“La classe degli asini”. E’ il titolo di una fiction targata Rai, liberamente ispirata alla vita di Mirella Casale e alla sua tenace lotta per l’inclusione scolastica. Mirella, una donna coraggiosa e magnifico esempio di insegnante, è mamma di Flavia, una bambina diventata disabile a pochi mesi dalla nascita a seguito di una grave encefalite virale che ha danneggiato per sempre le sue funzioni cerebrali. Fedele ai suoi ideali di solidarietà e alla sua missione di docente, avvia la sua battaglia per dare la possibilità ai bambini diversamente abili di essere inseriti in classi comuni. Finalmente, nel 1977, con l’abolizione delle classi speciali l’Italia si incammina, seppur faticosamente, verso l’inclusione scolastica. Nonostante la battaglia civile sia vinta, però, è doveroso non abbassare mai la guardia e mantenere alta l’attenzione su questo delicato tema. I risultati raggiunti, infatti, non ci permettono di dare per scontati i giusti comportamenti: accanto a numerosi esempi virtuosi, di impegno quotidiano da parte di insegnanti ed educatori, sopravvivono, purtroppo, alcuni casi di discriminazione ed esclusione, che andrebbero denunciati e stroncati sul nascere, per evitare un imbarbarimento della società civile.
Ma cos’è l’inclusione scolastica e perché è così importante? Oggi non si parla più di integrazione, che è il processo tramite il quale le diverse identità vengono incluse senza discriminazione, nel contesto scolastico, che conserva sostanzialmente, la sua unità funzionale e strutturale. Con l’inclusione si accede ad un livello più profondo, in cui il contesto si modifica in base alle esigenze e alle diversità: è una modalità di relazione che denota una maggiore apertura verso l’altro e maggiore condivisione. Includere significa far sentire l’altro parte integrante di una comunità, tenendo conto dei suoi bisogni e delle sue potenzialità.
In classe significa fare in modo che tutti gli alunni raggiungano il massimo grado possibile di apprendimento, di istruzione e di partecipazione, valorizzando le differenze. Mirella Casale ha aperto la strada verso l’inclusione scolastica, combattendo, con coraggio e abnegazione. Una strada che tutti noi abbiamo il dovere di continuare a tracciare, per raggiungere i livelli sperati, per creare comunità, in cui le diversità non siano viste come problemi, ma come valori. Così, mi piace ricordare, le parole di Mirella, tratte da una sua intervista: “La prima convinzione profonda che vorrei trasmettere ai giovani è la disponibilità. Oltre ad essere onesti, leali e corretti, voi giovani dovete essere disponibili ad aiutare gli altri, soprattutto chi è in difficoltà, che siano bambini, giovani o anziani, mettendovi al loro fianco, perché siano inseriti, con le loro capacità, potenzialità e limiti, nella società”.