Arti marziali, canoa e surf sul podio della “capacità di coinvolgimento”

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Arti marziali (sport di combattimento), canoa e surf sono i primi tre sport per capacità di coinvolgimento, sulla base dei valori percepiti dal pubblico. È quanto è emerso da una ricerca presentata da Dmtc Sport, agenzia di comunicazione e Pr specializzata nel mondo dello sport, realizzata secondo lo Sport global values index, parametro messo a disposizione da Svt (Sport values tableau), che vede uno sport popolare come il calcio solo al 25esimo posto.

svt_foto_04I risultati di questa ricerca sono stati presentati all’Università Cattolica del Sacro Cuore, nell’ambito di un incontro organizzato dall’Alta Scuola in Media, Comunicazione e Spettacolo (Almed) nel quadro del Master Comunicare lo Sport e promosso da “Cattolicaper lo Sport”, la piattaforma dell’Ateneo a servizio degli atleti, delle società e delle istituzioni sportive. “Questa ricerca è un punto di partenza per pensare maggiormente a questi sport come leva di comunicazione, arrivandoci non per suggestioni emotive o passioni individuali, ma grazie a evidenze concrete. Sport values tableau ha un approccio metodologico innovativo e restituisce centralità e una maggiore considerazione a discipline sportive catalogate come minori”, ha spiegato Marco Del Checcolo, ceo, founder e strategic planner di Dmtc Sport.

dmcCerto se si considera la popolarità degli sport, non c’è storia. Il calcio resta in testa, segito da nuoto automobilismo e ciclismo. Tutti gli altri 51 sport analizzati hanno una media sotto il 10% della popolarità, sul panel di oltre mille interviste realizzate nel marzo del 2019. Nelle preferenze esiste una distinzione di genere. La “popularity” di calcio e nuoto assumono praticamente lo stesso valore presso le donne 25-39 anni (nell’analisi condotta sulla “Gen – Y”), rispettivamente del 45% e del 40%; altri come il volley e la ginnastica artistica superano la soglia del 30%, crescendo significativamente rispetto al dato generale. Presso il segmento Geny maschile, viceversa, il calcio sale al 73% (vs 55%) di “popularity”, l’automobilismo al 47% (vs 33%), il ciclismo al 22% (vs 17%), il rugby al 19% (vs 12%).

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“Questo lavoro restituisce allo sport e ai suoi protagonisti una dimensione relazionale profonda, mai considerata prima, perché difficile da misurare”, ha commentato la ricerca di Dmtc, Giovanni Malagò, presidente del Coni, in occasione della sua presentazione. “Gli atleti, attraverso le loro esibizioni e performance, trasmettono un’elevata ricchezza di valori, dal coraggio all’equilibrio, dalla forza al rispetto, dalla tecnica all’improvvisazione. Un insieme di sport factor che lavorano alla mente e al cuore delle persone, spesso poco considerato, perché difficile da misurare”, ha aggiunto Malagò.

svt_foto_02“Questi aspetti sono stati per troppo tempo messi in secondo piano, mentre questa nuova metodologia di studio degli sport fornisce una risposta a chi premia la quantità rispetto alla qualità. Da questo punto di vista, è interessante riflettere sull’antagonismo fra Valori Ponderati vs Influencer, che si traduce in un messaggio chiaro: lo Sport è anche un valore intangibile, e Sport values tableau può incanalarlo in un approccio data driven”, ha sottolineato il presidente del Coni, a otto mesi dalle Olimpiadi di Tokyo 2020, l’occasione più importante in cui gli sport considerati “minori” possono mostrarsi in termini di risultati sportivi e di popolarità, confermando un potenziale di attrattività e di impatto emotivo sulla popolazione italiana sottovalutato sia dai media sia dai brand.

svt_foto_03Nella stessa occasione è stata presentata anche “Athlete Brand Image nel mondo del surf e della canoa”, la ricerca sul branding dell’atleta presentata dal Centro di ricerca sui media e la comunicazione dell’Università Cattolica (OssCom), che ha analizzato quasi 2000 post, su Instagram, di atleti della canoa e del surf. La ricerca di OssCom si è concentrata su Instagram, che è il social più utilizzato dal target di riferimento nei due sport analizzati ma anche quello con il maggior numero di profili certificati degli atleti del surf e della canoa. Dall’analisi condotta dal centro di ricerca diretto da Piermarco Aroldi emerge un quadro della narrazione degli atleti che si focalizza sulla performance sportiva ma anche sull’unicità dei gesti atletici, e nella quale i percorsi di allenamento diventano uno strumento per mettere in luce i valori dello sport e il modo in cui ciascun atleta li interpreta.

Vi è poi una terza area rilevante per gli atleti, il life style. “Il quadro emerso della narrazione degli atleti si focalizza sulle performance sportive e i percorsi di allenamento, che diventano strumenti per mettere in luce i valori dello sport e l’interpretazione che ciascun atleta ne dà”, ha affermato Nicoletta Vittadini, vicedirettore dell’Alta Scuola in Media, Comunicazione e Spettacolo dell’Università Cattolica.