Ospitiamo il contributo di Ottavia Voza, responsabile Arcigay Diritti e Politiche Trans:
La piattaforma di rivendicazioni elaborata nell’ambito del movimento “Non una di meno” recupera, con lo sciopero internazionale a cui hanno aderito attiviste di 40 Paesi, il valore politico e culturale dei movimenti femministi degli anni settanta, un percorso verso la conquista del diritto all’autodeterminazione che il carattere rituale e melenso della “festa delle mimose” aveva ampiamente depotenziato.
Come donne trans, vittime di una discriminazione multipla, non possiamo non condividere l’approccio intersezionale di questa piattaforma, che con estrema chiarezza introduce, tra le rivendicazioni, la necessità di “costruire spazi politici e fisici transfemministi e antisessisti”, “contro l’immaginario mediatico misogino, sessista e razzista e che discrimina lesbiche, gay e trans”.
Non è un caso che proprio le femministe nere nordamericane, tra la fine degli anni settanta e gli inizi degli anni ottanta, cominciarono ad esprimere il bisogno di una riflessione, a livello teorico e politico, in cui confluivano sia l’analisi del genere che quella della razza, in una fase storica in cui le lotte per i diritti dei lavoratori, delle donne e dei neri si erano affiancate ed intersecate.
Il contrasto alla violenza e alla prevaricazione maschile, in tutte le sue forme e in tutti i luoghi, costituisce l’obiettivo prioritario, assieme alla riforma radicale dei modelli di welfare, di lavoro, educativi, culturali, dello sciopero globale.
Nello specifico la violenza di genere sulle persone trans assume in valori percentuali toni drammatici, in particolare nel nostro Paese che detiene il triste primato in Europa per il numero di delitti, come rilevato dal Transgender Europe’s Trans murder monitoring project di TGEU.
È per questa ragione che da tempo chiediamo l’apertura dei centri antiviolenza, che non possono essere trasformati in centri assistenziali ma devono rimanere luoghi di elaborazione culturale per il contrasto alla violenza di genere, anche alle donne trans.