Super Bowl LIX: l’obiettivo è raggiungere il 50% di audience femminile

NFL Super Bowl 59 football game (AP Photo/Godofredo A. Vásquez)

È stato il mio settimo Super Bowl. Il settimo in cui ho avuto l’opportunità di raccontarlo, viverlo da vicino, conoscere i protagonisti e, soprattutto, notare quei piccoli e grandi cambiamenti che stanno dando forma al football americano del futuro.

Hanno vinto i Philadelphia Eagles da underdog, da sfavoriti, ma questo lo sapete già. Non ha vinto il fidanzato di Taylor Swift, Travis Kelce, e i Chiefs non hanno conquistato il tanto desiderato “threepeat”. Ma nello stadio, da subito, c’era qualcosa di diverso rispetto alla tradizione di questo evento sportivo.

Fra il pubblico c’era Donald Trump. Un evento rarissimo per un presidente degli Stati Uniti. Di solito i presidenti non si presentano al Super Bowl, ma lui lo ha fatto. Per strategia politica? Per conquistare il consenso tra i tifosi dello sport numero uno negli Stati Uniti? Probabilmente sì.

La politica al Super Bowl

Il Super Bowl, d’altra parte, è stato visto da 202 milioni di persone quest’anno, e il numero continua a salire non solo negli Stati Uniti, ma anche a livello internazionale. Più di un milione di fan in tutto il mondo segue l’NFL su NFL Game Pass, la piattaforma ufficiale per gli appassionati fuori dagli States.

Quando ho visto Trump sugli spalti, osannato dai tifosi, mentre la folla fischiava Taylor Swift ogni volta che le telecamere la inquadravano, per un momento ho pensato di perdere la fiducia nell’umanità. Poi è arrivato l’halftime show, un halftime show politico non di immediata comprensione per tutti, ma il messaggio era chiaro, potente, carico di simbolismo.

Una bandiera americana divisa in due. Samuel L. Jackson nei panni di Uncle Sam che cerca di tenere sotto controllo Kendrick Lamar, simbolo di una cultura afroamericana da sempre sorvegliata, limitata, repressa.

Serena Williams che esegue il Crip Walk, il balletto della cultura hip-hop, lo stesso che aveva fatto nel 2012 alle Olimpiadi e per cui era stata pesantemente criticata. Una leggenda dello sport che mostra con orgoglio le sue radici.

Sono stati un segnale evidente del cambiamento del clima politico negli Stati Uniti.

L’attenzione all’audience femminile

La NFL quest’anno, però, si è posta un altro obiettivo: raggiungere il 50% di audience femminile.

(AP Photo/Gerald Herbert)

E oltre a cavalcare il fenomeno Taylor Swift, la lega del football americano ha messo in atto numerose strategie per trasformare questo obiettivo in realtà: dal merchandising dedicato alle donne – e disegnato da donne – fino alle media partnership con contenuti pensati e realizzati al femminile. La Nfl sta cercando di far breccia nei cuori di tutte le ragazze che amano questo sport o che, in qualche modo, ne sono attratte.

Fra il pubblico ma anche nello sport giocato le donne stanno conquistando una posizione di centralità. Non è un caso, ad esempio, che sul megaschermo al termine dell’halftime show sia stato mandato lo spot della NFL per il Flag football, il futuro (anche) al femminile.

Il flag football è la versione senza contatto del football americano, quella che pratico anche io e che è stata ufficialmente inclusa nelle Olimpiadi di Los Angeles 2028. Si gioca 5 contro 5, su un campo più piccolo, e invece di placcare l’avversario, gli si strappano delle bandierine.

Lo spot è ambientato negli anni ’80. Racconta la storia di un gruppo di ragazze di una high school che, contro tutto e tutti, decide di formare la prima squadra di flag football. Ma a ostacolarle ci sono loro: i Brads and Chads, termine che negli Stati Uniti rappresenta quegli uomini leggermente misogini, convinti che lo sport – il football soprattutto – sia una questione maschile.

La protagonista è Kilolo Westerlund, giovane talento del Nevada, campionessa mondiale juniores e vincitrice del titolo delle high school del suo stato. Nel video, circondata da altre giocatrici famose di flag, affronta i Brads and Chads e li salta letteralmente in testa con la stessa mossa spettacolare che Saquon Barkley ha eseguito a inizio stagione con gli Eagles. Un gesto atletico straordinario, che ha fatto il giro del mondo. E ora, riprodotto da Kilolo, ha un significato ancora più grande.

Lo spot si chiude con una frase semplice, potente, definitiva: «Lasciate il passato alle spalle. Che le ragazze possano avere il diritto di giocare a Flag football a scuola in tutti i 50 stati».

È un messaggio chiaro: tutte devono avere la possibilità di giocare, di mettersi in gioco, di avere le stesse opportunità.

Autumn Lockwood: la prima donna afroamericana a vincere un Super Bowl

Ma non c’era solo Kilolo. C’era un’altra donna che ha scritto la storia di questo sport in occasione del Super Bowl 2025. Mentre i coriandoli verdi riempivano lo stadio, Autumn Lockwood, allenatrice per la performance atletica degli Eagles, è diventata la prima donna afroamericana a vincere un Super Bowl.

Dopo anni di sacrifici. Dopo aver partecipato ai Women’s Careers in Football Forum. Dopo aver sempre messo davanti a tutto il benessere dei giocatori e la loro performance. Dopo una vita trascorsa dietro le quinte, finalmente, il suo momento è arrivato.

Questo Super Bowl, per me, è stato una realizzazione. Le donne si stanno stancando della sindrome dell’impostore, stanno smettendo di chiedere il permesso, stanno finalmente prendendo atto di essersi guadagnate ogni singolo traguardo.

E se il mondo sembra andare in tutt’altra direzione, noi continuiamo a resistere.

Perché noi apparteniamo al football. Così come il football appartiene a noi.

***

La newsletter di Alley Oop

Ogni venerdì mattina Alley Oop arriva nella tua casella mail con le novità, le storie e le notizie della settimana. Per iscrivervi cliccate qui.

Per scrivere alla redazione di Alley Oop l’indirizzo mail è alleyoop@ilsole24ore.com