“Oroscopo per lui e per lei? Secondo te cosa dovrei leggere?” mi chiede un amico intento a sondare gioie e dolori che potrebbe riservargli il 2018. In effetti la maggior parte degli oroscopi si rivolgono indiscriminatamente a uomini e donne e di fronte ad un oroscopo “per lui e per lei” il dubbio è evidente: in quanto gay, a quale dei due oroscopi deve fare riferimento il mio amico? Di primo acchito considero la domanda mal posta perché presupporrebbe un’equivalenza assoluta tra orientamento sessuale (in questo caso l’attrazione di un uomo per un altro uomo) e identificazione di genere che, per fortuna, è stata da tempo abbandonata. Le combinazioni sono, infatti, molteplici: si può essere gay e aderire al modello maschile così come essere eterosessuale e aderire a quello femminile e viceversa. Per cui rispondo lapidario “dipende a che genere – uomo o donna – ti senti di appartenere”. “Eppure – rimbotta – esistono anche oroscopi per gay e per lesbiche”.
La sua risposta mi spiazza e pur non essendo un esperto della materia, l’incombere del nuovo anno e il desiderio di conoscere le aspettative future mi spingono ad approfondire, senza alcun pregiudizio, la questione. L’oroscopo è davvero una questione di genere e/o di orientamento sessuale? Decido di procedere per gradi. Partiamo dalla questione di genere.
Secondo Colin Bedell, intervistato dal Magazine Refinery29, “Lo spirito non ha genere”. Astrologo ufficiale di Cosmopolitan, Colin è anche fondatore di Queer Cosmos, una pagina che si occupa di identità Queer in rapporto all’astrologia. Partendo dall’assunto che non capita spesso di trovare astrologi che si occupino della compatibilità di coppia tra persone dello stesso sesso, Bedell si domanda che ruolo veramente giochi il genere nei pronostici. Secondo l’astrologo i tratti tipici di un segno possono estrinsecarsi su tutti gli individui a prescindere dal genere così come tutti siamo soggetti ai movimenti dei corpi celesti sia come singoli sia come collettività. In sostanza l’astrologia da a ciascuno di noi un posto a tavola facendo in modo che tutti siano speciali e quindi nessuno lo sia.
Il punto di vista di Colin Bedell, probabilmente influenzato dalla sua vicinanza al movimento Queer (per queer – letteralmente “eccentrico”, “bizzarro” – si intende tutto ciò che va oltre le rigide limitazioni dell’identità uomo/donna e della tradizionale interpretazione binaria dell’orientamento sessuale (omo-eterosessuale) è chiaro: i segni non possono essere genderizzati, ossia non vi sono segni con caratteristiche prettamente maschili o femminili così come ciascuna di queste caratteristiche colpisce o, meglio influisce, in maniera indifferenziata sulla vita di tutti. Pianeti e stelle sono quanto di più democratico esista al mondo “Il passaggio di Mecurio – sostiene – può gettare la tua vita nel caos senza alcun riguardo al tuo genere, alla razza e alla classe sociale”.
Ciò detto sento tuttavia che la mia domanda iniziale non ha avuto una piena risposta. Se è vero che lo Zodiaco non guarda in faccia a nessuno Bedell non affronta il problema del come possa influire sul futuro dei singoli individui. Possibile che i movimenti celesti, pur riguardando tutti, abbiano conseguenze differenti in relazione al genere? E, ancora, che senso hanno gli oroscopi per gay e per lesbiche?
Non trovando risposte in rete decido quindi di rivolgermi direttamente a chi ne sa decisamente più di me, Antonio Capitani, astrologo per Vanity Fair e per la Gazzetta dello Sport, giornalista e scrittore.
Antonio, ma i pianeti e le stelle influiscono effettivamente in maniera diversa sulle persone a seconda del genere di appartenenza?
L’astrologia è un tema molto più complicato di quello che l’ambito commerciale sembra suggerire ed ha radici molto antiche. Se si affronta la questione dal punto di vista del temperamento sarebbe facile dire che generalmente una donna cancro ha un temperamento diverso dall’uomo cancro. Se invece parliamo di pronostici la faccenda è molto più complessa e articolata. Partiamo dal presupposto che l’astrologia è per definizione antropocentrica, cioè mette l’essere umano al centro della propria indagine ed è essenzialmente basata su figure fortemente simboliche. Per fare un esempio il sole ha sempre rappresentato l’uomo così come il potere e l’autorevolezza che storicamente sono stati attribuiti alla figura maschile. Allo stesso modo la luna rappresenta la donna e le virtù storicamente femminili quali la famiglia e la vita domestica. Se volgiamo parlare di genere nei pronostici dobbiamo dare per assodata senza pregiudizi questa simbologia: da questo punto di vista è vero che il passaggio di un pianeta nel nostro segno solare (ossia segno zodiacale) o nella luna natale influisce sulle figure femminili o maschili che rappresentiamo o che ci circondano a seconda del genere di riferimento. Per fare un esempio un transito molto bello di un pianeta verso la luna di nascita per la donna può riguardare sé stessa, per l’uomo le donne intorno a sé. Il pronostico per lui e per lei ha quindi una base legata prettamente alla simbologia attribuita a pianeti e stelle, una chiave di lettura che può determinare delle leggere differenze rispetto al pronostico di base che vale per tutti.
Chiaro, quindi è una questione di simboli legati ai generi. Che senso invece può avere un pronostico differente per gay e per lesbiche?
Un oroscopo previsionale di questo tipo avrebbe senso se formulato in base ai transiti planetari convergenti sul Sole-simbolo maschile e sulla Luna- simbolo femminile. Fuori da questo sistema simbolico avrebbe poco senso.
Quindi, in sostanza, possiamo dire che l’astrologia è un esempio di non discriminazione?
L’astrologia non giudica e non condanna bensì descrive e informa. E’ uno strumento di indagine straordinario, una chiave di lettura impareggiabile dell’animo umano e delle linee tendenziali del destino sia del singolo sia della collettività.
Allora non mi resta che dire che sia di buon auspicio per un 2018 di maggiore uguaglianza per tutti!