Il 2016 è stato un anno memorabile per lo sport come risultati agonistici. Ci sarebbe l’imbarazzo della scelta a fare una classifica delle performance migliori. Meno scelta, però, se la classifica è quella delle gesta sportive esemplari di singoli o squadre, simboli dei valori etici e morali dello sport.
Già in questa occasione avevo elencato i punti chiave della Carta del Fair Play’:
1. Fare di ogni incontro sportivo, importa poco la posta in palio e la rilevanza dell’avvenimento, un momento privilegiato, una sorta di festa.
2. Conformarmi alle regole ed allo spirito dello sport praticato.
3. Rispettare i miei avversari come me stesso.
4. Accettare le decisioni degli arbitri e dei giudici sportivi, sapendo che come me, hanno diritto all’errore, ma fanno di tutto per non commetterlo.
5. Evitare la cattiveria e le aggressioni nei miei atti, nelle mie parole o nei miei scritti.
6. Non usare artifizi e inganni per ottenere il successo.
7. Restare degno nella vittoria, come nella sconfitta.
8. Aiutare ognuno, con la mia presenza, la mia esperienza e la mia comprensione.
9. Soccorrere ogni sportivo ferito o la cui vita e’ in pericolo.
10. Essere realmente un ambasciatore dello sport, aiutando a far rispettare intorno a me i principi qui affermati.
Il primo gesto da ricordare è accaduto a RYO durante le Olimpiadi e ha visto protagoniste due giovani atlete che durante una gara hanno personificato i punti otto e nove. L’International Fair Play Committee (CIFP) ha deciso di premiare l’atleta neozelandese Nikki Hamblin e la collega statunitense Abbey D’agostino. Nikki è stata inavvertitamente colpita da Abbey durante una gara dei 5000 metri femminile ed è caduta a terra, Abbey ha interrotto la sua gara per soccorrerla ed è stata poco dopo aiutata dalla Hamblin perchè non riusciva a sua volta a reggersi in piedi. Alla fine della batteria Abbey ha dichiarato ‘Questa ragazza è lo spirito olimpico fatto persona. Non dimenticherò mai questo momento.’
Il 2016 è stato anche contraddistinto da una novità sportiva importantissima, per cui Andrea Abodi, presidente della Lega Serie B, è stato premiato con il Premio Internazionale Fair Play Menarini. Da Gennaio 2016 è stato infatti inaugurato nelle partite di calcio di serie B il cartellino VERDE, con cui l’arbitro può segnalare giocatori che si distinguano per gesti di lealtà e rispetto dell’avversario. Se in una partita si verifica un gesto di grande sportività, l’arbitro può segnalarlo al delegato di Lega. In ottobre è arrivato il primo cartellino verde, guadagnato dal giocatore del Vicenza Cristian Galano che ha fatto annullare all’arbitro un calcio d’angolo a favore della propria squadra, perchè non meritato.
“Questo primo Cartellino Verde assegnato a un nostro calciatore – dichiara Andrea Abodi – rappresenta un momento simbolico di grande valore del Campionato degli Italiani e della vita associativa della Lega B. Il nostro impegno per un calcio vero, pulito, corretto e credibile ha bisogno anche di questi esempi che dimostrano la capacità di coniugare agonismo e rispetto, attraverso la collaborazione con gli arbitri”.
Quest’anno abbiamo anche assistito al tragico incidente che ha colpito la squadra del Chapecoense. È di questo mese la notizia che l’Atletico Nacional, che avrebbe dovuto giocare la finale con la Chapecoense, ha chiesto di assegnare il titolo della Copa Sudamericana all’Associação Chapecoense de Futebol come omaggio postumo alle vittime ed ai pochi superstiti dell’incidente aereo.
Il massimo comune divisore di questi tre eventi del 2016 è lo sport nella sua accezione più positiva: il FAIR PLAY. Non posso che augurarmi di assistere a gesta di pari lealtà e generosità nel 2017 e…a qualche cartellino verde in più. Ma come non ricordare, infine, il tredicenne che ha sbagliato volutamente il rigore che non c’era, con il benestare della sua squadra e del suo allenatore. Qui la sua storia.