Alzi la mano chi, tra le mamme e i papà, non si è sentito giudicato per il suo modo di essere genitore. E chi, soprattutto tra le mamme, non si è sentita sola nei primi mesi di maternità. E’ pensato per loro “Faccio quello che posso. Appunti per genitori che vogliono crescere delle brave persone”. Un libro, anzi un non-libro o, come dice il sottotitolo, sono “appunti” aperti alle note personali e agli approfondimenti del lettore. Organizzato in ordine alfabetico, diviso in macro-aree e con una grafica curata e disegnata personalmente dall’autrice, Alessandra Spada, trovano posto tutte le parole che, almeno una volta nella vita, ogni genitore si trova ad affrontare: dall’ansia alla vacanza, dal sonno alle bugie, si alternano temi delicati come Dio e la pedofilia e temi più leggeri come gli amici dei figli.
“Ho scritto questo testo lungo tanti inverni passati a casa da sola, con un marito pendolare, allattando prima, soffiando nasi poi”, racconta Alessandra Spada, architetto, scrittrice e mamma per quattro volte (anche se la prima volta solo per poche ore), classe 1971. “A un certo punto – spiega – ho pensato che fosse assurdo che tante persone fossero sole e mi sono chiesta se i miei appunti potessero essere utili a qualcuno. Ho pensato che sarebbe stato bello darsi una mano, scambiare esperienze, ricucire quei frammenti di sapere condiviso che nel tempo si sono persi per strada” è l’incipit delle prime pagine e il fil rouge di tutto il libro. Parlare con Alessandra Spada permette di intravedere la sua vita familiare che la sta facendo vivere, come dice lei, “con il Monte Bianco a Sud” (da un paio d’anni si è trasferita in Svizzera), tra vociare di bambini, zaini da preparare per il campo scout e una mamma decisamente presente. Il libro rappresenta un lungo viaggio nella genitorialità, dove la meta è sconosciuta. Non ci sono consigli, ma spunti di riflessione dove ogni genitore può decidere il ritmo di lettura, confrontandosi ma anche confortandosi e arricchendo il testo con la propria storia. All’interno trovano infatti posto alcune pagine lasciate intenzionalmente vuote, dalla grafica delicata che lasciano spazio ai propri appunti e ai propri pensieri. “L’idea è quella di creare una grande coperta patchwork da tramandare alle future generazioni. Un po’ come si faceva con i libri di ricette della nonna, dove si trovavano appunti e suggerimenti a margine” – racconta l’autrice.
L’uscita di FQCP (come lo chiama l’autrice) è stata accompagnata dal secondo libro #raccontiamoinsieme la Mia storia che, come scrive Alessandra Spada: “Raccoglie tracce e semina indizi per disegnare insieme la vostra storia. È un po’ libro, perché io ci ho scritto e disegnato, un po’ quaderno perché c’è molto spazio per metterci del vostro. L’ho fatto pensando ai piccoli, ma anche ai grandi. L’ho chiamato album, perché ci vanno sia foto, sia disegni”. Un album per raccogliere i ricordi del bambino e per lasciare poi a lui la possibilità di riempire gli spazi vuoti, un altro modo per scrivere insieme la propria storia. “Ho pensato a quei bambini che un po’ abitano con la mamma, un po’ col papà, e hanno bisogno di tenere insieme i pezzi di quelli che sono, e di conservare le proprie radici e i propri sogni in un posto sicuro, da portare con sé. Insomma ci ho messo molto di me, di come ero da piccola”, racconta Alessandra.
*Foto ad inizio articolo di Petunia Ollister, con i suoi consigli di lettura a colazione.