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Una storia di affetto, conflitto e guarigione, raccontata con grande vulnerabilità. L’album Atonement del cantautore nigeriano Godwin è un viaggio tra le radici e la rinascitaruota intorno ai temi dell’amore in tutte le sue sfumature: l’amore che nasce, l’amore non corrisposto, quello passionale, l’amore che svanisce e quello che ferisce involontariamente. Ogni brano ripercorre una fase di questo ciclo emotivo: due estranei che si incontrano, si avvicinano, si scontrano e imparano a lasciarsi andare.
Godwin ha portato la sua musica e le sonorità della tradizione africana in un concerto all’Alcatraz. Timido e grato, il cantautore ha presentato con semplicità disarmante il proprio lavoro, facendo riferimento alle radici familiari, a cominciare dalle nenie che gli cantava la mamma, e ai valori della sua comunità. Ha tentato anche di coinvolgere il pubblico insegnando i cori delle proprie canzoni.
«Una buona parte delle mie origini si riflette sempre nelle mie canzoni, soprattutto con il nuovo album. Ad esempio, il primo brano, Atonement, è una canzone molto tradizionale, davvero vicina al mio cuore: è una canzone che mia madre cantava spesso per esercitarsi, sai, per i cori della domenica, per le esibizioni. È quindi un grande onore, per me, essere arrivato a un punto della mia vita in cui posso portare il mio passato nella musica, insieme alle cose che mi ispirano» ha commentato Godwin con Alley Oop, aggiungendo: «In generale, l’album parla anche d’amore, qualcosa che provavo mentre lo scrivevo. Quindi sì, una parte importante della mia vita è sempre riflessa nella mia musica — ed è anche per questo che amo la musica: mi permette di esprimermi con estrema naturalezza. È tutto molto connesso».
Godwin da regista a cantautore
Un inizio da regista insieme ai suoi cugini, con cui nel 2015 ha fondato il collettivo cinematografico, riconosciuto anche da Variety, The Critics Company. Godwin ha poi diretto un film in collaborazione con la compagnia di produzione di Morgan Freeman, Revelation Entertainment, e ha avuto come mentori registi illustri come JJ Abrams, Taika Waititi e Kemi Adetiba.
«Il legame tra la mia musica e le arti visive è il mio amore per il cinema. Il cinema è stato il mio primo amore, il mio primo incontro con l’arte. Da bambino ne consumavo tantissimo — molto più di quanto faccia ora — e mi ha aiutato a visualizzare, a immaginare me stesso oltre il luogo in cui sono nato, a sognare un mondo al di là del mio ambiente» ricorda Godwin, proseguendo poi: «Oggi, quando scrivo musica, mi viene naturale perché prima “vedo” nella mia mente ciò che devo scrivere, e poi cerco le parole giuste, quelle che suonano e rimano bene. Dopo aver scritto le canzoni, torno al tavolo da disegno per pensare al video o al film che può accompagnarle. Quindi sì, le due cose sono strettamente connesse, e questo lo devo alla mia infanzia da grande appassionato di cinema. Ecco, questa è la mia storia».
Le radici musicali
Proveniente dalla città di Kaduna, Godwin porta un’energia autentica sulla scena, fondendo le sue ricche influenze culturali con le sue profonde esperienze emotive, creando un mix unico di sonorità. La sua musica, profondamente legata alle arti visive, trae ispirazione da generi diversi come Soul, R&B e Afrobeat. Le sue influenze includono Labi Siffre «È un autore eccezionale, capace di rendere le parole più complesse davvero semplici», Aretha Franklin «Mio padre me l’ha fatta conoscere da bambino, e ha fatto qualcosa alla mia voce mentre cercavo di cantare le sue canzoni» e Labrinth «La musica di Labrinth trascende i generi tradizionali e, come uomo nero, riesce a liberarsi dalle norme delle convenzioni abituali».
Nel campo musicale, Godwin si distingue come un artista capace di creare melodie ricche di sentimento, che sfidano le aspettative musicali relative agli artisti nigeriani, spesso collegate all’Afrobeat. La musica di Godwin è più di una semplice raccolta di canzoni; è un’antologia di esperienze condivise, una riflessione sulla resilienza dello spirito umano e un richiamo ad abbracciare il viaggio musicale con cuori e orecchie aperte.
Il palco dei social
Con oltre 80 milioni di visualizzazioni su TikTok, più di 500.000 follower e 4,6 milioni di like, la sua presenza come musicista e cantautore continua a crescere. Ma cosa vuole dire ai giovani che lo seguono sui social? «Niente, credo di non avere ancora nulla da dire ai giovani. Penso di essere anch’io in una fase di scoperta personale ed è quello che, secondo me, chiunque sia giovane sta facendo in questo momento. La cosa più importante è che, se senti di fare la cosa giusta, devi semplicemente continuare, fino in fondo, e vedere dove ti porta. Non c’è motivo di essere negativi riguardo ai propri sogni o alle proprie passioni: inseguile fino alla fine e scopri dove ti condurranno, credo sia questo il punto».