragazze.

Ben prima di approdare il Italia, in Australia ha contribuito a formare oltre 40 mila ragazze: perché ha scelto di creare gruppi solo al femminile e cosa hai osservato nelle dinamiche di gioco tra di loro?

Quando sono tra di loro, le bambine si sentono più a loro agio, sono libere di provare, sbagliare, confrontarsi senza la paura di venire giudicate o non capite dai maschi. A questa età è importantissimo che acquisiscano self–confidence e divertendosi imparino le dinamiche di gruppo in un gioco molto fisico e tattico. Pochi altri sport oltre al calcio consentono davvero alle ragazze di scendere in campo, sporcarsi, confrontarsi anche fisicamente e divertirsi! Abbiamo creato questo format perché crediamo che le bambine debbano avere il diritto e l’opportunità di giocare a calcio e di farlo in piena libertà.

Tornato in Italia l’anno scorso, come è stato il primo impatto qui? Il calcio è ancora una “cosa da maschi” da noi.

E’ vero (ride) però vedo anche tanto fermento nel calcio femminile delle ragazze un po’ più grandi, dai 13 anni in su quando per fare i primi campionati devono essere squadre tutte al femminile. Il problema è proprio il “prima”: come ci arrivano queste ragazze ai 13 anni? Quelle che tengono duro tra allenamenti misti, prese in giro a scuola quando giocano in cortile con i compagni e forse anche qualche dubbio da parte dei genitori sono davvero poche, e toste! Il nostro obiettivo è proprio di avvicinarle prima a questo sport e di prepararle facendole divertire. In questo senso ho trovato genitori molto aperti e curiosi, e papà molto fieri delle loro figlie! GAEA Football vuole contribuire a rivoluzionare il sistema calcistico italiano, eliminare gli stereotipi di genere e incoraggiare più bambine a giocare a calcio.

Introdurle al calcio oltre allo sport ha anche una valenza più forte: insegnare loro a correre e non mollare, anche nella vita?

Sì, l’obiettivo è questo. Chi ha detto che il calcio non è uno sport per ragazze? I numeri per ora raccontano un’altra storia ma io in Italia ho visto tante famiglie e bambine curiose e appassionate che magari non avrebbero osato cominciare in una squadra mista. Ci piacerebbe offrire loro un vantaggio nella vita, impegnandoci a far sì che le bambine raggiungano il loro pieno potenziale per aiutarle a crescere sicure, audaci e resilienti! Il fatto poi che i corsi siano in inglese unisce l’utile al dilettevole!

E tutte le bambine, appassionate di calcio, saranno impegnate in luglio a tifare per la Nazionale italiana impegnata negli Europei in Inghilterra:

  • Domenica 10 luglio ore 21.00: Francia-Italia
  • Giovedì 14 luglio ore 18.00: Islanda-Italia
  • Lunedì 18 luglio ore 21.00: Belgio-Italia

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