“Cresce il numero delle donne che fanno impresa con il vino? Io credo che in realtà stia venendo alla luce un fenomeno in atto da anni. Le decision maker nel vino sono sempre state più di quanto si immagini”. Alessandra Boscaini, 46 anni, seconda figlia di Sandro Boscaini, presidente e amministratore delegato della Masi Agricola, parla con cognizione di causa, perché rappresenta la settima generazione di un’azienda vitivinicola che nel 2014 ha fatturato 60 milioni di euro, che si è quotata in Borsa nel 2015, che ha una forte vocazione internazionale (presente in 100 Paesi, una quota export del 90 percento) e quindi contribuisce ai risultati del vino Made in Italy oggi, che affonda le sue radici nel diciottesimo secolo.
Fu allora che i capostipiti della famiglia acquistarono il “Vaio dei Masi”, la piccola valle in Valpolicella tuttora di proprietà dei Boscaini, iniziando la coltivazione delle uve con cui producono vini famosi in tutto il mondo, primo tra tutti l’Amarone. E già a quei tempi le donne non avevano un ruolo marginale, anzi.”Era la mia bisnonna – racconta Alessandra – ad assaggiare il vino e decidere se andava bene o meno per la produzione e il mio bisnonno si fidava ciecamente”. Oggi la storia di Masi agricola continua con un innesto inedito, quello tra agricoltura e finanza. A giugno 2015, infatti, l’azienda si è quotata sul mercato Aim di Borsa Italiana: “Un passo meditato a lungo, ma necessario per confrontarsi con le nuove sfide globali e accelerare la crescita, anche se la maggioranza resta in famiglia”.
Il percorso in azienda è stato molto naturale. “Mi sono interessata da subito al fenomeno del turismo enogastronomico, lavorando nella Foresteria dei Conti Serego Alighieri, azienda vinicola di proprietà dei discendenti del poeta Dante e partner di Masi Agricola”. Alessandra Boscaini ha approfondito gli aspetti della distribuzione in tutto il mondo e attualmente si occupa del comparto commerciale nel ruolo di sales administration manager, partecipando ai grandi eventi internazionali in particolare per i mercati emergenti dei paesi dell’area Asiatica e del Pacifico. “Già quindici anni fa il nostro importatore in Giappone organizzava eventi sul vino delle donne e per le donne. Quello femminile è un approccio più edonistico, legato al piacere e alla gioia di vivere. Siamo meno tecniche, osiamo e sperimentiamo, anche negli abbinamenti, con risultati a volte sorprendenti”.
Il futuro dell’azienda passa proprio attraverso il rafforzamento della wine experience, con l’apertura di wine bar e wine shop dedicati a veicolare i valori dei vini Masi, favorendo l’incontro tra appassionati. “Mi sento più imprenditrice che manager – sintetizza Boscaini – sono un po’ la mamma dell’azienda, mi viene istintivo curare ogni dettaglio, anche di ambiti che non sono propriamente i miei. Con il tempo però ho anche imparato a delegare, e vedere i propri collaboratori lavorare a un’impresa che sentono profondamente loro non ha prezzo”.