Terreni gratis col #terzofiglio: le dieci cose da sapere per mettersi subito all’opera

La serie tv La Casa nella prateria

Se metti al mondo il tuo #terzofiglio nel 2019, nel 2020 o nel 2021, lo Stato ti concederà gratuitamente per 20 anni un appezzamento di terra. Non credo alle mie orecchie: con l’aria che tira nei giornali, qualcuno mi sta forse offrendo una exit strategy? Io di figli ne ho già due, sono il candidato ideale.  E l’ultima bozza della manovra pensata dal governo gialloverde parla chiaro: chi aiuta la crescita demografica del Paese avrà una fetta del 50% dei terreni a vocazione agricola dismessi dallo Stato, oppure del 50% dei terreni incolti del Mezzogiorno – in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia – più un mutuo di 200mila euro a tasso zero per comprare casa nelle vicinanze del suddetto appezzamento.

In tutto, calcola la Coldiretti, parliamo di 250mila ettari di terra, per un controvalore – tenendo conto dei prezzi di mercato dei campi in Italia – di circa 5 miliardi di euro. La proposta alletta anche voi? Prima di mettervi all’opera, in questo nuovo “campo” – è proprio il caso di dirlo – della fertilità, è bene però che venga fatta chiarezza su alcune specifiche attuative. Molte di queste sono domande che da ieri si rincorrono anche in Rete e sui social.

1) Gemelli: che succede se da due passate direttamente a quattro figli? Aumenteranno gli ettari a disposizione o piuttosto crescerà il massimale del prestito a tasso zero? Ah, se la signora Giannini del famoso spot Dixan avesse resistito fino ad oggi, sarebbe diventata una latifondista.

2) Ius primae nascentiae (ovvero: chi prima arriva meglio alloggia): in base a quali criteri vengono assegnati i terreni? Chi prima partorisce, prima sceglie? Allora, a chi ha tempi di concepimento più lunghi della media consiglio di non mettere gli occhi su appezzamenti troppo vicini a casa: inutile sperare nelle colline del Monferrato se si abita nel Torinese, o nelle pendici dell’Etna se si sta a Catania.

3) Prematurità: se resto incinta a maggio del 2021, posso trovare un ginecologo (chessò, magari uno dei rari obiettori di coscienza) che mi faccia nascere il figlio settimino, in modo da rientrare nel provvedimento sul filo di lana?

4) 20 e non più 20: se dopo 20 anni di concessione devo restituire il terreno, posso anche restituire il figlio? Con i tassi di disoccupazione giovanile che ci sono in giro, come farà a campare questo ragazzo, se non avrà più nemmeno un acro da coltivare…

5) Legge salica: chi eredita gli acri? Se io muoio, passano al mio compagno? E se muore lui, restano a me? Perché noi non siamo sposati, ma i nostri due figli (e chissà, se mi convinco diventano i nostri tre) sono figli naturali di entrambi. E se invece un vedovo (o una vedova) si risposa? Il nuovo coniuge, che con quei tre figli non c’entra nulla, ha diritto o no a coltivare la terra?

6) Ddl Pillon: in caso di separazione, il terreno va al marito, va alla moglie o (come i figli) va diviso perfettamente in due? E i 200mila euro di mutuo diventano 100mila a testa?

7) Discriminazioni: anche la mia amica Silvia, all’idea di una nuova vita in campagna, ci sta facendo un pensierino. Lei ha già un figlio, con l’attuale marito, il quale a sua volta di figli ne ha due: quello avuto con Silvia, più un altro. Ora: se Silvia e il marito fanno un altro figlio, quello avuto da lui in prime nozze vale per raggiungere quota tre? Certo, non potrei che essere contenta, per la mia amica, ma è indubbio che se così fosse il popolo dei monogami finirebbe col venire ingiustamente discriminato.

8) Par condicio: la regola del terreno gratis vale per le coppie che ricorrono all’eterologa? E per l’utero in affitto? Per le adozioni, invece, non mi pongo nemmeno il problema, do per scontato il sì.

9) Effetti collaterali/1: la Francia insegna: avere tre figli è il carattere distintivo della borghesia benestante. Gli avvocati hanno tre figli, gli industriali hanno tre figli. Non è che allora finiamo col dare nuove terre a chi di beni ne ha già in abbondanza? Più che la crescita demografica, qui favoriamo il latifondismo.

10)Effetti collaterali/2: ho fatto una rapida inchiesta nel mio palazzo: di 21 famiglie, l’unica con due figli e il terzo in arrivo – data presunta del parto: marzo 2019, quindi siamo perfettamente nei tempi – è la famiglia di Abdul. Muratore marocchino, 33 anni, una persona squisita. Vive e lavora in Italia da quando ne ha 19 e ormai è cittadino italiano a tutti gli effetti. Ma Salvini, questo, lo sa?

  • Micaela Cappellini |

    Ha ragione, ho sbagliato. Correggo immediatamente. Grazie della segnalazione
    M.Cappellini

  • Chiara |

    Non hai considerato che per lavorare la terra ci vuole conoscenza.. e anche un discreto patrimonio in macchine agricole!

  • Xenia Bragaglia |

    Buongiorno Signora Micaela Cappellini… mi sta bene il suo articolo sulla terra a chi ha 3 figli, ma volevo precisare che in Italia non è più vietata l’eterologa e viene praticata in diversi ospedali.
    Buona giornata.

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