C’è sempre una prima volta. Una per votare e una per essere elette. Una per guidare un’azienda e una per guidare un Paese. Anche questa, a modo suo, è una pietra miliare. Questo battito d’ali di farfalla potrebbe diventare un uragano. 23 febbraio 2016, Dubai: oggi per la prima volta le donne di tutto il mondo scelgono un paese musulmano come sede per il Global Women Forum. La Davos delle donne compie 11 anni e sbarca in uno dei Paesi dove culturalmente le donne hanno più strada da fare. A cominciare dal velo. Dal Nordafrica alla penisola araba le manager, le scienziate, le politiche hanno risposto con entusiasmo.
Oggi e domani sotto i grattacieli dell’emirato parleranno Rania di Giordania e Reem Al Hashimy, la direttrice generale di Expo Dubai 2020 (l’equivalente di Giuseppe Sala). La professoressa Habiba Bouhamed-Chaabouni, capo del dipartimento di Genetica delle Malattie ereditarie del Charles Nicolle Hospital di Tunisi. La fondatrice e Ceo della libanese Pharmamed, Hanan Saab, secondo Forbes una delle 200 donne più potenti del mondo arabo. Parleranno accanto alla numero uno del Fmi Christine Lagarde, alla presidenta del Cile Michelle Bachelet, a un’icona come Emma Bonino.
Come sempre, si discuterà di come entrare in un consiglio di amministrazione e di come conciliare lavoro a famiglia. Ma due terzi dello spazio verrà riservato ai temi dell’innovazione, della scienza e della medicina. E del ruolo propulsivo che le donne posso esercitare in questi ambiti. Donne, arabe e per di più nella scienza. C’è un pizzico di rivoluzione, oggi, nell’aria di Dubai.