Ai finti amici, ho sempre preferito i “nemici sinceri”. Quelli alla Carlo Giovanardi, che non nascondono la loro omofobia dietro cose dette a metà, o dette ambiguamente perchè ognuno vi possa vedere quello in cui ha bisogno di credere.
Quelli che stimolati dall’approvazione dei decreti attuativi delle unioni civili, negli ultimi giorni sono tornati a far sentire tutto il loro disamore. Poco importano i loro nomi, contano le cose che dicono, la posizione da cui le dicono, e soprattutto perchè possono dirle.
Una dottoressa vicina al popolo della famiglia di Massimo Gandolfini e Mario Adinolfi, ha definito gli omosessuali come nuova razza ariana (alludendo dunque ad un pseudo-nazismo arcobaleno), contro la quale nessuno può dire nulla. L’omosessualità è una malattia, responsabile della diffusione di altre malattie (sessuali) nel mondo, oltre ad essere essa stessa “psicologicamente contagiosa” (se in una classe c’è un ragazzino omosessuale, dopo poco tempo per contagio psichico altri lo diventeranno). Le conseguenze? Poca roba rispetto alla gravità delle affermazioni e alla categoria a cui appartiene chi le ha pronunciate. Pagina Facebook da cui sproloquiava chiusa. Segnalata all’ordine dei medici con una petizione online, è stata raggiunta da un provvedimento disciplinare.
Il capogruppo leghista del comune di Cecina, un ragazzotto poco più che ventenne, qualche giorno fa ha postato un messaggio in risposta alla sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi, che si era rallegrata per i decreti attuativi delle unioni civili. Parafrasato ed edulcorato, suonava più o meno così: “finalmente la fellatio ha un riconoscimento ufficiale per tutti”. Detto da un politico, rappresentante delle istituzioni!
Frasi che fanno ribollire il sangue nelle vene per quanto sono ingiuste, volgari, senza fondamento alcuno. Eppure, nonostante facciano infuriare, in Italia i nemici sinceri sono utilissimi, direi fondamentali. Lo sono perchè ci ricordano che per quanto le cose stiano cambiando e migliorando, esistono grosse sacche di odio e integralismo pronte a scagliarsi con ferocia contro le persone omosessuali. E l’arroganza, la libertà e la leggerezza con cui queste frasi gravissime vengono pronunciate, ci ricordano che queste persone, di fronte a tanta violenza, sono sostanzialmente inermi. Inermi perchè se in questo Paese incitare all’odio razziale, per esempio, è un reato, non lo è incitare all’omo-transfobia. E non lo è perchè non esistono regole che definiscano e delimitino cosa può essere catalogato come semplice e libera opinione (per quanto bislacca o non condivisibile la si possa ritenere) e cosa invece sia da sanzionare in quanto incitazione alla discriminazione e all’odio verso le persone LGBTI.
In Europa diverse nazioni si sono dotate da tempo di norme efficaci contro la discriminazione omo-transfobica. Lo stesso Parlamento Europeo in questi anni ha approvato più di una risoluzione per chiedere agli Stati membri inadempienti, di dotarsi di norme contro l’omo-transfobia. L’ultima, del 13 dicembre del 2016, in modo molto netto “condanna ogni discriminazione o violenza sulla base dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere. […] Deplora il fatto che le persone LGBTI sperimentino il bullismo fin dalla scuola, e subiscano discriminazioni in diversi aspetti della loro vita.”
In Italia la legge per la tutela dalle discriminazioni è la cosiddetta legge Mancino del 1993 (ne ho già parlato qui, in un precedente post), che vieta e punisce severamente ogni organizzazione, associazione, movimento, gruppo o singolo avente tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. Ad oggi, nonostante ve ne sia l’evidente necessità, l’orientamento sessuale non vi è incluso.
Il motivo è semplice, inutile nascondersi: la maggiorparte delle “opinioni” omo-transfobiche che sostengono la legittimità di discriminare le persone LGBTI, costituiscono sostanzialmente la posizione ufficiale della Chiesa Cattolica. E l’autorità, il potere della fonte, rendono quel limite tra opinione e incitazione alla discriminazione molto più sfumato. In più, quella posizione ufficiale, viene spesso addolcita nella forma, ma non nella sostanza, attraverso la retorica della tolleranza e dell’amore, creando così la soporifera illusione collettiva che non esista nè il limite nè la discriminazione stessa. Che viene in questo modo propagandata e applicata, ma senza far troppo rumore.
Ben vengano i nemici sinceri dunque. Quelli che ci ricordano che l’omofobia, anche quando è fintamente ingentilita o imbellettata da parole dolci, è sempre quella roba lì. Quel ragno peloso pronto a mangiarsi le farfalle che cattura. Anzi, in questo stato di sonno e torpore, dovremmo forse paradossalmente ringraziarli i nemici sinceri. Sì, perchè il baccano delle loro violente e irragionevoli posizioni, dette senza se e senza ma, ci sveglia. Nella loro impossibilità di essere in alcun modo giustificati, i nemici sinceri ci ricordano che abbiamo urgentemente bisogno di regole per proteggere le persone. Per proteggerle da quelle “opinioni”, e da chi è disposto a trasformarle in azioni concrete di odio e discriminazione.
Lo ricordano a noi, ma soprattutto lo ricordano alla politica, che ha il dovere costituzionale di proteggere qualunque persona prima di qualunque “opinione” che alimenti odio e discriminazione. Chiunque sia a pronunciarla.