Quando la start-up è donna: dalla Spagna all’Indonesia, tutti i record al femminile

start

Non è una questione di creatività. E il duende non c’entra nulla. E’ semplicemente un fatto di statistica: in Europa, la Spagna è il Paese che più di tutti ha ridotto il gender gap tra gli startupper. Detto coi numeri, ogni 100 uomini che si lanciano in una nuova impresa a Madrid, ci sono 81 donne che fanno altrettanto. E’ scritto nell’edizione 2017 del Global Entrepreneurship Monitor, il rapporto sull’imprenditorialità nel mondo curato da un manipolo di atenei europei e americani.

Per gli autori dello studio, il concetto di start-up è in senso lato: non solo i new business innovativi e tecnologici, ma qualsiasi attività imprenditoriale venga lanciata ex-novo. Ecco così spiegato perché, ad esempio, in Sudamerica il tasso di protagonismo femminile è in media il più alto del mondo (80 donne ogni 100 uomini) mentre in Europa è tra i più bassi (50 ogni 100): un chiosco per vendere churros alla fermata dell’autobus viene considerato una start-up imprenditoriale al pari del lancio di una app.

Una volta tenuto conto di questo distinguo, possiamo sbizzarrirci nei paragoni. In Italia, per esempio? Diciamo subito che le nuove imprenditrici si collocano a metà classifica, visto che ogni 100 uomini che l’anno scorso hanno tagliato il nastro della loro nuova attività, ci sono 59 donne che hanno fatto altrettanto. Siamo sotto la Spagna, e – come sempre – siamo meno performanti dei Paesi scandinavi, dove si va dalla ratio di 72 ogni 100 della Finlandia a quella di 65 ogni 100 dell’Olanda. Noi italiane però facciamo meglio delle tedesche (ogni 100 neo-imprenditori maschi ci sono solo 52 femmine) , delle francesi e anche delle inglesi, entrambe sotto la media europea con un rapporto di sole 47 a 100.

record

In Gran Bretagna la buona notizia è, che rispetto a una decina di anni fa, negli ultimi quattro anni la percentuale delle donne che si sono lanciate in un nuovo business è aumentata del 45%, un tasso decisamente superiore a quello degli uomini inglesi, che nello stesso periodo è cresciuto del 27%. Le donne insomma si stanno rivelando più intraprendenti dei maschi. Nonostante questo aumento record, però, tra le economie avanzate non è il Regno Unito la patria per antonomasia dell’imprenditorialità al femminile. Bensì il Canada: qui le startupper rappresentano oltre l’11% di tutte le donne in età da lavoro.

Se invece aggiungiamo sulla bilancia i Paesi emergenti – quelli dove le nuove imprese più spesso sono chioschetti alimentari o piccole botteghe artigiane – allora il Paese con il tasso più alto di imprenditorialità femminile diventa l’Ecuador con il suo 31,9%. Sempre al Sud del mondo poi spetta un altro primato, anzi un vero e proprio sorpasso, quello delle imprenditrici donne sui colleghi maschi: in Indonesia, per ogni 100 uomini che nel 2016 hanno avviato una nuova attività, ci sono 124 donne che hanno fatto altrettanto. C’è solo un altro Paese dove i maschi sono in minoranza, ed è il Brasile: qui per ogni 100 imprenditori nascono 104 imprenditrici.