Mollo tutto, me ne vado. Prendo i miei risparmi e mi rifaccio una vita. Già, ma per quanto mi bastano, quei quattro risparmi? Per qualcuno aprile è il mese della dieta. Per qualcun altro, è il mese del Basta, scappo via! O per lo meno del sogno di scappare via. E siccome anche quando si sogna, è bene tenere almeno un alluce per terra, ecco le dieci mete a basso prezzo dove quei quattro risparmi in banca – o la pensione minima – possono realisticamente bastare per un po’. Avviso ai naviganti, già pronti con la valigia in mano: se non siete più che impavidi, questo non è il post che fa per voi.
La classifica delle città più care e di quelle più economiche al mondo per il 2017 è dell’Economist Intelligence Unit. La palma di regina del low-cost cost andrebbe a Caracas, Venezuela, se non fosse che gli esperti dell’Economist non hanno tenuto conto degli ultimi sviluppi politici nel Paese, con l’economia nel baratro e il governo di Maduro contestato che spara sulla folla. Molto meglio prendere in considerazione la città al secondo posto: Asuncion, Paraguay. In fondo, sempre di stile sudamericano si tratta.
Terza città al mondo dove la vita costa meno è Johannesburg, che però è anche una delle città dove la vita vale meno: le recinzioni al filo spinato e le guardie armate fuori dalle ville dei più benestanti insegnano. A confronto, è molto meglio Katmandu, la capitale del Nepal, quarta città della classifica dell’Economist e dedicata a chi non soffre di vertigini. Quinta è Teheran, tra le migliori fra quelle elencate finora, fattore Trump permettendo.
La sesta la scartiamo a pié pari, nessuno sano di mente oggi si trasferirebbe a Damasco. La settima è Lusaka, nello Zambia: l’anno scorso era la città meno cara al mondo, ma pare che anche qui da quest’anno l’inflazione si cominci a far sentire. Poi viene Pretoria, la capitale del Sudafrica, più dispendiosa rispetto a Johannesburg anche se gli affitti qui sono più bassi. Al nono posto invece c’è Kiev, in Ucraina, vittima della tensione mai sopita con Mosca.
Fino a qui, è evidente, la razionalità resiste e l’afflato della fuga tentenna. Poi, però, arriva la decima meta in classifica. E la mente si fa possibilista. Siamo in piena Unione Europea e un chilo di pane, qui, costa 1,6 euro soltanto. Eppure, ironia della sorte, il Pil procapite medio annuo (a parità di potere d’acquisto) è di 39.800 euro, più alto di quello della Lombardia. Una città ricca, insomma, dove però la vita costa poco. Dove siamo? A Bucarest. Ecco, per questo decimo posto forse si potrebbe anche fare una pazzia.