Startup, saliscendi di investimenti ma con un punto fermo

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Negli Stati Uniti, l’investimento in società con almeno una cofounder donna ha rappresentato solo il 9 per cento del totale delle operazioni di venture nel primo quadrimestre del 2018, segnando un punto percentuale in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A stabilirlo è il blog TechCrunch, che ha analizzato i trend degli investimenti venture e seed negli ultimi cinque quadrimestri. Oggetto della valutazione sono poco più di 9mila venture deal e circa 6800 seed. I dati complessivi tratteggiano un quadro con ombre e qualche luce.

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Nel primo quadrimestre del 2018, infatti, sono stati investiti 3,6 miliardi di dollari in aziende con almeno un cofounder donna, il 60 per cento in più rispetto al primo quadrimestre del 2017, ma il 30 per cento in meno rispetto all’ultimo quadrimestre del 2017, anche se si ipotizza che la cifra sia destinata a salire perché alcune operazioni di funding saranno aggiunte retroattivamente. Il secondo, il terzo e il quarto quadrimestre hanno presentato tutti percentuali superiori al 9: 14 e 15 per cento. Il punto fermo è, però, che se si guarda alle aziende costituite da sole donne sempre nel primo quadrimestre 2018 solo tre su cento sono state oggetto di investimento.

gene-twoLa situazione migliora se si guarda alle operazioni di seed. In questo caso, le imprese con almeno un fondatore donna hanno raggiunto i 218 milioni di dollari nel primo quadrimestre del 2018, il 18 per cento del volume complessivo per quello stesso periodo. La buona notizia è che si tratta di un trend in crescita e che, soprattutto, il comportamento legato alle operazioni di seed è un indicatore per quelle di venture, e siccome è cresciuto anno dopo anno dal 2009 sia in termini assoluti che in percentuale, è un segnale positivo per in prospettiva. Se diamo uno sguardo alle tre startup che hanno attratto maggiori investimenti, due operano in settori generalmente associate al mondo femminile.

Si tratta di The Glossier, di New York, fondata da Emily Weiss, diventato brand di beauty cult della generazione millennials, nato da una intuizione della blogger di Into the Gloss che ha puntato su un’idea di prodotto cosmetico come strumento per migliorarsi e non per nascondersi. Il pay off è infatti “More skin, less makeup.” Glossier ha raccolto 52 milioni di dollari.

Zum fornisce un servizio di trasporto e cura per bambini di età superiore ai 5 anni. E’ stata fondata da Ritu Narayan, mamma di due bambini, con l’obiettivo di agevolare la conciliazione casa-lavoro. Ha raccolto 19 milioni di dollari. Infine DataVisor, basata nella Silicon Valley, dedicata alla prevenzione delle frodi, è stata fondata da Yinglian Xie and Fang Yu e ha ricevuto un investimento di 40 milioni di dollari. Gli investitori più attivi verso le startup con almeno una componente donna tra i fondatori sono Sequoia Capital, Omidyar Network e New Enterprise Associates.