Alla Keyline, azienda metalmeccanica trevigiana di duplicatrici per chiavi, sabato scorso si sono tenuti gli Stati generali delle donne. La scelta è caduta su una fabbrica per parlare della IV rivoluzione industriale, una rivoluzione fatta di buona contrattazione, nuove forme di flessibilità e di sostegno alla genitorialità oltre ad innovative performance della gestione del tempo.
Perché qui? Perché l’azienda non è una qualunque: in prima linea sul fronte dell’innovazione, ha incluso tra i suoi investimenti il welfare aziendale, e dal 2013 è certificata con il marchio Audit famiglia e lavoro da parte della Regione Veneto.
Alla guida si alternano, a cicli di tre anni, Massimo Bianchi e la moglie Mariacristina Gribaudi: quando c’è lei al timone le macchine si colorano (avete mai notato che nelle ferramenta ci sono molte donne?) e spariscono i calendari tradizionali destinati alle officine, tipicamente popolati di belle ragazze poco vestite. Alternanza e conciliazione sul campo, visto che la coppia ha sei figli, alcuni già inseriti in azienda. Un luogo dove le assunzioni femminili sono all’ordine del giorno, e dove anche la malattia di un dipendente diventa il motivo per rifomulare l’organizzazione e renderla davvero inclusiva di ogni esigenza.
Fra gli interventi, quello di Roberta Bortolucci, formatrice e life&business coach (la trovate qui e qui), che ha spiegato come la valorizzazione delle differenze possa essere un prerequisito per la competitività. Vale a dire: alle aziende conviene, eccome, e lo dimostrano più di venti anni di ricerche che attestano come la diversità di genere nelle posizioni decisionali porti vantaggi economici e finanziari.
- Vantaggi economici e finanziari – Nelle società europee quotate, quelle con il più alto livello di diversità di genere fra le alte cariche ottengono risultati superiori (dati McKinsey): nel rapporto utili/patrimonio (11,4% contro una media del 10,3%), nel risultato operativo EBIT Earning Before Income Taxes 11,1% contro il 5,8%) e nell’incremento del valore di quotazione delle azioni (64% contro il 47%).
Il Forum Finlandese per gli Affari e la Politica ha esaminato società di capitale a responsabilità limitata che avessero almeno 10 impiegati e una presenza maggioritaria di donne nel gruppo della Direzione. Queste società hanno evidenziato un rapporto utile/attività del 14,7% mentre in quelle con un Board composto in maggioranza da uomini, questo rapporto era dell’11,5%. Ancora, da 19 anni di Fortune 500 su 215 imprese, mostra una stretta correlazione tra la presenza di donne ai vertici e profitti migliori. - Gestione del cliente/utente – La capacità di gestire la diversità di genere all’interno dell’impresa permette di attivare quelle competenze utili a proporre prodotti/servizi rispondenti ai bisogni del mercato esterno (riflettendone quindi la diversità). Le donne hanno un grande ruolo nel processo di acquisto non solo nei settori tradizionalmente femminili per il 94% (dai profumi ai vestiti), ma anche in settori tradizionalmente maschili 65% (dalle tecnologie alle automobili). Sono inoltre clienti più fedeli e potentissime influenzatrici presso la propria cerchia di amicizie (il cosiddetto passa parola).
- Gruppi di lavoro e decisioni – Le ricerche sulla efficacia dei gruppi di lavoro ci dicono che l’intelligenza di un gruppo e la capacità di risolvere problemi è al massimo se c’è più social sensitivity, se l’interazione è distribuita tra le persone e quando ci sono più donne nel gruppo.
- Gestione della famiglia – Le donne attraverso la gestione del nucleo famigliare (marito, figli, genitori anziani) hanno imparato a coordinare target disomogenei per età, motivazioni, senso del futuro, linguaggi, obiettivi ecc… Questa competenza è utilissima all’interno della gestione dei gruppi aziendali composti anche loro da target misti – giovani neo laureati/e, persone con esperienza, persone prossime alla pensione. La diversità di genere permette di mettere sul tavolo diverse ottiche e punti di vista, facilitando quindi una presa di decisione più consapevole e mirata.
- Creatività – È la diversità che favorisce innovazione e creatività, non l’omogeneità.Vale la pena ricordare la famosa interviste di un ex ministro norvegese Victor Norman, quando nel 2003 fu approvata la legge sulle quote di genere in cui lui si dichiarò favorevole alla legge non per motivi di pari opportunità ma per motivi di competitività. Infatti esaminando le varie cause per cui l’economia del Paese era debole aveva individuato che i consigli di amministrazione delle maggiori fabbriche erano tutti formati da uomini bianchi di 40 anni che avevano fatto le stesse università e frequentato gli stessi club di tennis e golf. Affermò quindi che questa omogeneità culturale e di pensiero non poteva generare innovazione.
- Governance – Le donne sono più ‘risk adverse’, chiedono una gestione più puntuale, e quindi più controllo e monitoraggio, più audit e accountability practices. Questo comportamento porta le aziende a correre meno rischi finanziari e quello che si sono chiesto in molti dopo la grande crisi del 2008: sarebbe successa la stessa cosa se ci fossero state più donne nelle posizioni di vertice di quelle imprese?
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Persuasione – Le donne leader sono più persuasive degli uomini. Le donne cercano di far cambiare prospettiva e far sposare il proprio punto di vista all’interlocutore più spesso degli uomini che tendono a convincere con la forza delle proprie posizioni. Il rischio di non investire tempo a persuadere è che si ottiene quello che si vuole, ma la persona non è realmente convinta.
- Inclusione – Le donne sono generalmente più inclusive e, in particolare, hanno un modo di decidere e risolvere i problemi che coinvolge maggiormente gli altri membri del team. Ci tengono ad arrivare alla miglior decisione possibile più che a difendere il loro punto di vista iniziale
- Leadership – Le ricerche della McKinsey (Women matter) con top leader di tutto il mondo ci dicono che i comportamenti più efficaci e di maggior valore per vincere le sfide del futuro sono con più frequenza agiti dalle donne – presa di decisone partecipata, ispirazione, aspettative e riconoscimenti, role model. Le donne difendono con abilità e tenacia gli interessi dell’azienda in sede di negoziazione, mettendo in secondo piano i propri interessi personali di carriera o altri vantaggi.
- Maternità – Le più recenti ricerche neurologiche (Natalia López-Moratalla, professore di biochimica e biologia molecolare alla University of Navarra,- Genes, Brain and Maternal Behaviour, arvo.net.) affermano che la maternità è accompagnata da crescita intellettiva, esplosione di energie, empatia, aumento delle capacità relazionali. Quindi le imprese dovrebbero imparare a gestire la maternità prima, durante e dopo (invece di subirla come disgrazia), dando il via a un circolo virtuoso a vantaggio di ogni parte – supporti al rientro e carriera, engagement, produttività.