Due professionisti quarantenni di Milano, Francesca e Roberto. Un bimbo cercato a lungo. Una gravidanza complessa. La gioia della nascita il 13 gennaio 2011. Test neonatali perfetti e poi, dopo dieci giorni, la scoperta che il piccolo Mario ha avuto un ictus, con conseguente paresi del lato sinistro del corpo. E il verdetto: Mario non camminerà e non parlerà mai. “E’ l’inizio di un tunnel nero”, racconta Francesca Fedeli, mamma di Mario. “Solo che poi, quando vedi tuo figlio triste negli occhi perché legge la tristezza nei tuoi, rivoluzionare il tuo punto di vista è l’unica opzione possibile”. Francesca lascia il suo lavoro nel marketing e con il marito Roberto D’Angelo comincia a lottare.
“Non soddisfatti dalle terapie disponibili, in Internet abbiamo trovato un centro in Toscana dove si stavano sperimentando nuove tecniche riabilitative basate sui neuroni specchio, scoperti vent’anni fa dal neuroscienziato Giacomo Rizzolatti“. In pratica, guardando qualcuno che alza un braccio, i nostri neuroni specchio riescono a stimolare il sistema motorio per replicare quel movimento, e con appositi esercizi, è possibile acquisire e fissare quella competenza. Anche se, come nel caso delle persone colpite da ictus, il cervello non è più in grado di fare eseguire il comando a un arto. “Negli anni abbiamo continuato a studiare per integrare questa conoscenza in una metodica utile a tutti i giovani sopravvissuti all’ictus insieme alle famiglie e agli esperti della nostra rete”.
Nel 2014 Francesca e Roberto fondano Fightthestroke.org, associazione di promozione sociale che supporta la causa dei giovani sopravvissuti all’ictus, prima fellow Italia del sistema internazionale di imprenditori sociali Ashoka. Poco dopo nasce la piattaforma Mirrorable, sviluppata grazie a Microsoft, che lavora sulla consolle giochi Kinect e integra le metodiche tradizionali. “II bambino, in un ambiente favorevole come quello di casa propria, è di fronte alla tv e visiona, per esempio, un mago che esegue determinati movimenti per sessioni di 45 minuti. Dopo può fare gli esercizi interagendo con altri bimbi collegati in cloud”. Grazie alla Fondazione Vodafone, alla Fondazione Only The Brave della Diesel di Renzo Rosso e al supporto di Ashoka, l’associazione ha raccolto i fondi necessari per mettere a punto prototipo e modello distributivo. “L’idea è vendere questa piattaforma agli adulti con gli stessi problemi e con il ricavato sostenere il modello per i bambini”. E Mario? “E’ ancora debole sulla mano, ma ha recuperato gamba e linguaggio. E soprattutto, sorride“.