I buoni propositi per il 2017 che vogliamo condividere

I nostri buoni propositi per il 2017, nero su bianco. Così fra un anno potremo dirci se li abbiamo rispettati. (nota di servizio: cliccando sul nome trovate tutti i post degli autori scritti quest’anno).

antonellabonavogliaAntonella Bonavoglia: Essere più indulgente con me stessa, come lo sono con gli altri. Perdonarmi, insomma, qualche errore. Amare quella che sono, anche la mia imperfezione. E poi, scoprire e alimentare la mia personale “higgye”, questa meravigliosa e intraducibile parola, scoperta su Alley. Alimentare il calore familiare, l’empatia, sospendendo i conflitti e concentrandomi sugli affetti.

cristianacapotondiCristiana Capotondi: In questo 2017 cercherò di imparare cose nuove e sempre diverse, affrontando le difficoltà come fossero piccoli e piacevoli problemi da risolvere. Entrando nel mondo del gioco che fanno gli adulti. Spero però, più di ogni altra cosa, che il nostro Paese non resti indietro ai suoi giovani migliori e che faccia, a sua volta, un buon proposito: affrontare con coraggio ed orgoglio le difficili vicende economiche e di politica internazionale, consapevole del suo valore, della sua storia e fiero delle sue peculiarità.

giuliacrivelliGiulia Crivelli: Non litigare più con mio papà su Matteo Renzi, che per lui è solo un bulletto e da questa definizione non lo schioda nessuno; non litigare più con mia mamma sull’opportunità di farmi togliere i miei due tatuaggi; passare più tempo a giocare coi miei gatti. Credo sia sbagliato pensare che possano fare tutto da soli; riprendere a suonare il pianoforte. Meglio che coltivare velleità di iniziare da zero con un altro strumento. A 47 anni è tardi e forse non e’ più il caso di fare la principiante; essere per i mie nipoti Marta (13 anni), Otto (11 anni) e Frida (4 anni) una buona zia “a distanza”, visto che vivono a Londra. Seguendo l’esempio di mia zia Josel che non aveva avuto figli e per me fu sempre una sicurezza. C’era anche quando non c’era.

micaelacappelliniMicaela Cappellini: lavorare 22 ore in meno alla settimana, 3 ore in meno al giorno. Meno letti da rifare, bambini da vestire, cene da preparare, compiti di scuola da riguardare. L’Ocse stima che un’italiana dedica alla casa 36 ore alla settimana, mentre un uomo solo 14. Pretendere che il mio compagno arrivi a fare quanto me è una battaglia persa in partenza. Tanto vale che io mi abbassi a fare quanto lui.

lauracavestriLaura Cavestri: vorrei riappropriarmi della capacità di dire “non importa”. Proprio perché mi importa delle persone che ho più vicino. Non importa se la mattina esco di casa con i letti disfatti per scapicollare il figlio sui banchi e me stessa alla scrivania. Non importa se la spesa non è fatta e la cena è una bresaola impacchettata nel frigo.  Non importa se gli altri pensano che me ne debba importare di tutto ciò. Perché se c’è una cosa che ci differenzia dagli uomini è proprio che loro si sentono molto, ma molto meno in colpa. E se al netto delle quote rosa e del gender gap, il primo passo verso una vita (serena) insieme fosse semplicemente decidere di cosa davvero ci importa?

monicadascenzoMonica D’Ascenzo: tre propositi. Sdraiata pancia a terra giocare con i miei figli a Lego, Gormiti e pupazzetti vari, perché ho bisogno della loro fantasia. Leggere e scrivere di più perché ho bisogno di elaborare nuove idee. E infine, non lasciare i social in mano a chi diffonde odio, aggressività e informazioni false perché inquinano il mondo in cui viviamo e sono tossici per tutti noi.

dariodavanzoDario Davanzo: Spesso, a fine anno si fanno propositi per il futuro, inseguire i propri sogni, ritagliare più spazio per sè stessi, impegnarsi a raggiungere degli obiettivi di carriera. Propositi lodevoli che, ovviamente, vorrei perseguire e continuerò a fare. Ma più di tutto, nel corso del 2017, vorrei impegnarmi a conservare quello che ho, la mia famiglia, i miei affetti, le amicizie importanti. Senza di loro non riuscirei a muovere un passo nella ricerca della mia felicità.

ilariadefilippoIlaria Defilippo: Continuare a praticare la Mindfulness. Dopo averla provata un anno fa mi sono resa conto dei benefici che produce. Vivere il momento presente, senza preoccuparmi troppo di quello che verrà. Aiutata da un’app o da sola, è giunto il momento di ricominciare!

elenadelfinoElena Delfino: cambiare vita senza mollare tutto. Trasformare l’ambiente professionale e personale in cui vivo in un piccolo laboratorio di hygge, quella intraducibile parola danese che è il segreto di uno dei popoli più felici al mondo. Un mix di sincerità, con se stessi e con gli altri, e di godimento nel coltivare i buoni rapporti che mi fa sentire in Danimarca solo a pensarlo.

francescodellacquaFrancesco Dell’Acqua: Prendere la patente. Ebbene sì, alla mia veneranda età non ho la patente. Una cosa che a dirla in Italia, fa sgranare a palla gli occhi di chi ascolta (e anche di chi legge, confessatelo). Ma vorrei tranquillizzare tutti, senza patente si può vivere benissimo, soprattutto in una città come Milano. Ammetto però che il carsharing mi ingolosisce e non poco come opportunità di spostamento, ecco perchè voglio cogliere al balzo l’invito di mia nipote, 18enne nel 2017: “zio facciamo la patente assieme?”

chiaradicristofaroChiara Di Cristofaro: Continuare così. A farmi domande, a cambiare direzione, a mettermi in discussione. Perché la rigidità è la nemica dell’evoluzione e la flessibilità non deve per forza sinonimo di incertezza, non solo nel lavoro!

francescafedeliFrancesca Fedeli: Voglio far entrare più sport nella mia vita, perché ne ho sempre fatto e visto poco, e solo ora mi rendo conto di come possa essere un potente attivatore di crescita, aggregazione e autostima. Tanto più per chi parte con uno svantaggio alla nascita, per i bambini che frequento io, mi sembra una buona strategia per valorizzare le diversità e includere: alla fine chiunque inizia un nuovo sport è sempre un po’ impacciato, che abbia un braccio più corto o più lungo.

stefaniafornoni

Stefania Fornoni: Un corso per migliorare la mia intelligenza emotiva e governare meglio le mie emozioni, soprattutto nell’esercizio della mia professione. Perché capisco che ciò mi permetterebbe di affrontare con maggior lucidità le relazioni lavorative che mi creano stress. A farmi decidere l’aver letto che l’intelligenza emotiva sarà una delle 10 competenze vincenti nel mondo del lavoro nel 2020.

barbaraganzBarbara Ganz: io ci metto i soliti buoni propositi (più ordinata) e qualcuno di nuovo (ho amiche che si sono messe a correre e dicono che si sta benissimo, dopo, non prometto niente, magari giusto un tentativo), tu 2017 cerca di essere un po’ meno pesante. Vorrei darmi è più tempo, meno ansia, più torte fatte in casa e amici da vedere, e soprattutto un piano B nel cassetto. Non solo per me, per tutti: qualcosa da imparare-fare-pensare che dia sempre la sensazione che, qualunque cosa succeda, basta darsi una scrollata e ripartire, magari pure in meglio.

filomenagrecoFilomena Greco: L’anno nuovo dovrò educare i miei figli a portare giù il cane…..altrimenti mi toccherà chiamare “Missione cuccioli”. Proverò a fare l’host e, spero, finirò di scrivere il mio primo libro. Il mio lavoro continuerà a stupirmi e interessarmi e superero’, non so ancora bene come, la “sindrome della bidella” che talvolta mi colpisce in qualità di madre di tre figli.

lucillaincorvatiLucilla Incorvati: Senza gli altri non siamo nessuno: ecco perché il dialogo e la collaborazione devono essere al centro del nostro agire, sempre. Questo è il mio proposito: Tolleranza da 2.0 a 10.0. Nel lavoro con i colleghi, in famiglia con i propri cari ma anche quando ci si trova a che fare con nuove comunità… e non si è bravi a mantenere la calma, imporsi di contare fino a 10 prima di rispondere o farsi avanti. Così facendo, forse, si impara ad ascoltare veramente anche chi è tanto diverso da noi …Ci riusciro? Speriamo.

marcoloconteMarco Lo Conte: Non avere desideri è la migliore garanzia per non spendere la propria anima a sperare di conquistare un oggetto o anche un sogno. Il precetto buddista è quanto mai importante per il 2017, anno cui in molti chiedono di riscattare le presunte infamità del 2016. Per quanto mi riguarda, dico personalmente, mi aspetto dal nuovo anno poche cose: benessere fisico, musica e leggere in pace su una poltrona o a un tavolino di un caffè. E da lì trarre ispirazione per i miei progetti. Che sono pochi, ma già molto definiti. Ci si vede, anno nuovo….

mariacristinaorigliaMaria Cristina Origlia: Valorizzare l’approccio collaborativo e meritocratico che ho adottato da tempo nella gestione del mio team e trasformarlo in prassi aziendale, perché non solo tutti gli studi di management ma anche le neuroscienze hanno dimostrato che è in condizioni di fiducia e inclusione che le persone danno il meglio di sé. E trovano un senso nel lavoro.

francescaparvieroFrancesca Parviero: Dopo gli ultimi 4 anni intensi dedicati a fare due figli, laurearmi, scrivere libri e lavorare con impegno sull’innovazione professionale nell’era digitale, ho molte imprese da compiere nel 2017, che è anche l’anno dei miei primi 40 anni! Sono due macro desideri che vanno nella stessa direzione: lavorare sul mio stare bene fisico – che è imprescindibile per essere davvero felici – e costruire un nuovo set di competenze per continuare ad incarnare io per prima l’esempio dell’innovazione che voglio continuare a fare emergere negli altri. Il tutto condito dal mio proposito/mantra neverending che è: stare con chi mi piace, scambiare energia e veicolare la mia generosità a chi se lo merita davvero, costruendo qualcosa di valore.

giulianopasiniGiuliano Pasini: Nel 2016 ho macinato più chilometri che ogni altro anno della mia vita. Eppure, i viaggi che mi sono goduto sono stati pochi, sempre teso all’arrivare, o in ansia per la partenza. Nell’anno nuovo, voglio (ri)trovare il piacere del viaggio, in particolare in quelli metaforici: la crescita dei miei figli, i momenti con Sara, i progetti di lavoro, la corsa, la scrittura. Vorrei arrivare alla fine del 2017 pieno di ricordi preziosi legati non al traguardo tagliato ma al percorso fatto per arrivarci. Il modo migliore per rendere prezioso ogni istante è fregare il tempo che passa.

silviapasqualottoSilvia Pasqualotto: Viaggiare di più. Usare il (poco) tempo libero per scoprire angoli nascosti della mia città, per visitare quel museo davanti a cui passo sempre eppure non entro mai. Ma anche per programmare un viaggio in un paese in cui non sono ancora stata perché non voglio arrendermi alla paura. Anche perché è solo quando sono in viaggio che sento la mia mente aprirsi davvero e uscire da quegli schemi che mi impediscono di leggere con chiarezza quello che accade intorno a me.

img_2409Tiziana Pikler: Studiare, studiare e ancora studiare per accrescere le mie competenze digitali. Il mio buon proposito per il 2017 risponde a un’esigenza reale: quella di essere al passo con i tempi, con lo sviluppo tecnologico e con l’uso appropriato dei Social Network. Perché per comunicare bisogna condividere e per condividere è necessario incrementare il proprio quoziente digitale.

leonardoquattrucciLeonardo Quattrucci: Un paradosso. Da una parte, voglio lavorare per rendermi meno rilevante. Mi spiego: se alla fine del prossimo anno starò svolgendo esattamente le stesse mansioni a lavoro, mi starò arrovellando sugli stessi dubbi o riceverò le stesse domande da confidenti o colleghi, vorrà dire non solo che non mi sarò migliorato, ma anche che non saprò saputo delegare, responsabilizzare e dare fiducia. Dall’altra parte, voglio essere più presente – e quindi più rilevante – non solo per le comunità di cui sono parte – da famiglia e amici, a gruppi professionali e volontari – ma anche e soprattutto per quelle di cui non sono parte. Il 2016 mi ha mostrato che ad oggi è troppo semplice adagiarsi in una gabbia d’oro di opinioni confortevoli in quanto affini. Quindi, nel 2017 voglio deliberatamente espormi a pareri opposti ai miei. Perché il miglioramento personale e il cambiamento sociale cominciano con l’ascolto – raramente ho imparato qualcosa mentre parlavo io. Nel 2017, mi sottopongo al mio test della (ir)rilevanza.
claudiaradenteClaudia Radente: Continua formazione sportiva, perché l’allenatore ormai è  un riferimento anche educativo per i ragazzi. Mi sento sempre più una grande responsabilità, per cui è necessaria una preparazione sempre più adeguata alle nuove generazioni. Comincio il 29 gennaio con un incontro tenuto dal grande Julio Velasco.

simonarossittoSimona Rossitto: Un chilogrammo di speranza in piu’, duecento grammi di ottimismo in piu’, trecento grammi in meno di pigrizia, e un pizzico di ironia.. E soprattutto una dose maxi di solidarieta’ per i bambini che soffrono, che hanno bisogno di aiuto materiale e di affetto. Per quei bambini i cui diritti a un’infanzia serena vengono quotidianamente calpestati.E’ la mia ricetta per l’anno che verra’. Con l’augurio di un 2017 di pace per tutti!

gianmarcosivieriGianmarco Sivieri: dare maggiore spazio alle mie passioni, ai desideri, al gioco fuori dagli schemi: ho bisogno di staccare qualche spina dal centro di controllo, di concedere qualche gita fuori porta alla razionalità, armatura preziosa ma soffocante, se non ci si ricorda ogni tanto di appenderla in soggiorno e farle prendere un po’ d’aria. Ecco si tratta per me di seguire di più il consiglio di Baudelaire: “Enivrez-vous ! Inebriatevi. Ma di cosa? Di vino, di poesia, o di virtù, a vostro gusto.”

gretaubbialiGreta Ubbiali: smettere di procrastinare; mettere al bando le parole “lo faccio dopo”. Ne guadagnerà soprattutto la salute. Uno studio indica che la procrastinazione cronica fa male al fisico. Le evidenze scientifiche suggeriscono che rimandare compiti importanti è causa di stress, e questo ulteriore stress ha impatti psicofisiologici negativi sul corpo aumentando la nostra vulnerabilità alle malattie.

serenauccelloSerena Uccello: Chiudere il cerchio con i propositi ancora aperti per aprirne così di nuovi.
In ordine: la libreria, serve un nuovo ordine, anzi un ordine. Poi due scatole, stanchezze residue del trasloco. Eravamo in giugno. Quindi è tempo di svuotarle. E la stanza dei ragazzi. E poi i due propositi veri, quelli che valgono gettoni d’oro pesanti. Il primo lo dico: non derogare più all’urgenza della scrittura. Al bisogno di silenzio. Al desiderio di esserci. All’empatia. Alla necessità della conoscenza. Il secondo è immenso. E non si scrive, né si pronuncia, sì desidera.

stefaniavadrucciStefania Vadrucci: vorrei riconquistare i miei spazi di donna di 42 anni, non solo di mamma che lavora. Vorrei il lusso di un po’ di tempo solo per me: andare al cinema per vedere un film con protagonisti in carne ed ossa e non solo personaggi di animazione, andare a teatro, vedere una mostra, iscrivermi in palestra, sorseggiare un bicchiere di vino con un’amica spaziando dal problema filosofico all’ultimo gossip…

federicovercellinoFederico Vercellino: Sforzarmi per tenere lo smartphone al suo posto, in una tasca o sul tavolo in ingresso, per evitare di trasformarmi in uno smartphone walker, che solo da come suona la definizione sembra l’ultima terrificante pellicola di Romero. Poi investire il tempo guadagnato nella rilettura delle opere di Karl Marx prima che – come sembrano suggerire quelli di Time – torni ad essere decisamente attuale.

annazavaritt

Anna Zaravitt: visto ch dobbiamo rispettare la promessa fatta ai nani, di prendere un cane, il mio buon proposito é di portarlo a correre la mattina così fa bene anche a me! E il caos allegro e perenne che abbiamo in famiglia può anche diventare salutare.

riccardazezzaRiccarda Zezza: Non amo i propositi per l’anno nuovo, o almeno non quest’anno. Ma se penso a quel che vorrei far succedere, quel che vorrei essere, quel che farò… mi accorgo che vorrei diventare più efficace, amare intensamente, essere piu’ presente sempre, anche se non vorrà dire avere più memoria.