Cinque ragazzi stanno cambiando il mondo, ecco il docufilm

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La collaborazione tra i registi Cristina Costantini e Darren Foster vanta già un Emmy Award grazie al successo di Science Fair e oggi tornano a unire le forze presentando al grande pubblico “La mia sfida: cambiare il mondo“. Il documentario National Geographic, disponibile dallo scorso 12 marzo su Disney Plus, racconta il viaggio di cinque studenti provenienti da diversi angoli del pianeta che portano i loro progetti imprenditoriali a Macao, in Cina, per competere ai Global Student Entrepreneur Awards.

Santosh viene da una piccola città agricola del Nepal, Alondra lavora alla cassa nella panetteria di famiglia a Porto Rico, Henry è un mago della programmazione di Nairobi, Jason è un esperto di marketing proveniente dalla Grecia e Daniela, un’immigrata in fuga dalla crisi in Venezuela, sta conquistando l’industria chimica dal suo laboratorio all’Università di New York. Impariamo a conoscerne le storie durante la narrazione. Ragazzi che vengono da contesti difficili e hanno superato molti ostacoli per seguire un sogno: dagli uragani alla povertà, ai disordini civili. Si sono fatti strada nel mondo dell’innovazione, dimostrando cosa si è capaci di fare quando in testa si ha un’idea che funziona.

Ai Global Student Enterpreneur Awards, infatti, rappresentano il loro Paese come migliori studenti imprenditori e le finali mondiali sono l’opportunità per conquistare l’attenzione internazionale, nonché l’occasione per aggiudicarsi il premio di 100 mila dollari, che aiuta a rendere realtà l’idea di business presentata. «Dato il momento difficile che stiamo affrontando, questo gruppo determinato di giovani imprenditori è la speranza per il futuro», hanno dichiarato i co-registi Costantini e Foster. «Siamo entusiasti di lavorare di nuovo al fianco di National Geographic e non possiamo immaginare una piattaforma migliore di Disney+ per condividere queste storie incredibili e ispirare bambini e adulti a esercitare un impatto positivo sul nostro pianeta».

New York, NY - Daniela Blanco, Co-Founder of Sunthetics. (Credit: Future of Work Film Inc)

New York, NY – Daniela Blanco, Co-Founder of Sunthetics. (Credit: Future of Work Film Inc)

Alley Oop ha incontrato, vincendo la distanza e il fuso orario, le due protagoniste Alondra Toledo e Daniela Blanco. Il superamento del gender gap nell’innovazione
è un’urgenza che necessita di un approccio sistemico, che deve coinvolgere la politica e la scuola. Le ragazze che scelgono di intraprendere una carriera nelle materie Stem
sono ancora una minoranza: è questa, più del resto, la ragione che rende il documentario prodotto dal National Geographic un’occasione di empowerment femminile, perché diffonde storie di role model che sanno fare la differenza.

disney3Alondra è la ceo di un’app che punta alla giustizia sociale, rendendo i servizi sanitari più accessibili alle comunità di non udenti e ipoudenti. La tecnologia si mette così al servizio dell’inclusione e risulta evidente quanto oggi si lavori proprio a una sua prospettiva sostenibile. E lo dimostra anche Daniela Blanco, che ha avviato l’azienda “Sunthetics” con l’obiettivo di rendere l’industria chimica meno dannosa per l’ambiente. Ha sviluppato un metodo per produrre il componente principale del nylon utilizzando energia rinnovabile, più efficiente ed economica rispetto all’attuale processo industriale.

Dal vostro punto di vista di giovani imprenditrici, oggi qual è la sfida più importante per l’innovazione?
Alondra: Per me la parte più difficile è andare di pari passo con le tendenze tecnologiche, e allo stesso tempo differenziarsi dalla concorrenza. È ciò che ci spinge come squadra a migliorare e crescere.
Daniela: Nell’industria chimica, ad esempio, l’innovazione è al centro. Ogni giorno i chimici e gli ingegneri studiano nuovi materiali e prodotti, come medicinali, plastica biodegradabile, tessuti più resistenti, per esigenze ancora non soddisfatte. Tuttavia l’innovazione in questo settore è spesso una corsa contro il tempo, perché la richiesta è urgente e le aziende spesso non hanno le risorse o il tempo per sviluppare. Molte buone idee rimangono bloccate e non raggiungono mai il mercato. Per questo in Sunthetics elaboriamo piattaforme di apprendimento automatico che accelerano l’innovazione chimica, così da sviluppare processi inediti e sostenibili tre volte più velocemente.

Come mettete in equilibrio innovazione e sostenibilità?
A: Per raggiungere la sostenibilità, l’innovazione è un ottimo percorso e lo è ancora di più nel secolo tecnologico in cui viviamo. L’app a cui sto lavorando, per esempio, sarà completamente sostenibile con l’uso dell’intelligenza artificiale.
D: La sostenibilità è la chiave per garantire il benessere del nostro pianeta e della società. Tuttavia l’implementazione di soluzioni sostenibili in modo redditizio e praticabile richiede più della semplice innovazione. In molti casi le soluzioni sostenibili sono state a lungo considerate più costose, o troppo complicate. Da qualche tempo il nostro settore sta lottando per superare questo malinteso. Per promuovere la sostenibilità nell’industria mi concentro sullo sviluppo di tecnologie che consentono la  creazione di processi economici ed efficienti.

Qual è la vostra opinione sulla ridotta partecipazione delle ragazze alle materie Stem?
A: Andrò dritta al punto: disuguaglianza salariale, minaccia dovuta agli stereotipi, pregiudizi impliciti e mancanza di tutoraggio femminile.
D: A mio parere, le ragazze credono che le opportunità siano limitate per le donne Stem. La conseguenza è che si sentono scoraggiate e decidono di non entrare mai nel campo. Allo stesso tempo sono convinta che i maggiori limiti da affrontare siano quelli con noi stessi: l’ottimismo e la determinazione possono farci superare qualsiasi cosa, perché nessuno può farci sentire inferiori senza il nostro consenso. Spero che tutte le ragazze e le donne Stem ricordino che nessuno, tranne noi, definirà fino a che punto possiamo spingerci. Molti campi sono stati dominati dagli uomini per molto tempo, ma il cambiamento è sempre possibile. Se non è già avvenuto!

Come vi sentite a essere un role model per queste ragazze?
A: Mi sento lusingata, ma allo stesso tempo avverto molta responsabilità. Ogni volta che ho l’opportunità di usare la mia influenza, la utilizzo affinché le ragazze vedano che hanno l’opportunità di ottenere ciò che vogliono solo se credono in sé stesse.
D: Sono stata cresciuta da donne ammirevoli, amorevoli e forti che hanno avuto successo nella loro carriera: sono state le colonne della mia famiglia. Non ho mai
dubitato che le donne siano invincibili e che possiamo realizzare qualsiasi cosa ci proponiamo. Avere loro nella mia vita mi ha plasmato e mi ha aiutato a diventare quello che sono oggi. È surreale, ma meraviglioso, pensare che la mia storia possa ispirare una ragazza a lottare per ciò che vuole. Oggi, per quanto sia felice di seguire il mio sogno, so quanti ostacoli ho affrontato sul mio cammino. Spero che le ragazze riescano a vedere le infinite possibilità che abbiamo quando assumiamo il controllo del nostro futuro e perseguiamo i nostri obiettivi. Voglio pensare che questo documentario ricordi a tutti noi che nessun sogno è troppo grande, nessuna idea è troppo folle: spetta solo a noi realizzarla.

Qual è l’aspetto più difficile delle vostre carriere?
A: Per quanto mi riguarda è dover innovare in base alle esigenze di qualcun altro, poiché l’utente finale è la comunità dei non udenti. Devi fare molte ricerche di mercato per capire le loro esigenze specifiche.
D: L’incertezza. Mentre facevo il dottorato di ricerca ho capito che il mio lavoro è spingere i confini di ciò che si conosce. In questo percorso gli studenti non sviluppano qualcosa che già esiste, piuttosto vogliono dimostrare tecnologie innovative attraverso approcci senza precedenti. Questo può essere molto frustrante perché la maggior parte delle domande che ti poni non ha ancora una risposta. Inoltre, poiché non esiste un percorso prestabilito per raggiungere l’obiettivo, spesso devi fallire prima di trovare l’approccio giusto per riuscirci. Può essere faticoso, ma trovare la soluzione e svelare conoscenze che contribuiscono al benessere del nostro mondo, lo rende arricchente e ne vale assolutamente la pena.

Come immaginate il mondo tra dieci anni?
A: Lo immagino più accessibile in tutto, a cominciare da salute, informazione e istruzione. La tecnologia ha permesso a questi, che sono ancora privilegi per alcuni, di diventare più raggiungibili.
D: Immagino società e industrie più sostenibili, innovative e inclusive. Spero di vedere le nostre vite cambiare con le tecnologie sviluppate da tutti i brillanti imprenditori del documentario. Confido in un mondo che potrebbe non essere perfetto, ma che ci renderà orgogliosi dei nostri progressi.