Mestruata, isterica, rompi balle, stronzetta e prima donna. Questa la top five degli epiteti che le donne vorrebbero bandire dal lessico italiano perché sminuiscono la forza delle donne. Secondo un sondaggio, infatti, il 63% delle intervistate è convinta che, ogni volta che le espressioni della loro forza vengono qualificate con questo genere di aggettivi, la forza ne esca indebolita e ferita. E pensano che queste definizioni andrebbero eliminate dal vocabolario comune. “Le parole ritenute poco tollerabili da parte delle donne sono quelle che le etichettano in modo svalutante fondandosi sugli stereotipi legati alla ‘donna lavoratrice’ o alla ‘donna forte'”, ha commentato la psicologa e psicoterapeuta Laura Duranti, che prosegue: “Come stereotipi sono particolarmente irritanti poiché tendono ad inquadrare qualsiasi donna nello stesso cliché riducendola al solo essere donna e stressandone le caratteristiche prettamente femminili (diresti mai ad un uomo che è ‘mestruato’ o ‘isterico’?) ed è questo che li rende meno tollerabili, perché la attaccano in quanto donna e non in quanto persona”.
L’effetto di certi insulti cambia con l’età di chi li riceve. Mentre oltre il 65% del campione in età tra i 50 e 65 anni ritiene che il pregiudizio espresso da queste parole non abbia impatti sulla loro capacità di essere sempre e comunque se stesse, molto diversa, invece, è la valutazione delle donne giovani: oltre il 58% delle intervistate tra i 18 e i 34 anni, se descritto in questo modo, si sente meno saldo nella propria determinazione a essere fedele a se stessa. Come a dire, che con l’età si riesce a costruire una struttura solida, che non può essere messa in discussione dal primo aggettivo che ci viene rivolto.
L’altra faccia della medaglia sono le parole più amate che, secondo il campione, definiscono meglio una donna forte troviamo nell’ordine: determinata, sicura di sé, coraggiosa, intraprendente e coerente. Termini che delineano in modo concreto e qualitativo, e non emozionalmente aggressivo, una solidità interiore e una chiarezza di intenti su cui basare e costruire la propria vita.
Sempre secondo la ricerca, commissionata da Special K, l’86% delle italiane pensa di poter contare su una considerevole forza interiore; le donne con figli e quelle con più di 50 anni sono quelle che sono convinte di possederne più della media. Secondo quanto rilevato dalla ricerca, inoltre, circa una donna su due afferma di avere un modello femminile di forza interiore. Nella classifica dei tre esempi ispirazionali più forti troviamo al primo posto una figura fondamentale come la mamma. A seguire rispettivamente, Rita Levi Montalcini al secondo e Madre Teresa di Calcutta al terzo sono le due icone di solidità femminile in cui le donne italiane riconoscono un modello di forza interiore a cui ispirarsi. Un sondaggio condotto da Alley Ooop l’8 marzo scorso aveva dato un esito diverso: il modello a cui si ispirano la maggior parte delle nostre lettrici era stato una vera sorpresa, come scritto qui.
Ambasciatrici ed esempi concreti dell’impegno di Special K contro questi stereotipi verbali sono Giorgia Surina e Giusy Versace due modelli femminili di vera forza interiore. “Mi sono molto riconosciuta nella parola ‘coraggiosa’”, ha dichiarato l’attrice e conduttrice radiofonica Giorgia Surina. “Essere coraggiose – ha continuato – significa saper sorridere anche nei momenti difficili, anche quando va tutto storto, anche quando vorresti solo piangere e lamentarti. Ed è sempre il coraggio delle donne che invece fa esplodere sul loro viso quel sorriso contagioso e disarmante anche per il più avverso dei destini. E con coraggio, anche se ha paura, una donna affronta tutto. Così ho fatto anche io nella mia vita ed è per questo che sento davvero mia la parola ‘coraggiosa’. Chi ha coraggio ha certamente anche una grandissima forza interiore”.
“Come molte donne italiane sono stanca di sentire utilizzare l’appellativo ‘Prima Donna’ riferito alle donne che sono state capaci di distinguersi e avere successo e soddisfazioni nella loro vita privata e professionale”, ha dichiarato l’atleta paralimpica Giusy Versace.
“Essere protagoniste e padrone delle propria vita -ha continuato- è un grande risultato di forza interiore. A seguito del mio incidente ho lottato duramente con me stessa per poter riprendere a camminare e non mi sono mai arresa, allenandomi tutti i giorni per tornare a vincere personalmente e professionalmente. Per questo sono una prima donna? Non credo! Penso solo di avere una grande forza interiore”.
E per voi qual è l’epiteto più detestabile?