Il Teff dell’Etiopia trova un compratore grazie ad Alley Oop

Questa è la nostra storia di Natale. Un post scritto nel luglio scorso per far conoscere una realtà etiope e dare la possibilità di avere una vetrina in Italia. Un’azienda italiana che intravede una possibilità commerciale, la esplora e conclude un accordo. Non cambierà il mondo, ma se anche solo una famiglia avrà garantite condizioni di vita migliori, per noi di Alley Oop sarà un traguardo importante. Grazie a Micaela Cappellini che ha saputo vedere e raccontare questa storia, che oggi è sulla prima pagina del Sole 24 Ore.

Ecco la storia:

teff

Due sorelle, un mulino tra le lamiere e il fango nelle baraccopoli alla periferia di Addis Abeba. Un cereale prezioso, il teff, che cresce solo in Etiopia e ha il dono di essere senza glutine. Un viaggio, un incontro che lascia un nodo alla gola. Un tentativo un po’ ardito: «Chi mi aiuta a trovare un compratore in Italia per il teff delle sorelle Ture?». Finiva così, con un messaggio lanciato in una bottiglia, il post pubblicato su Alley Oop, il blog al femminile del Sole 24 Ore, con la storia di queste due donne etiopi determinate a dare un futuro migliore ai loro figli e ai contadini degli altipiani.

Poi capita che i messaggi nelle bottiglie arrivino da qualche parte. E che i giornali finiscano con l’aiutare qualcuno: «Il suo articolo apparso il 10 di luglio è stato illuminante – scrive Giacomo Bartoloni, consulente della Italian Luxury Taste di Corridonia, provincia di Macerata – dopo due viaggi ad Addis Abeba insieme a Marco Valle, il titolare dell’azienda, il 4 di dicembre abbiamo firmato l’accordo per la distribuzione della farina di teff prodotta dal Molino Ture. Abbiamo l’esclusiva per l’Europa continentale, per la Russia e per tutta l’Asia tranne la Cina».

20191227_123120

La storia in prima pagina sul sole 24 Ore del 27 dicembre 2019

Giacomo Bartoloni mi scrive due giorni prima di Natale. E questa è una storia di Natale. In tutti i sensi. Marco Valle, il titolare della Italian Luxury Taste, è un imprenditore marchigiano che di solito si occupa di import-export di vini e prodotti alimentari di lusso. Ma ha una figlia, Sofia, che neanche a farlo apposta ha compiuto cinque anni il giorno di Natale, ed è celiaca. Per questo Marco Valle conosce l’importanza dei cereali senza glutine. Sa quanto possano essere ricercati questi superfood in un Occidente sempre più disposto a pagare caro per una dieta all’insegna della salubrità.
Il teff, però, cresce solo in Etiopia e in Eritrea, a duemila metri d’altezza. Sono spighe millenarie, e soprattutto, sono spighe che il governo di Addis Abeba ha sempre vietato di esportare in quanto costituiscono la base dell’alimentazione della popolazione etiope. Fino a qualche mese fa: dopo tre anni di trafile burocratiche, sono proprio le sorelle Ture a ottenere la licenza numero 001. La prima, in tutto il Paese, che le autorizza a esportare il teff all’estero. «Se potessi venderlo in Europa a dieci, venti volte il prezzo che ha oggi qui sul mercato etiope, potrei pagare di più i contadini che riforniscono il mio mulino – mi confessa a luglio Sozit Ture – potrei reinvestire i soldi dell’export nella modernizzazione agricola. Potremmo raddoppiare la produzione». E mandare a scuola tutti i bambini di queste campagne e di queste baraccopoli.

Il teff come una buona azione. Il teff come un buon affare: «Era un anno che riflettevo sulle potenzialità di questo cereale» racconta l’imprenditore, che insieme al suo consulente aveva anche redatto uno studio di fattibilità. Incontrare il mulino con l’unica licenza all’export di tutta l’Etiopia è stata la molla che ha fatto scattare il business: «Le sorelle Ture – racconta Marco Valle – si sono impegnate a fornirci un container da 200 quintali di farina al giorno per tutto l’anno». Non sarà troppo? «Vogliamo presentare il teff alle principali industrie della trasformazione alimentare in Italia – dice Valle – oltre che senza glutine, questo cereale ha un basso indice glicemico, contiene proteine di albumina tanto quanto un uovo ed è ricco di potassio. Riteniamo che le sue proprietà di superfood siano così interessanti da poter diventare strategiche per tutte le grandi imprese interessate alla produzione di massa di alimenti per celiaci, per diabetici, per vegani e per sportivi». Marco Valle ha in mente Barilla, Ferrero, Galbusera: per questo pensa in grande.

Per le sorelle Ture, l’accordo con Italian Luxury Taste significa soprattutto importanti entrate di valuta pregiata con la quale realizzare investimenti. Significa tornare a sognare per i loro figli le università americane che avevano frequentato loro. Nonno Ture è stato il primo etiope a commerciare in macchinari industriali con i cinesi. Un pioniere che ci vedeva lontano, visto che oggi la Cina è il principale investitore e il più importante partner commerciale del Paese. Poi il denaro è finito, gli appoggi cinesi anche. Così, Sozit e Muna sono dovute tornare a casa. Ma si sono rimboccate le maniche, e hanno ricominciato dal basso.

In Italia, intanto, la farina di teff è già sbarcata: «L’ho portata a mia moglie – racconta Marco Valle – ci ha fatto i biscotti per mia figlia Sofia». Naturalmente, biscotti di Natale.

Questo slideshow richiede JavaScript.

  • Caranci domenicoantonio |

    Dove vi trovate e se possibile contattarvi telefonicamente grazie buon natale

  • Francesco |

    Per chi fosse interessato, lavoro in Etiopia da anni come agente e ho un ottimo produttore interessato a trovare un importatore serio.

  • Micaela Cappellini |

    Buongiorno, come si può leggere nelle prime righe del post, ho scritto questo articolo nel dicembre di tre anni fa. Immagino che il sequestro a cui lei fa riferimento sia quello avvenuto nel porto di Livorno il 24 giugno 2022: si tratta di 22 tonnellate di teff provenienti dall’Etiopia che sono risultate inquinate da un pesticida tossico per l’uomo. Sugli altipiani etiopi la coltivazione del teff occupa 2,2 milioni di ettari ed è il principale cereale per l’alimentazione dei suoi 115 milioni di abitanti. Considerando una media produttiva di 2,3 tonnellate per ettaro, il Paese produce circa 5 milioni di tonnellate di teff all’anno. Che ci siano delle partite di teff inquinate è più che possibile, così come è capitato in passato ai pomodori italiani o al grano canadese. Ma un sequestro di 22 tonnellate su 5 milioni di tonnellate rende difficile sostenere la tesi che tutto il teff etiope sia tossico. Per quanto sono riuscita ad informarmi io, poi, non abbiamo certezze che quelle 22 tonnellate provengano dall’azienda agricola delle sorelle Ture, che io incontrai ormai 3 anni fa. Ma se lei ha informazioni più precise, la prego di farmele sapere
    Cordiali saluti
    Micaela Cappellini

  • Gino |

    Peccato che gli abbiano appena sequestrato centinaia di migliaia di euro di teff perché tossico.
    Se invece di fare article marketing faceste i giornalisti forse (forse) vi si raddrizzerebbe la schiena quel minimo che serve a non strisciare.
    Vergognosi.

  • Franco |

    Sono interessato ad acquistare farina di teff

  Post Precedente
Post Successivo