Una passione che si trasformi in impresa è il sogno di molti. Tra chi è riuscito a trasformarlo in realtà ci sono i giovani che hanno avuto il supporto del programma Youth Business Europe (YBE). Come Alice e Anita, che lavoravano al Museo del Novecento a Milano, avevano in comune una laurea in lettere e la passione per i libri e la lettura e sono riuscite ad aprire la loro libreria, Corteccia. E Giulia, torinese di 33 anni, che ha ideato Sport Grand Tour, un passe-partout che consente ai bambini tra i 5 e i 14 anni di accedere a tutti gli sport in città con una sola iscrizione all’anno. Bambini e ragazzi possono provare il nuoto per due mesi, solo per fare un esempio, e se non si appassionano hanno la possibilità di cambiare disciplina, senza disdire nulla.
Queste sono solo due delle 152 imprese create in Italia nel 2016 grazie al programma Youth Business Europe, nato dalla partnership tra Youth Business International (YBI) e Citi Foundation, che ha supportato 3.430 giovani imprenditori e contribuito alla nascita di 795 nuove aziende in sei paesi europei (Francia, Germania, Italia, Olanda, Spagna, Svezia).
Il programma vuole essere una risposta concreta alla disoccupazione giovanile, che secondo l’Istat in Italia ha raggiunto a luglio di quest’anno un picco del 39,2 per cento tra i 15-24enni. Dall’altra parte, l’attenzione degli under 35 al fare impresa è sempre più alta: secondo Unioncamere nel 2015 hanno aperto 120mila nuove imprese, 46mila delle quali nel Mezzogiorno, 624mila in valore assoluto.
In Italia il progetto Youth Business Europe è stato sviluppato in partnership con PerMicrolab Onlus e si focalizza su due principali attività. La prima è il reclutamento e la formazione di Mentor volontari provenienti da tutta Italia, che hanno dedicato parte del loro tempo ad supportare le neonate microimprese sul territorio.
La seconda parte è il progetto Up To Youth: un corso di formazione gratuito destinato a giovani dai 18 ai 35 anni interessati ad avviare un’attività in proprio. I corsi si stanno svolgendo in otto regioni italiane, tre sessioni per regione, per un totale di 24 corsi nel paese. In totale hanno partecipato ai corsi 258 ragazzi, molti dei quali hanno poi proseguito il proprio percorso fino ad aprire una microimpresa. (dati a settembre 2016)
“Attraverso la nostra fondazione riusciamo a dare un aiuto concreto sul territorio ai giovani che vogliono avviare la loro attività di impresa. In un momento come quello attuale dove i giovani sono a volte scoraggiati da un contesto economico difficile è davvero stimolante poter dare un contributo e un’opportunità di crescita alle nuove imprese che potranno poi generare nuovi posti di lavoro” sottolinea Citi Italia.
Dal 2015 al 2017 il programma garantirà formazione imprenditoriale a 5.500 giovani, aiutandoli ad avviare o sviluppare 1.700 imprese nei sei paesi in cui è presente con l’obiettivo di combattere la disoccupazione e creare sviluppo economico sostenibile. Certo, fare l’imprenditore non è cosa da tutti e non può essere la soluzione ad una disoccupazione giovanile che in Italia è al 39,2%. Vale a dire quattro giovani su dieci sono senza lavoro. Di certo, però, è un’opportunità per chi ha la stoffa per creare un’impresa propria. Un vivaio di cui l’Italia ha davvero bisogno.