Ciccione è una parola orribile eppure usatissima perché il corpo è sempre il primo oggetto di scherno, per le donne molto più che per gli uomini. Per questo si discute tanto di body shaming. Sei troppo grasso o troppo magro, troppo alto o troppo basso, troppo poco virile o troppo poco femminile, troppo nero, troppo bianco, miope oppure tatuato? Non lo perdoneremo, sarai un diverso.
Nonostante gli sforzi profusi, il corpo continua a essere un oggetto da offendere e controllare, la discriminazione su base fisica è molto precoce – ricordo ancora le locuzioni infantili come cicciobomba – e la nostra vita digitale pare stia amplificando il fenomeno. Solo in Italia e solo sui social network il body shaming riguarda una donna su due, stando a uno studio dell’associazione Nutrimente, e gli effetti sono la perdita di autostima (45%) e l’ansia (43%), la vergogna appunto. I colpevoli di questo fenomeno non sono i soliti bulli, siamo tutti noi, donne e uomini e lo sono titoli come il tristemente noto “il trio delle cicciottelle sfiora il miracolo olimpico”.
Quando penso al futuro di mia figlia lo immagino sempre in un mondo dove l’essere donna non sarà più un ostacolo. Non penso, non ho mai pensato, che in futuro avrà meno opportunità di altri perché donna. Ne avrà per questioni di censo e chissà magari anche di merito o talento, ma questa è un’altra storia troppo lunga da affrontare. Quello che temo invece è l’infelicità che un corpo non sintonico con i canoni prevalenti può arrecare. Per questo dedico a lei e a tutte, in questa giornata, un video sulla bellezza dei corpi.