Tilla Baby Box, la startup del buy one/give one per le neo mamme

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In Finlandia c’è una tradizione vecchia di 80 anni. Alla nascita di ogni bebè viene donata una scatola di cartone che, oltre a poter essere utilizzata per far dormire il nuovo arrivato perché, di solito, molto resistente, contiene tutto il corredo necessario per le necessità dei primi tempi: lenzuola, copertine, asciugamano, calze e guanti, cappello, tutine, ma anche libri e giocattoli. È un gesto concreto di benvenuto per il bebè e di aiuto per i genitori. Anche in Italia negli anni Trenta del secolo scorso c’era questa tradizione, sicuramente meno conosciuta di quella finlandese che oggi è molto di moda e che è tanto family friendly.

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Margherita Barin

La tradizione italiana, invece, ce la racconta l’imprenditrice vicentina Margherita Barin, fondatrice di Tilla Baby Box, una giovanissima start up sociale che aiuta le mamme a prepararsi al parto e al periodo immediatamente successivo con una selezione di prodotti di alta qualità da filiera etica, testati, selezionati e particolarmente curati dal punto di vista estetico, con tutto il necessario per curare al meglio i propri bambini. Tutto contenuto in una scatola di legno, appunto. Bella, resistente, curata ed essenziale. Il progetto ha un ulteriore risvolto benefico, perché sostiene madri in situazioni di difficoltà.

L’intuizione

«Mi sono ricordata dei racconti di mia nonna Bertilla – afferma Barin – accompagnava sua nonna, ostetrica, nelle visite alle puerpere negli anni ’30 e insieme portavano loro cibo, vestiti, tutto quello di cui poteva esserci bisogno». E infatti è stata la maternità di Margherita il fattore “scatenante” che ha regalato l’intuizione giusta ad una neomamma, insieme alla suggestione di una storia vera che viene dal passato.

tilla_baby_box_1259_baby_routine_prime_web_900x900La giovane imprenditrice vicentina proviene da dieci anni di studio e lavoro in una grande azienda della sua zona, e aveva tanta voglia di mettere la sua esperienza e la sua capacità in un progetto che coniugasse diverse anime.

«Ho ripensato alla tesi “Etica e Design” con la quale ero uscita dalla facoltà di Filosofia – racconta – in cui sostenevo che non solo fosse possibile un dialogo tra i due ambiti, ma che la progettazione trovasse il suo senso più compiuto proprio se orientata all’etica e quindi, in realtà, alle persone. Ho pensato alla mia famiglia, quella di origine e quella che stavo costruendo e così, durante il primo anno di vita di mia figlia, ho maturato l’idea di Tilla Baby Box e la decisione di perseguirla».

Il progetto

tilla_baby_box_sigillo_2_webAlla base di Tilla Baby Box c’è la volontà di offrire un servizio ai genitori e in particolare alle mamme. Quando è in arrivo un bambino è difficile capire di cosa avrà realmente bisogno una volta nato, specialmente se si tratta del primo figlio. La difficoltà ce l’hanno i genitori, ma anche tutte le persone a loro vicine che desiderano partecipare con dei regali. Ecco una selezione di prodotti durevoli, a ridotto impatto ambientale e alte prestazioni, funzionali e di facile manutenzione, completa delle istruzioni per utilizzarli al meglio e di un manuale con le informazioni pratiche sulla salute e la sicurezza di mamma e bambino, i numeri e gli indirizzi utili anche in caso di emergenza può essere una risorsa importantissima.

Il modello economico che è alla base dell’attività sociale di Tilla Baby Box è vicino al Buy One/ Give One di altre aziende nel mondo: ad ogni prodotto venduto un altro ne viene donato alle persone che ne hanno più bisogno. Le donazioni per ora sono destinate allo Sportello Donna e Famiglia di Caritas Vicenza: lo scorso 7 marzo sono state consegnate le prime 10 box. Anche se l’aiuto che una mamma riceve con un kit di prodotti per la cura del neonato è immediato e sicuramente utile, nel lungo periodo saranno le competenze, un lavoro, la possibilità di accedere alle risorse che durante la vita si renderanno necessarie, a fare realmente la differenza. E così è stato avviato anche un laboratorio sartoriale avviato in fase sperimentale a Casa Sant’Angela ad Arzignano, in provincia di Vicenza, struttura che persegue scopi di solidarietà verso la componente debole della società.

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Progetto Quid

La giostrina Tilla Baby Box da appendere nella nursery contribuisce alle attività del laboratorio ed è realizzata a mano utilizzando tessuti naturali recuperati grazie a Progetto Quid, innovativa realtà nell’ambito della moda etica. «Il senso del nostro laboratorio di sartoria è esattamente questo: le partecipanti hanno accesso a un contesto sociale positivo e acquisiscono delle piccole competenze che possono essere utili sia a casa che per trovare un impiego. L’obiettivo a lungo termine è di offrire a queste donne non soltanto competenze, ma anche posti di lavoro, quindi stabilità e indipendenza economica».

Al centro i bimbi e le mamme

adorabile-amore-bambino-266011Tilla Baby Box nasce dalla maternità, in particolare dall’attenzione verso quella sensazione di solitudine e di spaesamento sperimentata da tutte le neomamme: «Ero stanca, un po’ nervosa – racconta Margherita – armata di salviette per pulire le mani di Carolina dopo le carezze degli sconosciuti e all’improvviso mi sono sentita fortunata. Neanche il tempo di godermi la sensazione che ho pensato: “Ma se è difficile per me, come dev’essere per una mamma che tanto fortunata non è?”. Con questo spirito è nato il progetto e il manuale che accompagna le box, ma anche l’idea stessa che dietro un acquisto che si fa per il proprio bambino ci sia un gesto di solidarietà verso un’altra mamma. Collaborazione e condivisione che aiutano le mamme nei primi – talvolta – difficili tempi, in cui affiorano sensazioni ed emozioni mai provate prima, di gioia ma spesso anche di inadeguatezza.

Il futuro

amore-assistenza-sanitaria-bambino-266039Anche se sta muovendo i suoi primi passi, Tilla Baby Box guarda già ad un futuro con tanti obiettivi da raggiungere. Crescita, diffusione e collaborazione con le aziende per box personalizzati e allineati all’identità da valorizzare. Tenendo sempre presente la necessità di coniugare business ed etica. «Non so se esista una ricetta che può funzionare per tutte le imprese – conclude – quello che secondo me è importante è che in qualche modo bisogna farlo. Penso che la sfida delle imprese sociali, in questo momento, sia quella di essere ancora più brave: offrire un prodotto valido almeno tanto quanto quelli a cui la clientela è abituata, se non di più, ma che rispetti una serie di criteri sociali e ambientali che il mondo non può più permettersi di ignorare».