E dopo le parole sono arrivati i fatti. Il burkini è stato messo al bando in alcune città costiere francesi e per ora la nuova norma aveva alimentato solo tante polemiche e interventi politici anche di rilievo (quasi non ci fossero questioni più urgenti di cui parlare). È arrivato il momento di applicare la nuova regola e a far rispettare la legge scende in campo la polizia francese, armata.
L’episodio, che è rimbalzato immediatamente sui social network da account ad account, è avvenuto a Nizza, proprio sulla spiaggia lungo la Promenade des Anglais, dove solo un mese fa si è consumato l’attacco nel giorno della presa della Bastiglia, che ha fatto 84 vittime. Quattro gendarmi armati avvicinano una donna sdraiata al sole nel suo burkini e le intimano di toglierlo. Sotto il loro sguardo vigile, la donna ubbidisce.
Un secondo episodio si è verificato a Cannes. Tre gendarmi hanno intimato ad una hostess 34enne di togliersi il velo, leggendolo il regolamento riguardo all’abbigliamento consono in spiaggia. L’ho stesso ha pagato una multa ma poco dopo è stata circondata dalla folla che ha gridato a lei e al suo bambino di tornare a casa. La donna è il bimbo se ne sono andati in lacrime.
Una sequenza di immagini, che non possono non risultare come la testimonianza di una violenza anche per chi in spiaggia è abituato ad andarci in costume. Alcune domande sorgono spontanee. Quale differenza c’è fra quegli uomini che obbligano le donne a coprirsi e questi che le obbligano a scoprirsi? Non è una legge anticostituzionale? In Italia probabilmente lo sarebbe, possibile non lo sia in Francia? Che succederebbe un domani se la griffe di turno lanciasse un costume super castigato? Il costume supercoprente sì e il burkini no? E se una donna si presenta in spiaggia con maglietta e pantaloni da bagno, venduti per altro da una nota marca francese di articoli sportivi?
Da qualunque parte la si guardi questa norma non ha alcun senso. È contro la libertà personale (una delle tre pietre su cui si fonda lo Stato francese), contro il rispetto delle differenze religiose e culturali (sancite dalle costituzioni e dai trattati internazionali), è contro il buonsenso (come decidere cosa far togliere e cosa permettere?), è contro la capacità politica di non passare dalla parte del torto. Ed è semplicemente una provocazione. Non solo per quelle donne che indossano convinte il burkini, ma anche per quelle che possono scegliere se presentatsi in spiaggia in costume intero o adamitico. Senza contare che se si cominciano a fare deroghe alle libertà per la paura, la si dà vinta a chi semina il terrore.
E infine, si ha paura che sotto il burkini si nasconda un esplosivo? Abbiamo avuto la dimostrazione che basta una maglia di Messi per camuffare una cintura da kamikaze. Che dite: vietiamo tutte le maglie di calcio portate fuori dal campo?