Erano undici i fari italiani proposti per l’affidamento in concessione nel 2015 dall’Agenzia del Demanio, insieme a ministero della Difesa (tramite Difesa Servizi spa) ed enti territoriali, nell’ambito del progetto Valore Paese Fari. A vincere il bando per l’affidamento di quello di Brucoli, ad Augusta, in provincia di Siracusa, è stata la società Azzurra Capital. “A marzo 2016 abbiamo scoperto di esserci aggiudicati la concessione per cinquant’anni – racconta Emanuela Mattioli, 35 anni, una dei quattro soci che ha partecipato all’iniziativa e già titolare di una agenzia di marketing e comunicazione di Milano – e i lavori di ristrutturazione partiranno a settembre. Quest’anno è stato dedicato praticamente all’adempimento della parte burocratica, perfezionata a gennaio con la firma dell’atto di concessione e poi con l’ottenimento di tutti i permessi per iniziare i lavori di ristrutturazione ”.
Nel progetto di Emanuela Mattioli e dei suoi soci, il Faro di Brucoli si dovrebbe trasformare in una “lightguesthouse” da destinare a casa vacanze luxury, sul modello di altre realtà già presenti e attive all’estero, ma con in più l’idea di rendere il faro una vetrina dell’eccellenza enogastronomica siciliana e del Made in Italy in generale, a partire dal design e dall’illuminotecnica. Condizione di partenza del progetto era che l’idea imprenditoriale fosse innovativa e sostenibile sotto il profilo ambientale e che promuovesse la salvaguardia e lo sviluppo del contesto in cui si trova, grazie a un restauro conservativo. “Il nostro punto di forza – spiega Emanuela – è stato quello di ostruire un team di professionisti, dal commercialista all’architetto, che credessero nel progetto. Per partire infatti abbiamo predisposto un business plan che prevede per la ristrutturazione circa 700mila euro, in questa fase siamo in contatto con diversi potenziali sponsor, alcuni già entrati in squadra, e stiamo verificando la possibilità di finanziamenti con la Regione Sicilia. Ma il primo passo è stato una sorta di autofinanziamento realizzato investendoci ognuno il proprio tempo e le proprie competenze. Già solo la stesura del progetto ci ha richiesto quasi tre mesi di tempo”.
Solo dall’affitto del faro, compreso il canone annuo previsto per il Demanio, la società prevede di rientrare nell’investimento in cinque anni. “Il faro dovrebbe essere abitabile dalla prossima primavera. Ma una struttura come questa non è soggetta alla stagionalità, perché la suggestione di abitare praticamente in mezzo al mare con vista sull’Etna rimane anche in inverno, se possibile anche più forte”, conclude Emanuela.
Secondo Difesa Servizi la prima operazione di bandi avrà una ricaduta economica complessiva di circa 20 milioni di euro e un conseguente risvolto occupazionale diretto di oltre 100 operatori. La seconda gara si è conclusa a giugno 2017, la terza partirà in autunno, con l’obiettivo di realizzare un progetto a rete che dovrebbe coinvolgere tutti i fari e gli edifici costieri italiani. Le informazioni sono all’indirizzo web