Calcio femminile, dal 2022 al via il professionismo per la serie A

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Lanciamo il calcio italiano della prossima stagione con il calcio femminile”. Questo è il messaggio di Ludovica Mantovani, presidentessa della Divisione calcio femminile, dopo la decisione di ripartire con la stagione 2020/2021 della Serie A femminile nel week end del 22/23 agosto. Ma questo è, soprattutto, un messaggio che vuole dare uno sguardo concreto al futuro.

20200626_162111Prima, però, è doveroso fare un passo indietro. Nel Consiglio federale è stato deciso all’unanimità di assegnare lo scudetto 19/20 alla Juventus che ha concluso il campionato cristallizzato con 44 punti e soprattutto 9 punti in più di Fiorentina e Milan, seconde a pari merito, con le viola che parteciperanno alla prossima Champions League dopo il calcolo attraverso l’algoritmo. Terzo scudetto in tre anni di vita per la squadra bianconera che, aldilà delle gioie che regala ai tifosi, è stata anche la prima a concedere alle donne uno stadio da uomini: il 24 marzo 2019, infatti, allo Stadium si giocò Juventus-Fiorentina davanti a 40mila persone. Le immagini di quella giornata fecero il giro del mondo e qualche mese dopo le nostre azzurre si fecero conoscere anche per il talento e l’unione di un gruppo che ci ha fatto sognare ai Mondiali.

Restano questi i due momenti topici della storia recente del calcio femminile. E per far sì che tutto questo abbia un seguito, il presidente Gabriele Gravina ha proposto, e il Consiglio ha condiviso all’unanimità, l’avviamento di un progetto graduale che garantisca un periodo adeguato per preparare il sistema al professionismo, in attesa dei decreti attuativi che sta preparando il ministro per lo Sport Spadafora nell’ambito della discussione della legge delega di riforma.

In sostanza il Consiglio Federale ha indicato il via al professionismo per la Serie A femminile a partire dal 2022. “Grazie ai fondi che arriveranno ci indirizziamo verso un livello molto alto. – spiega Ludovica Mantovani – Per il professionismo abbiamo stabilito la partenza per la Serie A nella stagione 2022/23. C’è chiaramente bisogno di un piano economico e finanziario che possa far reggere questo progetto poi anche negli anni successivi”.

Sarà importante stabilire un legame ancora più stretto con la Lega di Serie A maschile dove al momento per le società non c’è nessuna obbligatorietà riguardante il femminile. Ma è chiaro che la prospettiva futura porti proprio in questa direzione, o quantomeno a fare in modo che l’affiliazione tra maschile e femminile sia definitiva.

Un’altra novità emersa dal Consiglio Federale riguarda l’assegnazione della Supercoppa 2020. Non avendo potuto concludere l’iter della Coppa Italia, la soluzione proposta è una formula a 4 squadre (le prime della stagione 2019/20: Juventus, Fiorentina, Milan e Roma) che si ritroveranno a gennaio in un’unica location (ancora da decidere…) per contendersi la Supercoppa. Una scelta vincente per dare ancora più visibilità al movimento e, allo stesso tempo, una scelta da cui emerge una particolare coincidenza: “il trofeo della Supercoppa italiana l’ha inventato mio papà e io per la prima volta ne cambio il format”, lo dice Ludovica Mantovani con quel sorriso smagliante che la contraddistingue sempre.

Ed è proprio così. Il compianto Presidente della Sampdoria Paolo Mantovani dopo la vittoria della Coppa Italia 87/88 parlò con la Federazione per proporre una sfida tra la sua Samp e il Milan vincitore dello scudetto. La proposta venne accettata e la prima Supercoppa venne assegnata ai rossoneri che vinsero 3 a 1. Ma siamo tornati nel passato, mentre il vero obiettivo è quello di guardare al futuro. Il calcio femminile c’è e ci sarà. Più forte che mai.