Provate a sfogliare le pagine dei giornali: a spiegarci come andrà la Borsa o il Pil italiano sono gli uomini; a spiegarci quali sono i movimenti della terra e il perché dei terremoti sono gli uomini; a spiegarci quali sono le strategie messe in atto dai candidati americani alle prossime presidenziali sono gli uomini. Gli articoli sono spesso corredate dalla foto dell’intervistato e così le pagine sono un susseguirsi di giacche e cravatte a braccia incrociate (che, diciamolo, è un segno di chiusura e non di leadership o di competenza). Le donne non ci sono. E nei pochi casi in cui vengono interpellate, spesso sono intervistate da altre donne. Come se per l’universo maschile dei giornalisti non esistessero, se non come vittime di fatti di cronaca e di scandali o custodei del focolare in quanto madri.
Numerose ricerche sulle donne nell’informazione dimostrano che le donne sono raramente interpellate dai media in qualità di esperte. A spiegare e interpretare il mondo sono quasi sempre gli uomini quindi: nell’82% dei casi secondo i risultati nazionali del Global Media Monitoring Project 2015. Eppure le donne esperte ci sono. E possono svecchiare un linguaggio mediatico, che, ignorandole, trascura i segni del tempo e disconosce l’apporto delle donne in tutti i diversi ambiti della società: dalla politica alla scienza.
Nasce da qui l’iniziatriva dell’Osservatorio di Pavia e dell’associazione Gi.U.Li.A.: una banca dati online, che inizia a raccogliere 100 nomi e CV di esperte nell’ambito delle Science, Technology, Engineering and Mathematics (STEM), un settore storicamente sotto-rappresentato dalle donne e al contempo strategico per lo sviluppo economico e sociale del nostro paese. Il tutto per dar voce a chi finora ne ha avuta davvero poca.
Un sito, online da quest’oggi e presentato a Genova nell’ambito del festival della Scienza, ideato e costruito per crescere nel tempo, incrementando il numero di esperte e ampliando anche i settori disciplinari. Un sito che si propone anzitutto come strumento di ricerca di fonti femminili competenti per giornaliste e giornalisti, ma anche come risorsa di voci prestigiose e autorevoli che possono contribuire al dibattito pubblico fuori da media, in sedi istituzionali o altro.
Il sito è ideato e promosso dall’Osservatorio di Pavia e dall’associazione di Giornaliste GiULiA, con la partecipazione tecnica del centro GENDERS dell’Università degli Studi di Milano e Wikimedia, in collaborazione con la Fondazione Bracco e con il sostegno della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea. Gode del patrocinio della RAI Radiotelevisione Italiana, del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti e della Consigliera Nazionale di Parità istituita presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.