Elena Giordano (Albacore): “Imprenditori non si nasce, lo si diventa”

“Ci sono pochissime famiglie ricche, che dedicano al loro capitale umano tanta attenzione quanto ne dedicano ai loro patrimoni finanziari”. Elena Giordano, dal 2015 una delle professioniste di Albacore Wealth Management, family office nato in seguito allo spinoff di Starfin, e vicepresidente di Féminin Pluriel, associazione nata 20 anni fa in Francia per creare network fra le donne che lavorano. Giordano, specializzata in family mentoring e in philantropy advisoring, sottolinea: “Il porre attenzione ai rapporti familiari rende una famiglia unita e questo permette anche di mantenere il patrimonio unito. Quando una famiglia riesce a sviluppare la capacità di affrontare temi caldi, allora la famiglia fiorisce. Ma per far questo è necessario dare attenzione ai singoli membri della famiglia perché si creino relazioni solide e salde”.

Il family coaching ha basi accademiche. Diverse università americane, infatti, hanno corsi di “Family system theory”, per studiare l’evoluzione delle diverse generazioni di imprenditori.

Come si gestisce la sovrapposizione fra famiglia e impresa?

Il tema fondamentale è la comunicazione. Si possono creare strutture di governance efficaci, ma alla base c’è la fiducia. Si pensi, ad esempio, ai familiari acquisiti, che a volte rappresentano un elemento scomodo di gestione. E’ necessario che la famiglia sia in grado di aprirsi e renderli parte della comunità.

Cosa sono i consigli di famiglia?

E’ opportuno creare uno o due momenti all’anno di incontro con tutta la famiglia, in modo che ci sia un confronto su temi di interesse. A quel punto, chi siede negli organi della società, può portare in quelle sedi le istanze raccolte in seno ai consigli familiari. Questo permette di avere un coinvolgimento anche dei membri che non hanno un ruolo aziendale.

Quali sono le criticità da superare con i patti e gli accordi familiari?

I patti di famiglia e gli accordi sono regole che possono organizzare la gestione del patrimonio, ma devono essere frutto di un lavoro strutturato a medio termine che abbia permesso di stabilire fiducia e proficua collaborazione. Se i patti sono frutto della volontà di pochi si rischia che non siano efficaci.

Come si può preparare la nuova generazione di imprenditori?

Carlo De Benedetti dice che imprenditori non si nasce, ma lo si può diventare. Le famiglie devono assicurare ai propri figli un’educazione globale per poter assicurare una visione ampia delle prospettive aziendali. Bisogna costruirsi le proprie identità e le proprie competenze per poi poter contribuire, eventualmente, all’impresa familiare nel caso in seno al consiglio familiare si decida che quella può essere la strada.

In Italia non c’è la cultura del “give back”, ridare alla società quanto si è avuto sull’esempio di quello che fanno Bill Gates e Warren Buffett in America. E’ un’evoluzione che possiamo attenderci?

E’ un tema che non è così semplice. Le famiglie ricche devono essere sensibilizzate in questa direzione e noi consigliamo che parte dei guadagni siano destinati: beneficenza pura, sustaineble investment come il microcredito e l’impact, vale a dire azioni che abbiano un impatto sociale. L’apertura a certe azioni è più ampia nelle seconde e terze generazioni. In questo senso c’è un’evoluzione.