Che la diversità tra uomini e donne passi anche attraverso le complicazioni del vestire sul lavoro non è una novità. Gli uomini aprendo l’armadio hanno già la loro uniforme che li aspetta (possono scegliere tra abiti tutti uguali, camicie tutte uguali, calzature tutte uguali). Il loro look è in pratica già pronto e non è mai messo in discussione. Si vestono da ufficio. Punto.
Per le donne affrontare l’armadio e decidere cosa indossare per andare al lavoro è una cosa totalmente diversa, e per molte rappresenta il primo momento critico della giornata. Dipende dal nostro umore, dal tempo a disposizione, dagli impegni da affrontare, dal nostro carattere. Spesso non siamo in grado di fare grandi riflessioni sul look da adottare avendo a disposizione una manciata di minuti.
La verità è che meno tempo abbiamo per riflettere, e più lasciamo che siano l’istinto o la nostra comfort zone a guidarci nella scelta di cosa indossare. E anche se in quel momento ci vestiamo pensando a noi stesse, dobbiamo sapere che il risultato finale, dalla testa ai piedi, inclusi capelli, make up e manicure, è ciò gli altri vedono ed è ciò su cui gli altri si fanno un’idea personale (e talvolta erronea) di noi.
Saper riconoscere e gestire il proprio stile personale in modo consapevole ed efficace, deve quindi diventar parte delle soft skills di ognuna. Perché in ogni ambiente lavorativo, inclusi quelli corporate, la persona (aiutata anche dalla propria immagine) deve ispirare coerenza, autenticità, non omologazione, presenza, leadership. E spesso è anche ciò che gli altri vedono e ‘sentono’ di noi che genera in loro più entusiasmo o più resistenza.
Di questo ho parlato ad un recente evento organizzato da Linklaters Italia per un selezionato parterre di professioniste e donne dirigenti di prestigiose compagnie, presentando i profili stilistici più frequentemente incontrati nelle aziende e il loro messaggio implicito:
Profilo 1: la donna che sceglie un abbigliamento comodo e funzionale, concedendosi pochissime varianti, per vestirsi velocemente e non sprecare tempo per cercare gli abbinamenti. Alla lunga questo stile troppo semplice la fa apparire poco consistente e anonima.
Profilo 2: la donna che adotta un abbigliamento classico e sempre uguale perché le dà sicurezza: non la fa mai sentire fuori posto e non fornisce argomenti per commenti o attenzioni sul proprio look da parte di colleghi e clienti. Il rischio è quello di sembrare troppo chiusa o poco flessibile.
Profilo 3: la donna che traduce, attraverso l’abbigliamento, la propria esuberanza, ed una forte personalità. Si tratta talvolta di scelte dettate dal bisogno di farsi notare o affermare una propria indipendenza rispetto agli schemi. Con il rischio di apparire fuori contesto o troppo egoriferita.
ECCO QUINDI 5 CONSIGLI STRATEGICI CHE VI FARANNO RIFLETTERE:
Non indossate capi nei toni dei beige e dei marroni in incontri importanti. Sono colori associati alla natura e al relax, e potrebbero farvi apparire disimpegnate o troppo ‘soft’.
Se avete un meeting a fine giornata e volete apparire fresche, la camicia bianca potrebbe rivelarsi un nemico per l’incarnato e accentuare ombre e segni di stanchezza sul viso: per sicurezza, rinfrescate il make up per darvi un po’ di colore.
Evitate le ballerine e le scarpe basse di linea morbida, e puntate alle varianti con colori scuri, pellami al posto dei tessuti, e suole più spesse, per migliore la stabilità percepita della vostra immagine.
Capi insoliti, eccentrici e abbinamenti particolari ad un incontro di lavoro, potrebbero rivelarsi una distrazione per chi partecipa. La cosa migliore è vestire la parte alta del corpo in modo meno vistoso, e riservare le scelta più esuberanti a gonne e pantaloni, ovvero la parte che rimane sotto il tavolo.
Se indossate camicette in colori pastello e sfumature delicate e non volete perdere struttura, creare contrasto abbinando colori piu scuri, o indossando giacche sartoriali che definiscano bene la linea delle spalle.