Investire in arte: i criteri, il budget, qualche nome “giusto”

imageMentre il writer Blu protesta contro la privatizzazione della street art cancellando i suoi murales di Bologna, escono le anticipazioni di Artprice, leader mondiale delle banche dati sulle quotazioni e gli indici dell’arte. Anche nel 2016, nonostante la crisi, l’arte si conferma un bene rifugio capace di generare plusvalenze. Ma quali sono i criteri per investire con successo? Come si fa a capire quali sono gli artisti che diventeranno di tendenza? E di quali budget bisogna disporre?

Lo abbiamo chiesto a Cristina Palmieri, critica d’arte e curatrice dal 1995, con un curriculum ufficioso che risale all’infanzia. Il padre Guido, infatti, è stato gallerista importante e ha tra l’altro co-diretto e poi rilevato la celeberrima  “Galleria Cortina” di Via Fatebenefratelli, a Milano. “Da bambina inconsapevole ho incontrato alcuni degli artisti più rappresentativi del secondo dopoguerra, come Ernesto Treccani,  Enrico Baj, Bruno Munari, Emilio Tadini, Ugo Nespolo“, racconta. Oggi il mercato è completamente cambiato. “Sta scomparendo l’investitore medio, l’artista con quotazioni medie. Sta scomparendo soprattutto la figura del gallerista che osa, che fa ricerca, che si impone sul mercato. Però l’arte non tradisce, anche chi ha perso quotazioni è obbligatoriamente destinato a risalire“.

Quali sono le tendenze in corso? 
Oggi sono molto richiesti soprattutto il gruppo Azimuth in Italia e il Gruppo Zero in Germania, il monocromo e la violazione della tela, come i tagli, solo per fare un esempio che tutti conoscono. Per fare alcuni nomi: Castellani, Bonalumi, Fontana. Ma è una visione che rischia di appiattire il Novecento, che è invece molto più ricco.
Che cosa consiglieresti a un investitore?
Consiglierei di interessarsi agli artisti degli anni ’20 e ’30, spazialisti, nucleari, chiaristi lombardi. In questo momento si può acquistare a prezzi vantaggiosi, con poche migliaia di euro,  opere che sicuramente si rivaluteranno. Questo è anche il momento di investire nei giovani, pittori come Jonathan Guaitamacchi, per esempio, o gli street artist, molti dei quali hanno saputo sposare il linguaggio neo pop con le richieste di design delle aziende e della committenza pubblica.
Quali sono i criteri da seguire per investire in una opera d’arte?
Scegliere artisti proposti da gallerie serie e note, che facciano parte di una precisa corrente o di un gruppo, seguire le aste e le fiere più importanti e verificare che questi artisti abbiano l’attenzione degli investitori anche a livello internazionale.
Qualche nome di artista donna da seguire con attenzione?
Nel panorama artistico le donne hanno meno chance, ma quelle che riescono a uscire dalla dimensione di hobby sono dirompenti. Penso a Carla Accardi, Maria Lai, Louise Burgeois. Nomi forse non noti al grande pubblico, ma che hanno saputo precorrere i tempi come pochi altri.
  • Paolo |

    Da secoli alcune famiglie benestanti hanno trasmesso il proprio patrimonio seguendo il seguente schema:
    – un terzo in terreni/immobili
    – un terzo in oro
    – un terzo in opere d’arte

    Le opere d’arte sono forse quelle che richiedono maggiore conoscenza per la loro valutazione.

  Post Precedente
Post Successivo