In fondo anche il frigorifero non ha avuto vita facile nell’entrare in cucina: “Una volta si faceva la spesa ogni giorno, anche due volte al giorno. Adesso però è difficile trovare qualcuno che possa occuparsi della cucina come prima occupazione: non abbiamo tempo”.
Katia Da Ros ha un obiettivo: cambiare le abitudini, ricavare uno spazio nelle cucine – non solo nazionali – magari a scapito del microonde, “che la maggior parte delle persone usa giusto per scaldare il latte”. Ha davanti un mercato nuovo di zecca: in pochi, pochissimi hanno già un abbattitore, l’elettrodomestico nato per uso professionale negli anni Ottanta che – lo spiega il nome – abbatte rapidamente la temperatura dei cibi: l’effetto è triplicarne la durata, cotti o crudi che siano.
La Irinox di Corbanese di Tarzo, Treviso, li produce dal 1989. I primi clienti sono stati cuochi di fama internazionale: difficili da convincere all’inizio, ora sono i primi testimonial. Nel 2005 apre la divisione Home, che lancia Fresco, abbattitore domestico, da incasso: “Però poi ci siamo detti: quante volte una famiglia cambia completamente la cucina e può prevedere di inserirlo? Troppo poche”. Così è nato Fresco, design in bianco e nero (premiato con il Compasso d’oro), dimensioni di un fornetto, sette cicli che spaziano dal freddo rapido al caldo lento. Significa che si può raffreddare il cibo acquistato nella spesa settimanale – verdura, bistecche, fette di prosciutto – e quello che si cucina la domenica, mettendolo anche bollente nell’apparecchio. L’abbattitore dissipa velocemente il calore, impedisce la proliferazione batterica, forma cristalli di ghiaccio piccolissimi che non intaccano la qualità. Funziona perfino con le foglie di basilico e i lamponi: la corporate chef di Irinox, Stefania Sorbara, mostra come frutta e fettine di carne appena estratte dall’abbattitore tornino normali, come freschi, in pochi minuti. Il suo compito è testare i risultati, e servire agli ospiti in azienda un pranzo intero – vi piace? – per poi rivelare a sopresa che è stato tutto preparato giorni fa, e abbattuto. Così non si butta via più nulla, perché il cibo – si legge nel manifesto Irinox in sede – è vita, la cucina è felicità, la tecnologia ci rende liberi. E gli scarti stanno a zero.
Katia è entrata in azienda subito dopo la laurea: “Mio padre è stato in gamba, non mi ha fatto pressioni, non ha insistito: ha solo detto se vuoi, questo è il momento, poi non si sa”. L’azienda ha reagito agli anni peggiori della crisi concentrandosi sulla qualità, importando le tecniche della produzione snella che razionalizzano e riducono gli sprechi, aprendoai manager per le aree chiave. I risultati 2015 derivano anche dalla crescita sui mercati internazionali, soprattutto Usa, Giappone e Germania. Complessivamente l’export vale oltre il 50% del fatturato, con picchi del 70% per la divisione professionale.
L’abbattitore non si compra nei negozi o nella grande distribuzione; bisogna chiamare in azienda. Presto, insieme al mezzo, arriverà un libro di ricette; tutte a misura di abbattitore, per sfruttarne ogni potenzialità, tutte testate personalmente da Katia, che quando non riesce a pranzare con la figlia le lascia il cibo pronto: la macchina per un po’ lo conserva, poi inizia lentamente a scaldarlo, per farlo trovare pronto a una quattordicenne affamata appena uscita da scuola, che deve solo aprire lo sportello (e mangiare).