“La prima volta che ho visto un grande telaio da tessitura è stato a Roma a casa di Vibeke Roepstorff Castelli, mamma di una mia compagna di classe alla scuola elementare. Ricordo un affascinante strumento in legno di cui ignoravo l’utilizzo che occupava un’intera stanza ed era affiancato da un altro strano oggetto per me ignoto, uno dei primi personal computer Macintosh. Due strumenti così apparentemente lontani che nel tempo sono diventati parte fondamentale della mia quotidianità”. Inizia così il racconto di Livia Crispolti, designer tessile romana, sugli esordi del suo lavoro che per lei rappresenta una passione nata fin da bambina. “Ho sempre provato una sensazione di grande piacere nel lavorare con le mani e con i fili. Così mi è sembrato chiaro che l’unica cosa che potevo fare era assecondare e strutturare questo piacere facendolo diventare il mio lavoro”.
Occhi chiari magnetici e mani lunghe e affusolate, Livia Crispolti, quarantenne romana, ha creato nel 2004 un marchio omonimo, Livia Crispolti Tessuto a mano, che propone cinque linee di prodotto: tessuti, sciarpe, cappelli, gilet e cravatte. Fantasie di colori che catturano lo sguardo e la luce, tessuti come la tela di un pittore. Ma Livia Crispolti preferisce non definirsi artista: “Più che artista, sono una designer tessile. Privilegio un linguaggio e una comunicazione visiva che si arricchisce della dimensione tattile. Il tessuto copre, protegge e valorizza il corpo, così come riveste e abbellisce gli spazi“. Dal 2005 Livia Crispolti ha affiancato al suo lavoro di designer tessile l’esperienza didattica all’Accademia di Belle Arti di Brera dove insegna cultura tessile.
La sua passione per i tessuti viene da lontano. Figlia di un esperto di arte contemporanea, ha avuto la fortuna, racconta Livia, “di coltivare, già dall’infanzia, una dimensione artistica attraverso le ricche relazioni che vivevo quotidianamente nella mia famiglia, pittori, scultori, fotografi, storici dell’arte erano gli interlocutori preferiti con i quali giocare e disegnare. Da adulta ho scelto i miei maestri e mi sono affidata prima a Marisa Bronzini e poi agli insegnamenti tessili di Graziella Guidotti, fondamentali sono stati i primi anni lavorativi a fianco di Maria Rita Tegolini e Antonio Ferretti che mi hanno dato un esempio di passione e di imprenditorialità”.
Oggi la Livia Crispolti designer e insegnante è cresciuta grazie anche all’essere mamma: “Devo dire che la sfera familiare ha arricchito enormemente le mie capacità creative. Diventare mamma e costruire una famiglia non ha solamente dato senso a tutto ciò che ho sempre fatto, ma mi ha anche permesso di riflettere su quanto la pratica tessile sia legata al tema dell’educazione sociale. Nel 1952 era stata la neuropsichiatra infantile Maria Montessori a fornircene un’affascinante similitudine nelle pagine di The Absorbent Mind – La mente del bambino. Così con Marta, Carolina e Sofia ho la possibilità quotidiana di partire da zero e scoprire con loro come una pratica manuale in realtà racchiuda in sé molto di più; non per niente la pedagogia di Rudolf Steiner utilizza tra le varie attività la pratica tessile come modalità educativa, accompagnando il bambino a sviluppare sempre armonicamente l’attività delle mani, del cuore e della mente con la consapevolezza che dita abili producono abilità di pensiero. L’agile mobilità delle dita non è altro che il presupposto della parola, ovvero del pensiero”.
Con la maternità, insomma, non c’è stata nessuna battuta di arresto nella sua professione. Anzi. C’è stato “un ampliamento di prospettive tese a sviluppare una migliore capacità organizzativa che dalla sfera familiare si riverbera inevitabilmente in quella lavorativa e viceversa. Con meno tempo a disposizione ho dovuto darmi inevitabilmente una scala di priorità ma, soprattutto, essenzialità nella pratica lavorativa quotidiana. Mi sono resa conto che rispetto a dieci anni fa faccio più cose nello stesso tempo: merito quindi della Maternità!” Prossimi progetti? Un nuovo prodotto tessile, già brevettato, che probabilmente sarà oggetto di una mostra a Milano in autunno e un ampio manuale di Cultura tessile che si pone come obiettivo quello di diventare strumento di studio per tutte le Accademie, le scuole di Fashion, di design ed arte nel nostro Paese. Un progetto, chiarisce Livia, che ha un valore di “pubblicazione didattica ma anche culturale”.