Non è difficile se ci pensiamo: di giorno, con la luce, i colori sono chiari e l’effetto complessivo di un outfit deve essere luminoso e vivace; di sera, al chiuso e con le luci soffuse, i colori sono più scuri, con lo scintillio dei gioielli a dare maggior preziosità al look.
L’ambito e l’orario dettano il livello di leggerezza o di formalità di un outfit adatto ad un invito, pensando che non sempre le istruzioni, ovvero il Dress Code, vengono indicati. Di giorno e fino alle 18 le lunghezze sono al ginocchio, alla sera le lunghezze arrivano ai piedi.
Queste regole di buon senso ci possono aiutare, ma in presenza di un invito che specifica il codice da adottare vale la pena attenersi (anche se, per la verità, è sempre più diffusa l’abitudine di ‘interpretare’, con risultati talvolta efficaci, talvolta meno…).
Se il dress code richiesto è White Tie (Cravatta Bianca), il più formale tra tutti, probabilmente si tratta di un evento di grande eleganza ed esclusivo, come un Gala o un Gran Ballo. Mentre gli uomini indossano il frac, le donne hanno l’abito rigorosamente lungo e chiaro o colorato, guanti lunghi e gioielli (fino alle tiare per le donne sposate).
Al recente MET Gala, uno degli eventi newyorkesi più importanti in assoluto, è stato lanciato un Dress Code cosiddetto ‘Tech-White Tie’ dove le attrici hanno sfoggiato abiti lunghi davvero incredibili, tra cui spiccava l’abito Prada color pavone indossato da Jessica Chastain.
Se il dress code richiesto è Black Tie (Cravatta Nera) si tratta di un evento che ha luogo di sera, come una festa, una cena elegante, una première, dove gli uomini indossano lo smoking e le donne sono in lungo, preferibilmente scuro. Come nel celebre ricevimento alla Casa Bianca del 1985 in cui la Principessa Diana in abito lungo nero, incantò tutti ballando con John Travolta in smoking.
In alternativa all’abito lungo, sono indicati anche un pantalone a palazzo, ampio ed elegante o un abito al ginocchio, ma di tessuto prezioso. I bijoux possono essere colorati e più vistosi per vivacizzare il nero.
Se l’invito indica Black Tie Optional, o se non specifica alcun dress code ma si sa che è un’occasione formale, andrà mantenuta una certa eleganza senza l’impegno di smoking ed abito lungo nero. Perciò ci si può regolare con un dress code Cocktail (meno rigido e più vivace).
Se il dress code richiesto è Cocktail, probabilmente si tratta di un evento formale che ha luogo dopo le 18, come un vernissage, un buffet, un aperitivo elegante ma dal tono più rilassato dei precedenti. In questo caso la scelta dell’outfit è più libera: lui può presentarsi con un bel completo, camicia e cravatta, lei in corto al ginocchio, spalle più o meno scoperte, o con un tailleur femminile, puntando comunque su colori vivaci o tessuti luminosi dall’aspetto ricercato. Anche gli accessori possono essere più creativi, come ad esempio i cerchietti per capelli decorati.
Se il dress code richiesto è Morning Dress (Tight) l’invito riguarda un matrimonio di giorno molto elegante, dove gli uomini (dallo sposo, ai papà degli sposi ai testimoni) vestono in tight e le donne vestono un formale da giorno, in corto, tinte pastello e cappelli.
Se l’invito riguarda un matrimonio di giorno senza specifiche sul codice ad adottare, attenersi al dress code Cocktail, ricordando di evitare total look neri (troppo cupi per l’occasione), bianchi (per non entrare in competizione con la sposa), o rossi (per non sovrastare l’immagine della sposa), o abiti super-stretch (poco eleganti). Cappelli e cappellini sono adatti (specialmente se la mamma della sposa lo indossa). Le stole colorate possono vivacizzare il classico abitino nero.
Se l’invito riguarda un matrimonio di sera e la location è elegante, probabilmente sarà adatto anche l’abito lungo, trucco più intenso, acconciatura elaborata, ma sicuramente niente cappello.
Insomma, buon senso, un po’ di gusto e capi di buona fattura ci portano dovunque e ci avvicinano alla classe, anche senza Dress Code. Così non è stato per Nicole Minetti, per come si è presentata qualche anno fa al matrimonio della sorella. Potevamo dubitarne?