Al Niguarda la “Casa Cuore di bimbi”: una speranza per i piccoli pazienti e le loro famiglie da tutto il mondo

A inizio del 2026 aprirà a Milano, presso l’ospedale Niguarda, la “Casa Cuore di bimbi’, una struttura ideata dalla Fondazione Mission Bambini e dedicata alle famiglie dei piccoli pazienti ricoverati nel reparto di cardiochirurgia pediatrica e provenienti da tutta Italia e da altri Paesi del mondo. La struttura, progettata e finanziata dalla Fondazione Mission Bambini ETS, si inserisce nel ventennale programma ‘Cuore di bimbi’, che dal 2005 ha permesso di operare oltre 2.800 bambini e bambine affetti da gravi cardiopatie, in Paesi in via di sviluppo dove l’accesso a cure specialistiche è fortemente limitato.

«L’idea di costruire ‘Casa Cuore di bimbi’ nasce dall’esperienza sul campo», spiega Stefano Oltolini, direttore generale di Fondazione Mission Bambini. «In questi anni sono molti i bambini gravemente cardiopatici che abbiamo portato in Italia da Paesi come Albania, Kosovo o Zimbabwe, dove mancano strutture sanitarie attrezzate: molti di loro sono stati operati proprio all’Ospedale Niguarda di Milano. Le loro famiglie erano con loro, ma dovevano alloggiare in qualche appartamento nei dintorni dell’ospedale, con relativi costi e disagi. Stare lontani da casa per un lungo periodo è esperienza anche di tante famiglie che vivono in Italia e devono lasciare la propria città per restare vicine al figlio, in occasione di un ricovero o di un’operazione. Solo all’Ospedale Niguarda ogni anno vengono ricoverati circa 4mila bambini, di cui il 35% proviene da fuori Milano. Nella ‘Casa Cuore di bimbi’ – spiega – le famiglie che non potranno sostenere il costo dell’alloggio saranno ospitate gratuitamente».

«La nostra associazione – prosegue il direttore generale – opera all’estero con i nostri operatori che partono per operare e insegnare le tecniche mediche e laddove questi interventi non possono essere effettuati provvediamo al trasferimento al Niguarda. Mancava però un posto per accogliere i genitori, sia stranieri che italiani, per poter stare al fianco dei loro bambini. Ci siamo accorti che in città come Milano, dove i prezzi sono molto alti, era difficile per i genitori garantire una assistenza e una vicinanza ai propri figli e da questo è nata l’idea del progetto. Si tratta di una struttura aperta e gratuita a tutti che al momento accoglie pazienti che devono essere sottoposti a interventi di cardiochirurgia ma ci auguriamo di poter estendere il progetto anche a pazienti affetti da altre patologie. Si tratta di tre appartamenti indipendenti tra loro con degli spazi comuni che possono ospitare in contemporanea tre famiglie».

Uno strumento per dare impulso anche al sistema sanitario italiano

Casa Cuore di bimbi, grazie alla collaborazione con Niguarda, sorgerà proprio all’interno dell’Ospedale, in prossimità del reparto di Cardiochirurgia pediatrica e sarà aperta 24 ore su 24, 365 giorni all’anno: uno spazio di 200 mq all’interno dell’ospedale milanese, composto da tre camere da letto con bagno finestrato, una lavanderia, un’ampia area gioco, una cucina e un soggiorno. Completeranno il servizio un gruppo di volontari della Fondazione, per il supporto quotidiano alle famiglie ospitate e un’attività di mediazione culturale e psicologica.

Secondo Oltolini «alla base del progetto c’è la consapevolezza e la certezza che tutti i bambini che vengono portati in Italia abbiano delle patologie gravissime e che non possono usufruire in loco delle strutture sanitarie perché non sufficientemente attrezzate per curarli. I numeri sono elevati per gli interventi di cardiochirurgia, soprattutto in quei  Paesi dove il tasso di natalità è molto alto. Sull’Italia il discorso è diverso nel senso che si sceglie il Niguarda in quanto polo di eccellenza e diventa un vero e proprio hub di riferimento per i casi più difficili».

Inoltre “sono convinto che una struttura come questa, qualora ce ne fosse la necessità, potrebbe aiutare i bambini di tante zone in conflitto. Penso ai 12 bambini di Gaza che recentemente sono stati ricoverati al Niguarda. E’ un’operazione che esula da noi perché è stata una decisione a livello ministeriale. Ma progetti come il nostro possono sicuramente dare una mano. La nostra stella polare è quella di garantire il massimo benessere per il bambino. Inoltre credo che questa iniziativa possa anche spingere il sistema nazionale sanitario a migliorarsi.  Dobbiamo spingere per un’attenzione al paziente il più ampio possibile. Per noi nessun bambini deve essere escluso da percorso eccellenze sanitario. Mi auguro che questo progetto possa essere esportato anche in atre città”.

Il programma “Cuore Bambini” per ridurre la mortalità dei minori

L’iniziativa rientra in un progetto più ampio chiamato “Cuore Bambini” che è stato avviato nel 2005 dalla Fondazione Mission Bambini Etes. L’obiettivo è di ridurre la mortalità di minori affetti da malattie cardiache congenite o acquisite, con particolare attenzione alle fasce più deboli della popolazione.  Si stima che nel mondo ogni anno nasca oltre 1 milione di bambini gravemente cardiopatici: i difetti cardiaci sono tra le più diffuse anomalie congenite e la metà dei bambini che nascono cardiopatici, se non operati nei primi anni, rischia la vita; gli altri vanno incontro a gravi problemi di sviluppo della crescita.

«Nei Paesi occidentali le cardiopatie vengono spesso diagnosticate già in fase prenatale e curate precocemente, grazie ad interventi di cardiochirurgia pediatrica all’avanguardia», spiega Goffredo Modena, fondatore e presidente della Fondazione Mission Bambini. «Non è così nei Paesi in via di sviluppo, dove la carenza di medici specializzati e di strutture sanitarie adeguate ritarda la diagnosi e troppo spesso impedisce di intervenire in tempo per salvare le vite dei bambini. È proprio per questo che la Fondazione Mission Bambini ha avviato il programma ‘Cuore di bimbi’, grazie al quale medici volontari partono per missioni operatorie e di screening e per portare avanti attività di formazione per gli operatori sanitari locali».

Dall’avvio del programma, la Fondazione Mission Bambini ha organizzato oltre 70 missioni, in 12 Paesi tra Africa, Asia ed Europa, riuscendo ad operare più di 2800 bambine e bambini cardiopatici, effettuando più di 34mila visite mediche e coinvolgendo oltre 600 operatori sanitari locali in attività di formazione.

«Nel 2025 sono in programma 10 missioni, due di screening e otto operatorie, Prevediamo di riuscire a effettuare più di 100 operazioni e di visitare migliaia di bambini»,  sottolinea Stefano Marianeschi, responsabile della Cardiochirurgia pediatrica dell’Ospedale Niguarda e Coordinatore scientifico di Cuore di bimbi. «Siamo appena tornati da una straordinaria missione in Uganda, dove in una sola settimana abbiamo operato con successo 9 bambini cardiopatici».

 

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