Per alcuni esperti quello che serve è un cambio di mentalità, per altri prioritario è puntare sulla formazione delle nuove generazioni di uomini, secondo numerose professioniste del settore occorrono più strutture ad hoc e maggiori finanziamenti pubblici. Sono le ricette invocate per combattere la violenza contro le donne che sfocia a volte nei femminicidi. Una piaga di cui oggi si parla tanto, ma contro la quale si fa ancora poco. Un aiuto per contrastare il fenomeno può venire dal bando europeo pubblicato a fine agosto che ha un budget complessivo di quattro milioni di euro e punta soprattutto su progetti di formazione ed educazione di uomini e ragazzi, sulla consapevolezza delle donne riguardo ai propri diritti, sulla formazione di professionisti della sanità, della giustizia e delle forze dell’ordine nonché sulla sensibilizzazione dei giornalisti verso il problema. Con un focus sulle donne più fragili e disagiate. In poche parole: in Europa si punta soprattutto a prevenire il problema per cambiare la mentalità e non arrivare ai casi di violenza.
COSA PREVEDE IL BANDO. Per ogni progetto viene stanziato un minimo di 100mila euro e finanziato un massimo dell’ 80% del costo del piano presentato. Lanciato nel quadro del programma ‘Diritti, uguaglianza e cittadinanza’, il bando europeo ha come obiettivo principale il sostegno delle autorità nazionali nello sviluppo di attività di contrasto della violenza nei confronti delle donne.
I PROGETTI FINANZIABILI. Il bando è diretto a finanziare attività nazionali di informazione, sensibilizzazione ed educazione in grado di diffondere un chiaro messaggio di tolleranza zero verso qualsiasi forma di violenza di genere. Potranno cioè essere sostenuti progetti che mirano a promuovere un cambiamento di mentalità e di comportamento oppure la formazione di professionisti che mettano in atto adeguati procedimenti di individuazione, investigazione e persecuzione delle forme di violenza oppure la formazione di giornalisti e professionisti della comunicazione al fine di garantire un’appropriata denuncia del fenomeno e degli episodi criminosi. E ancora: sono finanziabili progetti che incentivino l’impegno di uomini e ragazzi nel contrastare il sessismo e che agevolino l’informazione delle vittime sui propri diritti, sui servizi di assistenza esistenti e sulle misure a disposizione nei loro Paesi. La durata dei progetti è prevista tra i 18 e I 30 mesi. Potrà essere presentata solo una richiesta di partecipazione per ogni Stato membro.
FOCUS SULLE DONNE PIU’ DEBOLI. Il bando riserva attenzione particolare alle categorie di donne svantaggiate o a rischio discriminazione. I progetti proposti potranno focalizzarsi soprattutto, anche se non solo, su gruppi vulnerabili di donne e ragazze, come disabili, migranti e rifugiate, povere, appartenenti alla comunità Rom e ad altre minoranze etniche e religiose, anziane, lesbiche, transessuali.
A CHI E’ RIVOLTO IL BANDO. I progetti possono essere presentati dall’Autorità nazionale responsabile della politica per la parità di genere o della politica sulla violenza di genere (qualora siano Autorità distinte); dall’organismo responsabile per la parità di genere a livello nazionale; oppure da un’altra autorità nazionale (solo se i primi due organismi non presentano candidature). Possono diventare partner del progetto organizzazioni pubbliche e private, profit e no-profit, o organizzazioni internazionali. Non è prevista la partecipazione di privati.
TERMINE PER PARTECIPARE. La scadenza partecipare al bando è stata fissata per il prossimo 27 ottobre alle 12.