E poi dicono che i videogiochi siano una questione da maschi! In Norvegia sembra proprio che la passione abbia contagiato anche le donne e soprattutto le politiche. Ad agosto, la leader del Partito liberale Trine Skei Grande era stata pizzicata a giocare con il suo smartphone durante l’audizione in commissione difesa. Adesso addirittura la premier Erna Solberg è stata scoperta a giocare a Pokemon Go durante un dibattito in Parlamento, secondo quanto riportato dal quotidiano britannico Guardian. Lo stava facendo proprio durante l’intervento di Grande, che non se l’è affatto presa e comprensiva ha twittato: “Ha ascoltato quello che ho detto, noi donne possiamo fare due cose nello stesso tempo, lo sapete”. Solberg, dal canto suo, ha commentato: “Penso che Trine (Grande) sarà felice di sapere che ho iniziato a giocare mentre parlava”.Insomma, fra appassionate ci si comprende.
D’altra parte, non è certo un segreto che la premier norvegese sia una fan accanita del gioco, dopo che durante il suo viaggio in Slovacchia ha chiesto di avere del tempo per cercare Pokemon rari nella città vecchia di Bratislava. Come non giustificarla, dunque? Eppure c’è qualcosa che non mi convince. Credo che i ruoli che si ricoprono portano con sé una buona dose di responsabilità, soprattutto a certi livelli. Essere un/una premier vuol dire anche incarnare un modello. Se ci si permette di giocare a Pokemon Go durante una seduta in Parlamento, quindi nell’esercizio delle proprie funzioni, come si potrà sanzionare un professore che durante la lezione risponde al telefono o gioca a Ruzzle, un vigile urbano che si ferma sul marciapiede a terminare la partita di Candy Crush Saga o uno studente che durante la lezione si batte con un compagno a Clash Royal con il suo smartphone.
Niente da dire contro i videogiochi. Anch’io ho le mie manie. Ma credo che esistano tempi e luoghi. Le manie vanno dominate, perché se ci lasciamo dominare da esse rischiamo di abbattere barriere e limiti rendendo tutto lecito. Non solo per noi, ma anche per chi a noi guarda come modello. E questo vale anche e soprattutto per i genitori di fronte ai figli. Da stasera smartphone in borsa fino a quando i bambini non sono a nanna. Così la gaffe di Solberg sarà servita a qualcosa.