Per i miei figli, al mare, «Reazione a catena» è una tappa obbligata, dopo la doccia e prima della cena. Vanno matti per il gioco a premi enigmistico di Rai1. Così, quando ci sono, non mi sottraggo e mi diverto con loro. Puntata speciale quella di ieri: le Focaccine hanno vinto 147.000 euro e si sono aggiudicate il record stagionale. Ma la vera notizia è un’altra, e ve la racconto.
Per chi non l’ha mai visto, spiego. Il gioco finale consiste nell’indovinare l’ultima parola della catena di associazioni linguistiche, con o senza aiuto. E l’aiuto, naturalmente, ha un prezzo: chi lo chiede, dimezza il montepremi. La squadra delle Focaccine è composta da tre studentesse universitarie di Milano. Ragazze che sanno dare il giusto peso al denaro, se a inizio gara hanno detto al presentatore che avrebbero utilizzato un’eventuale vincita per pagarsi le tasse dell’università. Insomma ve la faccio breve: arrivano all’ultima maglia della catena (la vedete sopra) e si convincono che quella parola loro ce l’hanno in pugno. Anche senza comprare l’aiuto. Insomma, potrebbero portarsi a casa 147mila euro anziché 73.500. Due di loro però vacillano: meglio comprarlo, quell’aiuto. Meglio essere certe di portarsi a casa quei 73mila euro tanto importanti per le loro tasse universitarie. Pazienza se avrebbero potuto vincere di più, l’importante è mettere in saccoccia la retta universitaria. La terza (vestito bianco e fiori, nella foto) però non ci sta, è sicura di farcela. Le altre la implorano. E lei se ne esce con la frase più bella del mondo: «No, non compriamo l’aiuto. Me ne assumo io la responsabilità». Com’è andata a finire, se aveva ragione o no, ormai lo sapete.
Ma quanto è prezioso, sentire in bocca a una donna poco più che ventenne, una frase così matura? «Me ne assumo io la responsabilità». Se vinco, certo. Ma soprattutto anche se perdo. Se sbaglio è colpa mia, se sbaglio pago.
In questi giorni di ponti che crollano senza che nessuno (o più di uno, certo) ne sapesse niente. Di fabbriche dell’acciaio che non si sa che fine faranno. Di navi già a riva che non riescono ad attraccare. In questi giorni in cui è sempre colpa di qualcun altro, e in cui nessuna decisione viene davvero presa. In questi giorni, sentire di nuovo qualcuno dire «Me ne assumo io la responsabilità» è stato come il suono della sveglia. Non importa se è soltanto un quiz in tv. Un applauso alla studentessa di Milano, e a tutti quelli che di noi sapranno fare altrettanto.