“Ragazze, se volete essere indipendenti, studiate tanto”

“Se per un posto di lavoro sono richieste cinque competenze, e una donna se ne riconosce quattro, state certi che non parteciperà alla selezione. Se un uomo se ne riconosce tre, parteciperà”. Con questo semplice esempio Gabriela Styf Sjöman, manager svedese-messicana dalla vaga somiglianza con Jennifer Lopez, spiega perché le donne non sono così tante nel suo settore, quello delle telecomunicazioni e dell’Information technology. A noi donne, spiega, manca tante volte il coraggio di buttarsi: “Vogliamo essere sempre perfette in tutto e l’eccessivo perfezionismo finisce per essere un freno”.

Gabriela attualmente lavora in Italia, a Torino, dove è Responsabile engineering & TI Lab di TIM, con il compito cioè di assicurare l’innovazione tecnologica del gruppo. Nel suo curriculum, dopo la laurea in ingegneria elettronica in Svezia e un MBA nel Regno Unito, conta incarichi per multinazionali come Ericsson, è stata direttrice di una start up e nel 2014 è stata selezionata tra le partecipanti al Women Up Sweden, un programma per accrescere la leadership delle donne, promosso sotto l’ombrello dell’ Hillary Clinton’s International Council on Women’s Business Leadership. Durante la sua carriera ha lavorato in otto Paesi, in Asia, Europa e Stati Uniti. Godendo, dunque, di un osservatorio privilegiato sulla situazione delle donne nel lavoro.

Sorriso coinvolgente e grandi occhi scuri, tailler serio ma femminile, l’occasione dell’incontro con Gabriela Styf Sjöman è l’annuale forum mondiale sulla telefonia mobile di Barcellona, un mondo popolato da manager di tante nazionalità, età ed etnie. Unico comune denominatore: siano arabi, cinesi, europei o americani, i manager sono quasi tutti maschi. La manager spicca tra di loro. Perché nel mondo della telefonia e della tecnologia ci sono poche donne manager e ingegneri? Molte donne, spiega, partono dal preconcetto di non essere abbastanza intelligenti per fare le ingegneri. E per risolvere questo problema bisogna lavorare sull’educazione delle donne fin da piccole, rendendo professioni come quella dell’ingegnere più attraenti ai loro occhi. “Il problema di noi donne – sintetizza – è che non crediamo abbastanza in noi stesse”. E alle ragazzine che si affacciano alla vita, consiglia: “Se volete essere indipendenti e viaggiare, dovete studiare tanto”.