Il campionato femminile di serie A di bocce è soppresso: non si sa se partirà, né come. “Le friulane fanno paura”, è l’interpretazione dell’assessore allo Sport di Udine: in realtà sulle motivazioni non c’è certezza, quello che si sa è che le ragazze del Nordest – Friuli VG e Veneto – sono da sempre fra le qualificate per le fasi finali, e che la nuova formula del torneo, con il passaggio di sole due squadre – una volta erano quattro – potrebbe penalizzare proprio i team delle altre regioni.
Caterina Venturini, 23 anni fra una manciata di giorni, con la sorella Virginia è una delle colonne della squadra di Buttrio, provincia di Udine: “A noi hanno detto che le nostre avversarie hanno problemi di trasferte, lavoro e problemi di un calendario troppo compatto perché le giornate di campionato erano ogni week end: ma anche noi lavoriamo, anche noi dobbiamo organizzarci e chiedere le giornate libere risulta sempre difficile. Le loro giustificazioni le accettiamo, ma aspettiamo che si possa fare un minimo di attività! ”
Caterina stessa lavora, in una azienda vitivinicola: alle bocce è arrivata tardi, a 14 anni, dopo qualche passaggio fra nuoto e ginnastica artistica, “ma mio padre giocava, mio nonno anche: quando ha iniziato mia sorella e la domenica andavamo a vedere le partite, è stato naturale decidere di provare”.
Non ha più smesso: “E’ un gioco che ti prende, in cui conta tanto la testa, la strategia, la concentrazione. Ma la cosa migliore è l’ambiente: se non sei fra amiche, non porti a casa il risultato”. Una partita dura anche un’ora e mezza: per avvicinare i più giovani allo sport, invece, si fanno incontri meno tradizionali e più veloci, con cinque minuti di corsa e di tempo a disposizione per colpire il maggior numero possibile di bocce.
La passione non manca: gli sponsor, quelli, purtroppo latitano. Ma il rischio maggiore è proprio di vedere sfumare definitivamente il campionato, che è la passerella naturale per scegliere la squadra nazionale che andrà ai prossimi Mondiali in programma a Casablanca, in Marocco.
Tre ragazze del Buttrio vestono già la maglia azzurra (oltre alle due sorelle Venturini anche Barbara Zurini), ogni giorno si allenano per almeno un paio d’ore. Aspettando di poter finalmente entrare in partita. Se poi ci fosse uno sponsor pronto a sostenere una squadra bella forte e tosta, allora molti altri sogni potrebbero realizzarsi.