I semi originali di carcade’, okra, melanzane amare, peperoncino e batata sono arrivati dal Senegal, recuperati direttamente dal marito, appena rientrato. Se tutto andrà bene, il primo raccolto sarà pronto per marzo: del carcadè non i fiori rossi del tè profumato, ma le foglie, che si usano praticamente come spinaci: “Il freddo arriverebbe prima della fioritura”, spiega Jeannette, che ha quasi paura di di raccontare il suo sogno di una vita prima di vederlo realizzato.
“Coltivare qui, in Veneto, specialità della nostra terra di origine – racconta Jeannette – che possono trovare spazio negli abbinamenti dei menu’ di ristoranti del NordEst, oltre che nei pasti delle comunita’ straniere. La gente dei campi mi ha incoraggiato dimostrandomi una grande solidarietà, segno che la campagna e’ un grande luogo di accoglienza e speranza, ideale per coltivare un futuro migliore per tutti”.
Jeannette è tanto senegalese quanto padovana: proprio nel giorno della festa della donna e’ diventata imprenditrice agricola. L’8 marzo coincideva quest’anno con il termine di presentazione del fascicolo aziendale, documento indispensabile per aprire la pratica di accesso ai finanziamenti europei previsti dal Programma di Sviluppo Rurale.
La disponibilità del Comune di Curtarolo a concedere il terreno c’era, ma l’iter amministrativo e il rispetto dei tempi stabiliti rischiava di spegnere sul nascere l’iniziativa. L’appello della ex operaia senegalese, residente a Cittadella, è stato accolto da una famiglia di agricoltori locali che le hanno dato in affitto circa 3 ettari di terreno di loro proprietà.
Si tratta dell’azienda ‘La Marostegana’ , guidata da Gastone Marcon insieme alla moglie Anita, impegnati nella coltivazione di ortaggi di IV gamma, attiva nel mercato orticolo con una rete commerciale consolidata. Sono stati loro i primi ad aver compreso l’urgenza della questione e a decidere di accogliere la neo imprenditrice, limitando la proprieta’ assegnata a lei e piantando anche la targa con il nome ‘Casa Mance’, in onore del paese nativo di Jeannette.
Alla sigla dell’accordo hanno partecipato due dei tre figli di Jeannette (19, 13 e 8 anni), tutti nati in Italia, e il marito, conosciuto e sposato qui, dove la neo imprenditrice, 40anni, è arrivata da sola, vent’anni fa. Al taglio del nastro c’era anche il sindaco Enrico Zin che ha assistito alla firma del contratto sotto il portico dell’abitazione dei coniugi Marcon. Il primo cittadino si è presentato con tanto di fascia:”L’evento – ha precisato – e’ troppo importante per non avere l’ufficialità che si merita”; come augurio di buon lavoro ha donato una zappa, simbolo di fatica e di successo professionale.
Nell’impresa confluirà parte della mobilità derivante dal lavoro precedente, in una azienda di pavimenti in legno che ha ridotto il personale: “In Senegal tutti coltivano la terra, è una attività sia maschile che femminile. Da sempre sogno di fare lo stesso, qui”. Alcuni ingredienti serviranno a cucinare il piatto tipico senegalese, chiamato Thiebou dien: riso bianco o rosso cotto in un sugo dove è stato precedentemente cucinato il pesce con aglio, cipolla, concentrato di pomodoro, spezie piccanti e vari tipi di verdure come melanzane, carote, cavolo, manioca e okra. Si prepara in meno di un’ora, assicura Jeannette.